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  • Domenica 15 agosto 2021

Almeno 700 morti per il terremoto ad Haiti

È stato di magnitudo 7.2, più potente di quello che devastò il paese nel 2010: i feriti sono più di 2.800 ma ci sono ancora molti dispersi

Il Petit Pas Hotel di Les Cayes, distrutto dal terremoto (AP Photo/Joseph Odelyn)
Il Petit Pas Hotel di Les Cayes, distrutto dal terremoto (AP Photo/Joseph Odelyn)

Almeno 724 persone sono morte per il terremoto di magnitudo 7.2 che ha colpito Haiti alle 8.30 di sabato 14 agosto (ora locale). Lo ha detto domenica Jerry Chandler, direttore della Protezione Civile, spiegando che i feriti sono almeno 2.800.

Il terremoto è stato più potente di quello che nel 2010 devastò il paese e provocò la morte di oltre 200.ooo persone, ma l’epicentro è stato in una zona meno densamente popolata, circa 130 chilometri ad ovest della capitale Port-au-Prince, nei pressi della città di Petit Trou de Nippes.

I danni più gravi sembrano essere stati nelle aree urbane di Les Cayes, Jeremie e Baradères, dove tantissime persone sono ancora intrappolate tra le macerie di edifici crollati e dove gli ospedali stanno già operando oltre la loro capacità massima. James Pierre, medico di uno dei due ospedali di Les Cayes, ha detto al New York Times che nel suo ospedale stanno già esaurendo le cose più banali, come guanti chirurgici e aghi, e che gran parte dei suo colleghi era tornata a Port-au-Prince per il fine settimana lasciando sguarnito l’ospedale.


Haiti si trova nella parte occidentale dell’isola di Hispaniola, non lontano da Cuba, e confina con la Repubblica Dominicana.

Il governo e le agenzie di soccorso stanno ancora cercando di valutare l’entità dei danni e individuare le zone più colpite, con voli di ricognizione, ma dalle prime informazioni che ci sono è ipotizzabile che il numero dei morti aumenti ancora molto mentre i soccorsi procedono. Le zone più colpite si trovano a circa 4 ore di auto da Port-au-Prince ma molte strade sono state danneggiate e stanno rendendo più complicato l’arrivo di soccorritori, cibo e medicinali.

A rendere più difficile la gestione degli effetti del terremoto c’è anche il periodo di grande instabilità politica iniziato a luglio con l’assassinio del presidente Jovenel Moise. Ariel Henry, primo ministro ad interim di Haiti, ha dichiarato lo stato di emergenza, ma per ora non ha chiesto formalmente aiuti internazionali.

Haiti è il paese più povero delle Americhe e uno dei più poveri al mondo. Secondo una stima citata dall’Economist, il 60 per cento degli haitiani vive con meno di due dollari al giorno. Il tasso di mortalità infantile è paragonabile a quello dei paesi dell’Africa centrale e circa un haitiano su tre non sa leggere né scrivere.

Nel 2010 il paese fu colpito da un gravissimo terremoto che distrusse buona parte della capitale, Port-au-Prince, e uccise un numero mai esattamente quantificato di persone. Nei mesi successivi, l’intervento dell’ONU portò ad Haiti un’epidemia di colera che causò altre migliaia di morti. Nel 2016 il paese fu colpito dall’uragano Matthew, che uccise circa tremila persone e causò enormi distruzioni. In quegli anni ci furono inoltre frequenti e diffuse proteste di piazza contro la corruzione, il prezzo del carburante e più in generale il comportamento dei politici.

Lunedì, su Haiti potrebbe inoltre passare la tempesta tropicale Grace, che si è formata sabato mattina: sono previste piogge molto consistenti, che potrebbero causare frane, smottamenti e rendere ancora più complicati i soccorsi dopo il terremoto.

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