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  • Mercoledì 28 luglio 2021

Le indagini su Massimo Adriatici

L'assessore di Voghera che ha ucciso Youns El Boussettaoui si è dimesso, mentre nuovi video e testimonianze aggiungono dettagli sui momenti dello sparo e quelli successivi

I rilievi da parte dei carabinieri in piazza Meardi, a Voghera, la notte della morte di Youns El Boussettaoui (Foto Ansa/Paolo Torres)
I rilievi da parte dei carabinieri in piazza Meardi, a Voghera, la notte della morte di Youns El Boussettaoui (Foto Ansa/Paolo Torres)

Massimo Adriatici, che la sera di martedì 20 luglio aveva ucciso con un colpo di pistola Youns El Boussettaoui, si è dimesso da assessore alla Sicurezza di Voghera (Pavia), carica da cui si era già autosospeso. Adriatici è ancora agli arresti domiciliari, anche se il suo avvocato, Gabriele Pipicelli, ha detto che si rivolgerà al Tribunale del Riesame perché vengano revocati.

Negli ultimi giorni sono emerse nuove testimonianze e video che hanno aggiunto informazioni sull’omicidio di El Boussettaoui, per cui Adriatici è ad oggi accusato di eccesso colposo di legittima difesa.

In particolare ha assunto grande rilevanza un filmato pubblicato da LaPresse e realizzato dietro il Bar Ligure, in piazza Meardi, quando già sul luogo dell’omicidio era arrivata un’auto dei carabinieri (era già stato diffuso un primo filmato, girato da una telecamera di sicurezza).

Nelle immagini si intravedono i sanitari che soccorrono Youns El Boussettaoui, e si vede Adriatici, pantaloni chiari e maglietta blu, che cammina nella piazza mentre a pochi metri un carabiniere con un taccuino in mano sta interrogando un testimone. Quando il militare chiede all’uomo il numero di telefono, l’ex assessore si avvicina e dice, chiaramente: «Hai visto che ha fatto per tirarmi un calcio in testa? L’importante è quello, che hai visto che stava tirandomi un calcio in testa».

La scena avviene senza che il carabiniere dica ad Adriatici di allontanarsi o accenni alla minima obiezione.

 

Marco Romagnoli, avvocato di Youns El Boussettaoui che insieme a Debora Piazza rappresenta la famiglia dell’uomo ucciso, ha detto:

«Osservando quelle immagini mi sento di dire che anche questo video fonda seri dubbi sulla conduzione delle indagini delle primissime fasi. In primo luogo c’è un soggetto indagato che ha appena sparato a una persona e i carabinieri, senza ammanettarlo, gli consentono di passeggiare lungo la scena del crimine, di modificare potenzialmente elementi utili alla ricostruzione delle indagini, parla con i carabinieri come se nulla fosse successo, influenza palesemente il ricordo di un testimone dicendogli di ricordare una cosa che lui, da docente di diritto, sa benissimo come possa essere importante per una sua eventuale responsabilità».

Secondo i giornali sarebbe emersa una nuova testimonianza. Un uomo avrebbe raccontato in Procura di avere visto Adriatici sparare da terra mirando con lucidità a El Boussettaoui, che lo aveva precedentemente aggredito. L’uomo avrebbe detto, scrive tra gli altri Repubblica: «Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l’italiano è caduto in terra sulla schiena. A quel punto, mentre era sdraiato, ha estratto la pistola dal fianco e gli ha sparato un colpo a sangue freddo. Dopo essere stato colpito, Youns è corso via con la mano sulla pancia e poi è caduto a terra».

Nel frattempo sono state rese note le motivazioni che hanno indotto il gip di Pavia Maria Cristina Lapi a confermare gli arresti domiciliari per Adriatici. Nelle motivazioni si parla di «pericolosità dell’indagato, intesa come attitudine del medesimo a porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazioni di criticità», e si aggiunge:

«Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni, prima che El Boussettaoui lo colpisse e prima dello stordimento. Tale azione appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato, nei cui confronti si è posto in una fase decisamente anticipata in una posizione predominante, ma in modo gravemente sproporzionato, e creando le condizioni perché si addivenisse all’evento nefasto che poi purtroppo è effettivamente accaduto»

È possibile che l’imputazione nei confronti dell’ex assessore Adriatici cambi nuovamente e torni a essere quella ipotizzata al momento dell’arresto dai carabinieri: omicidio volontario. Uno dei punti più importanti ancora da chiarire è se Adriatici girasse con la pistola nella fondina con il colpo già in canna e senza sicura, evidenziando così un’attitudine perlomeno aggressiva, oppure se durante lo scontro con El Boussettaoui avesse tolto la sicura alla pistola, ipotesi che metterebbe in serio dubbio il fatto che il colpo sia partito “accidentalmente”.

Martedì sono stati assegnati gli incarichi per le perizie chimiche e balistiche. Gli esperti effettueranno gli esami nella sede del Ris di Parma e avranno 60 giorni per comunicare alla Procura di Pavia i risultati. Dovranno stabilire la direzione del proiettile, la distanza e la posizione di El Boussettaoui e Adriatici. Dovranno poi chiarire se il proiettile ritrovato nel corpo di El Boussettaoui sia stato esploso dalla pistola subito sequestrata dai carabinieri ad Adriatici.