Guida alla Mostra del cinema di Venezia

Oltre ai film in concorso, c'è fermento anche su "The Last Duel", film storico di Ridley Scott, e soprattutto su "Dune" di Denis Villeneuve

di Pietro Cabrio

Bong Joon-ho (Joel C Ryan/Invision/AP)
Bong Joon-ho (Joel C Ryan/Invision/AP)

Inizia oggi e finisce il prossimo 11 settembre la 78ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. I film in corsa per il Leone d’oro, che sarà assegnato dalla giuria presieduta dal regista sudcoreano Bong Joon-ho, sono ventuno. Tra gli altri ci sono gli italiani È stata la mano di Dio e Freaks Out, diretti da Paolo Sorrentino e Gabriele Mainetti. Sono piuttosto attesi anche Spencer di Pablo Larraín (sulla principessa Diana) e il western Il potere del cane.

Oltre ai film in concorso c’è fermento anche su The Last Duel, film storico di Ridley Scott, su Dune di Denis Villeneuve e ancora, a suo modo, sulla miniserie Scene da un matrimonio. E oltre al Leone d’oro, alle Coppe Volpi per il miglior attore e la migliore attrice e a tutta una serie di premi per il concorso ufficiale e le altre categorie (la più importante delle quali è “Orizzonti”), quest’anno a Venezia ci saranno due Leoni d’oro alla carriera: a Roberto Benigni e Jamie Lee Curtis, quest’ultima protagonista di Halloween Kills, uno dei film fuori concorso, ennesimo capitolo della serie Halloween che cominciò nel 1978 proprio con Curtis.

Nel settembre 2020 la Mostra di Venezia fu il primo grande festival cinematografico a essere organizzato dall’inizio della pandemia. Cominciò con i sette direttori di altrettanti festival cinematografici che, nella serata di apertura, affiancarono sul palco Alberto Barbera, che era ed è direttore artistico della Mostra. Proseguì con una serie di regole e “misure di contenimento” per minimizzare i rischi di contagio (compresa un’alta barriera per separare ospiti e fotografi da eventuali curiosi – e terminò con la giuria presieduta da Cate Blanchett che assegnò il Leone d’oro a Nomadland di Chloe Zhao, film e regista che sarebbero poi stati premiati anche agli Oscar (cosa che succede spesso a chi passa dalla Mostra).

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Anche in questa sua seconda edizione pandemica, la Mostra avrà posti limitati e determinate regole (quelle per il pubblico sono riassunte qui), ma la sensazione generale è che sarà un evento più normale rispetto all’anno scorso, con un buon numero di volti noti a farsi fotografare. Tra i tanti – che però come l’anno scorso sfileranno dietro a un’apposita “barriera” – ci saranno Matt Damon, Zendaya, Kristen Stewart, Timothée Chalamet, Anya-Taylor Joy e Isabelle Huppert.

Quest’anno della giuria di cui Bong è presidente fanno parte il regista italiano Saverio Costanzo, l’attrice belga Virginie Efira, l’attrice e cantante britannica Cynthia Erivo, il regista romeno Alexander Nana, l’attrice canadese Sarah Gadon e infine Chloé Zhao. Con Bong (che aveva diretto Parasite) e Zhao, in giuria ci saranno quindi i registi degli ultimi due migliori film degli Oscar.

Bong Joon Ho, Virginie Efira, Sarah Gadon, Alexander Nanau, Alberto Barbera, Cynthia Erivo, Saverio Costanzo e Chloe Zhao (Joel C Ryan/Invision/AP)

Il film di apertura del Festival sarà Madres Paralelas, diretto da Pedro Almodóvar e con Penélope Cruz, alla loro settima collaborazione. Sul Corriere della Sera, Stefania Ulivi fa notare che oltre a essere una «nuova immersione [del regista] nel mondo femminile», è anche un film che «affronta in maniera esplicita la memoria storica della Spagna» ed è probabilmente il film «più politico» di Almodóvar. Per quanto riguarda invece Cruz, a Venezia la si vedrà – insieme ad Antonio Banderas – anche in Competencia oficial, in cui interpreta una regista.

