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  • Mercoledì 11 agosto 2021

La destra polacca sta litigando di nuovo: questa volta per una legge sui media

Il primo ministro ha "licenziato" il suo vice, che appartiene a un partito minore della coalizione, e le cose potrebbero precipitare

Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki (AP Photo/Olivier Matthys, FILE)
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki (AP Photo/Olivier Matthys, FILE)

La coalizione che sostiene il governo polacco, dominata da forze nazionaliste e di estrema destra, si sta sgretolando a causa di nuove tensioni emerse tra i partiti che la compongono rispetto a una controversa proposta di legge sui media che verrà votata mercoledì alla Camera bassa del parlamento nazionale.

Le tensioni si sono manifestate con la decisione del primo ministro Mateusz Morawiecki, del partito Diritto e Giustizia (PiS, il più importante della coalizione), di “licenziare” dalla carica di vice primo ministro Jaroslaw Gowin, leader del partito alleato Accordo. Il governo non è ancora caduto, ma qualcosa potrebbe succedere oggi, con il voto in parlamento sulla legge, fortemente voluta dal PiS: non è chiaro infatti se i 13 parlamentari di Accordo voteranno tutti contro, allineandosi alle posizioni del loro leader, o se ci saranno delle defezioni (la coalizione di governo può contare su una maggioranza molto risicata).

Il governo polacco è oggi formato dall’alleanza tra il PiS, nazionalista ed euroscettico, Accordo, di posizione più liberale, e Polonia Solidale, un partito di estrema destra il cui leader è il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro. La proposta di legge su cui si sono sviluppate le ultime tensioni prevede il divieto per le società che hanno sede al di fuori dello Spazio economico europeo di possedere quote di maggioranza nei media del paese.

Secondo Morawiecki, la legge avrebbe l’obiettivo di evitare che i media polacchi vengano venduti a investitori russi, cinesi o di vari paesi arabi. I suoi critici, invece, sostengono che la proposta sarebbe orientata soprattutto a rafforzare il controllo del governo su TVN, la televisione nazionale che è controllata dal gruppo statunitense Discovery. TVN ha infatti più volte infastidito il governo polacco, divenuto da tempo semi-autoritario, raccontando le notizie in maniera indipendente.

Gowin, leader di Accordo, ha criticato estesamente la proposta, perché secondo lui «mette chiaramente a rischio il principio della libertà dei media» e spingerebbe la Polonia a uno scontro con gli Stati Uniti, che ha definito «il nostro alleato più importante per la difesa». Al contempo, ha incoraggiato i parlamentari di Accordo a votare contro.

Quello sulla proposta di legge sui media però non è l’unico scontro che ha contribuito a creare tensione nella coalizione.

Negli ultimi tempi Gowin aveva criticato anche le politiche fiscali che facevano parte del programma di governo, che prevedeva il taglio delle tasse per le persone con redditi medio-bassi, l’aumento delle pensioni, più investimenti nella sanità e aiuti finanziari alle giovani famiglie a fronte di più tasse per i redditi autonomi e tagli alle amministrazioni locali. Gowin aveva contestato la proposta accusando il PiS di essere diventato un partito populista tendente alla sinistra.

Tra le altre cose, già l’anno scorso la coalizione era entrata in crisi per uno scontro sulla legge per la protezione degli animali, che in realtà esprimeva la serrata competizione tra i partiti per la guida dell’estrema destra polacca, che negli ultimi anni ha portato la Polonia a diventare uno stato illiberale e semi-autoritario, e a scontrarsi più volte con l’Unione Europea. Al centro di quello scontro c’era Ziobro, che aveva cercato di presentarsi come erede naturale di Jarosław Kaczyński, il politico più importante e noto della Polonia, che aveva dominato la destra polacca per decenni guidando il PiS.

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