La prima missione di soli privati cittadini in orbita

Tra pochi giorni l'equipaggio di Inspiration4 raggiungerà lo Spazio su una capsula di SpaceX, e girerà intorno alla Terra

L'equipaggio di Inspiration4 sperimenta l'assenza di peso, da sinistra: Chris Sembroski, Hayley Arceneaux, Jared Isaacman e Sian Proctor (Inspiration 4)
L'equipaggio di Inspiration4 sperimenta l'assenza di peso, da sinistra: Chris Sembroski, Hayley Arceneaux, Jared Isaacman e Sian Proctor (Inspiration 4)

Il prossimo 15 settembre l’azienda spaziale statunitense SpaceX di Elon Musk porterà per la prima volta in orbita nello Spazio un equipaggio di quattro privati cittadini. La missione, che si chiama Inspiration4, era stata annunciata nel febbraio di quest’anno e segna l’esordio per SpaceX nei lanci spaziali con persone a bordo non per conto dei governi e di istituzioni pubbliche, come avviene normalmente per gli astronauti e le astronaute. Nei mesi scorsi altre due aziende spaziali, Blue Origin e Virgin Galactic, avevano condotto lanci spaziali con alcuni privati cittadini, ma senza raggiungere l’orbita terrestre come farà invece l’equipaggio di Inspiration4.

La nuova missione privata è stata finanziata in larga parte dal miliardario statunitense Jared Isaacman, che ha 38 anni ed è CEO di Shift4 Payments, un sistema per gestire i pagamenti elettronici. L’obiettivo principale è raccogliere fondi per il St. Jude Children’s Research Hospital, un ospedale pediatrico di Memphis nel Tennessee.

Nei mesi scorsi, Isaacman aveva annunciato di avere donato 100 milioni di dollari e di volerne raccogliere altri 200 milioni tramite una raccolta fondi. Tra i donatori sarebbe stata poi sorteggiata una persona che avrebbe partecipato alla missione spaziale. Il donatore inizialmente selezionato aveva però rinunciato al proprio biglietto per lo Spazio, cedendolo a un amico, Christopher Sembroski, che aveva partecipato alla raccolta fondi con una propria donazione.

Oltre a Sembroski, l’equipaggio comprende Isaacman come comandante della missione, l’imprenditrice Sian Proctor e Hayley Arceneaux, un’impiegata del St. Jude che da giovane aveva sofferto di un tumore alle ossa e che ora lavora come operatrice sanitaria. Arceneaux ha 29 anni e a causa della malattia subì da giovane l’asportazione di alcune ossa della gamba sinistra, sostituite con del titanio: sarà la prima persona con una protesi di questo tipo a raggiungere lo Spazio.

L’equipaggio di Inspiration4, da sinistra: Chris Sembroski, Sian Proctor, Hayley Arceneaux e Jared Isaacman (Inspiration4)

Tutti e quattro i membri dell’equipaggio sono statunitensi e a ognuno di loro è stata assegnata una caratteristica: speranza per Arceneaux, leadership per Isaacman, generosità per Sembroski e prosperità per Proctor.

Nei mesi scorsi, SpaceX si era occupata della formazione dell’equipaggio per l’esperienza nello Spazio. I partecipanti avevano quindi studiato i rudimenti base della meccanica orbitale, si erano allenati in condizioni di assenza di peso, avevano effettuato prove e test per affrontare emergenze di vario tipo a bordo, e imparato come funzionano il razzo che li trasporterà in orbita (Falcon 9) e la capsula sulla quale viaggeranno (Crew Dragon).

La capsula spaziale Crew Dragon “Resilience” collegata al razzo Falcon 9 (SpaceX)

Condizioni meteo permettendo, il lancio è previsto per mercoledì 15 settembre dal Kennedy Space Center in Florida, la base di lancio utilizzata per buona parte delle missioni NASA. L’equipaggio viaggerà a bordo della capsula Crew Dragon chiamata Resilience, già impiegata tra aprile e maggio scorsi per trasportare quattro astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Inspiration4 durerà circa tre giorni nei quali l’equipaggio compirà più volte l’orbita intorno al nostro pianeta, effettuando un giro completo ogni 90 minuti. Il 18 settembre Resilience effettuerà un turbolento rientro nell’atmosfera terrestre e si tufferà nell’oceano Atlantico, dove le squadre di soccorso provvederanno a recuperare i quattro membri dell’equipaggio.