Sempre Ulivi ha scritto che quest’anno a Venezia sono molti i film che «direttamente o indirettamente fanno i conti con la storia, più o meno recente». Tra gli altri, cita a questo proposito il filippino On the Job 2: The Missing 8, il polacco Leave no traces (ambientato pochi anni dopo la fondazione di Solidarność) e il russo Kapitan Volkogonov bežal (ambientato nell’Unione Sovietica degli anni Trenta).

Ci saranno poi diversi film di musica: uno su (e con) Ornella Vanoni e altri su Fabrizio De André, su Leonard Cohen e sui Led Zeppelin. E poi ancora il film documentario di Giuseppe Tornatore su Ennio Morricone.

Tra i film fuori concorso uno dei più attesi di questa edizione è The Last Duel: è diretto da Ridley Scott, con una sceneggiatura scritta da Matt Damon, Ben Affleck e Nicole Holofcener. È basato su un libro del 2004 e racconta la storia dell’ultimo duello “giudiziario” ufficialmente combattuto in Francia, nel Quattordicesimo secolo.

È fuori concorso, e molto atteso, anche il Dune di Denis Villeneuve: tratto dal celebre romanzo di fantascienza di Frank Herbert (già adattato al cinema da David Lynch nel 1984), è costato parecchio e ha un cast pieno di grandi attori (molti dei quali presenti a Venezia).

Sempre per quanto riguarda i film fuori dal concorso principale, a Venezia saranno presentati La scuola cattolica (tratto dal romanzo di Edoardo Albinati) e Mondocane, ambientato in una Taranto postapocalittica e con Alessandro Borghi protagonista.

Tra i film in concorso, che potrebbero quindi vincere il Leone d’oro, uno dei primi di cui si parlerà – perché in programma già domani – sarà È stata la mano di Dio, film in parte autobiografico di Sorrentino, che si potrà vedere su Netflix.

È stata la mano di Dio è inoltre uno dei tre film presenti quest’anno a Venezia in cui recita Toni Servillo. Il secondo, anch’esso in concorso, è Qui rido io di Mario Martone, dove interpreta l’attore e autore teatrale Eduardo Scarpetta; il terzo è Ariaferma, che racconta quel che succede quando «un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione» e «per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni».

Si parla anche in anticipo di Freaks Out di Mainetti: costato molto per gli standard italiani, racconta di un gruppo di “fenomeni da baraccone” nella Roma della Seconda guerra mondiale.

In Spencer Larrain (già regista di un film su Jackie Kennedy) racconterà quella che è stata definita una “ricostruzione immaginaria” del divorzio di Diana Spencer (interpretata da Kristen Stewart) dal principe Carlo. Il potere del cane – diretto da Jane Champion e con Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst – è un western, adattamento dell’omonimo romanzo scritto nel 1967 da Thomas Savage. 

Sempre fuori concorso c’è Ultima notte a Soho di Edgar Wright, regista di Hot Fuzz Baby Driver (oltre che di un recente documentario sulla band degli Sparks) molto amato, un thriller che sarà anche un horror e che uscirà a novembre. The Lost Daughter, in concorso, è diretto dall’attrice Maggie Gyllenhaal e ha per protagoniste Olivia Colman e Dakota Johnson. America Latina, dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo – quelli di Favolacce – ha per protagonista Elio Germano, un dentista di Latina che un giorno scende in cantina e «l’assurdo si impossessa della sua vita».

Un altro film in concorso è Il collezionista di carte di Paul Schrader, in cui Oscar Isaac interpreta un ex carceriere di Abu Ghraib, in Iraq, diventato giocatore di poker compulsivo. Sundown di Michel Franco racconta di un uomo (Tim Roth) che prova ad abbandonare la famiglia (sua moglie è Charlotte Gainsburg) mentre è in vacanza ad Acapulco.

A Venezia, nei prossimi dieci giorni, saranno però proiettate decine di film diversi, alcuni con ambizioni commerciali altri più prettamente d’autore, ed è possibile che si possa anche finire col parlare di altri, e che alcuni di questi altri possano anche vincere importanti premi.

Per chi è interessato il programma completo è qui e maggiori informazioni su ognuno dei film in concorso si trovano invece qui.

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