I dati della settimana su coronavirus e vaccinazioni in Italia
I nuovi casi sono calati e sono ancora concentrati soprattutto in Sicilia, dove sono stati segnalati molti ricoveri in terapia intensiva
Nell’ultima settimana sono calati i nuovi casi di coronavirus, sono diminuiti anche i nuovi ingressi in terapia intensiva, mentre c’è stato un aumento dei decessi. Sicilia, Sardegna e Calabria sono le tre regioni con la più alta incidenza di contagi, ricoverati e morti sul totale della popolazione a causa della crescita dei casi registrata dalla metà di luglio. Già da una settimana Sardegna e Calabria sono molto vicine a passare dalla zona bianca alla zona gialla, come era successo alla Sicilia nell’ultima settimana di agosto.
Dal 2 all’8 settembre in Italia sono stati trovati 38.943 nuovi casi di coronavirus, l’11,7 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. Questo andamento dei contagi, in calo nelle ultime settimane, è incoraggiante: dopo l’aumento nel mese di luglio e la stabilità durante tutto agosto, ora sembra che l’ondata estiva sia nella fase calante. Al momento è difficile dire se durerà.
Nelle prossime settimane sarà importante monitorare gli effetti dell’apertura delle scuole e della ripresa del lavoro dopo le vacanze estive. In alcuni paesi europei – in Scozia, per esempio – dopo l’apertura delle scuole c’è stato un aumento dei casi a cui non è seguita una crescita significativa dei decessi per effetto della campagna vaccinale.
L’efficacia dei vaccini contro le forme gravi della COVID-19, che possono portare alla morte, si può osservare anche in questo grafico che mostra l’andamento dei nuovi casi e dei decessi in Italia. Nelle ultime settimane all’aumento dei casi non è seguita un’analoga crescita dei decessi, come era successo durante le prime tre ondate dell’epidemia.
La maggior parte dei casi, dei ricoveri e dei decessi segnalati in Italia nelle ultime settimane ha riguardato individui non vaccinati. La tabella pubblicata nell’ultimo bollettino di sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità mostra la percentuale di persone vaccinate nella popolazione generale e i casi di infezione, i ricoverati nei reparti ordinari, in terapia intensiva e i deceduti, in base allo stato vaccinale.
Come ha segnalato l’Istituto superiore di sanità (ISS), è bene ricordare che quando in una popolazione ci sono molti vaccinati si verifica un apparente “paradosso” per cui contagi, ricoveri e decessi sono simili in valore assoluto tra i vaccinati rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino. Più aumentano i vaccinati più aumenteranno i rari casi di contagiati e malati anche tra chi è vaccinato: fino potenzialmente a superare in termini assoluti quelli tra la popolazione che non si è vaccinata. Ma considerando i valori percentuali, è evidente quanto siano enormemente più limitati gli effetti del coronavirus tra chi è completamente vaccinato, rispetto a chi ha ricevuto una sola dose o nessuna.
L’ISS osserva che negli ultimi trenta giorni il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo e con più di 80 anni è «ben quindici volte più basso dei non vaccinati (1 contro 14,6 per 100mila abitanti), mentre il tasso di decesso è quindici volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (5,3 contro 0,3 per 100mila abitanti)».
– Leggi anche: Il “paradosso” dei contagi tra i vaccinati, spiegato
Nell’ultima settimana i morti per COVID-19 sono stati 417, il 10,9 per cento in più rispetto ai sette giorni precedenti. Come già avvenuto in passato, il calo dei decessi segue l’andamento dei contagi in ritardo di almeno dieci giorni. In Sicilia sono stati segnalati 144 morti nell’ultima settimana, il 34 per cento del totale. Sicilia, Sardegna e Calabria sono le regioni con la più alta incidenza di decessi ogni 100mila abitanti: 2,9 morti ogni 100mila abitanti in Sicilia, 1,2 in Calabria e 1,1 in Sardegna. Le uniche due regioni dove non ci sono stati decessi sono Molise e Valle d’Aosta.
È cresciuto il numero dei tamponi eseguiti: ne sono stati fatti 1,9 milioni, mentre nei sette giorni precedenti erano stati 1,7 milioni. Sono state testate per la prima volta 423 mila persone. È calato anche il tasso di positività dei tamponi molecolari dopo la crescita di luglio.
Negli ultimi giorni molte persone si sono chieste come mai la Sicilia fosse in zona gialla, mentre la Sardegna e la Calabria no. Per passare dalla zona bianca alla zona gialla, una regione deve avere un’incidenza settimanale dei contagi superiore a 50 casi ogni 100mila abitanti e, contemporaneamente, un’occupazione dei posti letto nei reparti ordinari da parte dei pazienti ricoverati per la COVID-19 superiore al 15 per cento, e superiore al 10 per cento in terapia intensiva. Sardegna e Calabria hanno superato la soglia dei contagi ma, come si può vedere da questo grafico, solo una delle altre due soglie di allerta.
Le province con l’incidenza settimanale più alta sono state Siracusa, in Sicilia, dove sono stati trovati 224 casi ogni 100mila abitanti, Messina e Ragusa con un’incidenza di 187 e 181 casi settimanali.
Nell’ultima settimana c’è stato un leggero calo dei nuovi ricoveri in terapia intensiva: sono stati 291, il 4,6 per cento in meno rispetto ai sette giorni precedenti. In Sicilia sono stati segnalati 62 nuovi ingressi in terapia intensiva, 36 in Toscana e 27 in Lombardia.
Al momento in Italia 42,2 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose del vaccino contro il coronavirus, e di queste 39,3 milioni risultano completamente vaccinate. Il 71,2% della popolazione quindi ha ricevuto almeno una dose e il 66,3% ha completato il ciclo vaccinale. Le regioni hanno somministrato l’87,2 per cento delle dosi disponibili.
Negli ultimi giorni non sono mai state fatte più di 100mila prime dosi al giorno. Anche il numero totale di dosi somministrate è stato in calo rispetto ai sette giorni precedenti.
In questo grafico si può osservare l’andamento della somministrazione delle prime dosi per fascia d’età: come era già successo nei sette giorni precedenti, anche nell’ultima settimana la fascia d’età che sta ricevendo più dosi è quella tra i 12 e i 19 anni.
La mappa mostra la percentuale di persone vaccinate in Italia sopra i 12 anni: all’interno di ogni regione si trova la percentuale che ha ricevuto almeno una dose, mentre il colore indica quella di chi ha completato il ciclo vaccinale.