L’emblema di Inspiration4

Rispetto alla precedente missione verso la ISS, Resilience è stata adattata per rendere un poco più confortevole la permanenza in orbita di Isaacman e compagni. L’adattatore che si trova sulla punta della capsula, e che normalmente viene impiegato per attraccare alla ISS, è stato sostituito con una cupola di vetro, per avere una visione panoramica dell’ambiente spaziale intorno alla capsula. Anche se più piccola, la cupola ricorda quella montata sulla Stazione Spaziale Internazionale, dalla quale gli astronauti possono compiere osservazioni e scattare fotografie molto suggestive del nostro pianeta.

Crew Dragon “Resilience” con la cupola di vetro, in un’elaborazione grafica (SpaceX)

A differenza della cupola sulla ISS, quella di SpaceX è realizzata in un unico pezzo di vetro. La semisfera è protetta da una copertura, che viene mantenuta chiusa nelle fasi di lancio e di rientro sulla Terra. Teoricamente potrebbe essere smontata a missione finita per attrezzare nuovamente la capsula con l’adattatore per l’attracco, ma sembra che SpaceX intenda utilizzare Resilience per eventuali altre missioni private che non prevedono di raggiungere la Stazione.

Il lancio di Inspiration4 ha ricevuto nelle ultime settimane una notevole copertura mediatica, in parte in seguito all’annuncio di Netflix di avere girato un documentario sulle fasi preparatorie della missione, già visibile sulla sua piattaforma in streaming. Il lancio sarà seguito in diretta e farà parte della seconda parte del documentario, con un ulteriore episodio dedicato al viaggio in orbita e al rientro dei partecipanti sulla Terra.

L’attenzione verso Inspiration4 è una buona occasione pubblicitaria per SpaceX, che mantiene comunque obiettivi più ambiziosi rispetto a quello che viene spesso definito “turismo spaziale”. Elon Musk è convinto che la nostra specie debba diventare interplanetaria per sopravvivere, e per questo ha da tempo avviato un ambizioso progetto per costruire Starship, un’enorme astronave che consenta di raggiungere Marte con equipaggi di esseri umani e di trasportare il materiale necessario per stabilirvi una base planetaria e colonizzarlo.

Mentre in Florida si prepara il lancio di Inspiration4, a Boca Chica in Texas i tecnici di SpaceX lavorano senza sosta per assemblare il primo prototipo di Starship che dovrà raggiungere lo Spazio, spinta da un razzo alto 70 metri che Musk confida di poter rendere riutilizzabile, per ottimizzare costi e tempi dei viaggi spaziali. Prima di raggiungere Marte, il sistema sarà sperimentato nelle missioni lunari per conto della NASA, che confida di riportare astronauti sulla Luna entro pochi anni.

Prove di assemblaggio di Starship sul lanciatore Super Heavy (SpaceX / Elon Musk)

Secondo esperti e osservatori, Inspiration4 potrebbe aprire nuove opportunità di affari per SpaceX nel nascente settore del turismo spaziale, anche se Musk sembra avere altre priorità. La domanda per raggiungere lo Spazio è alta e per questo Blue Origin e Virgin Galactic stanno perfezionando le loro offerte. Quest’anno hanno condotto i primi voli con equipaggio, con a bordo i loro rispettivi fondatori (i miliardari Jeff Bezos e Richard Branson), ma i loro sistemi raggiungono solo per qualche minuto l’ambiente spaziale, prima di ricadere verso la Terra senza inserirsi in un’orbita che li mantenga intorno al pianeta, come ha invece in programma di fare SpaceX.

Oltre a essere la prima missione di questo tipo per SpaceX, Inspiration4 sarà anche la prima missione con equipaggio a condurre un volo orbitale senza raggiungere la ISS dal 2009, quando lo Space Shuttle Atlantis raggiunse l’orbita per alcune attività di manutenzione sul telescopio spaziale Hubble. All’epoca SpaceX aveva da poco raggiunto lo Spazio per la prima volta, senza equipaggio.