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  • Giovedì 22 luglio 2021

Le pallamaniste norvegesi multate per avere indossato dei pantaloncini al posto del bikini

Le atlete della versione che si pratica sulla sabbia avevano scelto una divisa più comoda e coprente, simile a quella maschile

Le giocatrici della squadra di pallamano da spiaggia (beach handball) della Norvegia sono state multate dalla commissione disciplinare della Federazione europea di pallamano (Ehf) perché durante una partita dei campionati europei hanno indossato dei pantaloncini e non un bikini, cioè l’uniforme prevista dal regolamento. Lo avevano fatto per protesta contro le regole sull’abbigliamento dello sport, diverse per femmine, le cui divise sono aderenti e succinte, e maschi, che indossano invece pantaloni comodi e una canottiera che copre tutto il busto.

Le giocatrici norvegesi sono state multate con 150 euro ciascuna per un totale di 1.500 euro, dopo la partita contro la Spagna ai Campionati Europei  che si sono svolti a Varna, in Bulgaria. Il regolamento della Federazione internazionale di pallamano richiede alle giocatrici di indossare «slip del bikini con una vestibilità aderente e tagliati con un angolo verso l’alto verso la parte superiore della gamba», con l’altezza della stoffa sul fianco non superiore ai dieci centimetri. Agli uomini è invece consentito indossare canottiera e pantaloncini, fin sotto il ginocchio, purché «non siano troppo larghi».

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Martine Welfler, una delle atlete norvegesi multate, ha detto: «Non vedo perché non possiamo giocare in pantaloncini. Anzi, con tutti gli episodi di body shaming che viviamo quotidianamente, dovremmo poterci coprire di più durante le partite». Welfler ha anche spiegato che alcune sue compagne non volevano competere a livello internazionale proprio a causa dei requisiti sull’abbigliamento, mentre a livello nazionale le stesse atlete possono giocare con dei pantaloncini: «Il focus della Federazione dovrebbe essere sul gioco, non sull’abbigliamento».


Kare Geir Lio, il capo della Federazione norvegese di pallamano, ha detto che l’organizzazione pagherà la multa. Il New York Times ha spiegato che la questione dell’abbigliamento era stata posta dalla squadra femminile norvegese alla Federazione internazionale già nel 2006: in una lettera si spiegava come l’obbligo di indossare lo slip del bikini non tenesse conto delle norme culturali di alcuni paesi o del disagio di alcune atlete nell’esporre così tanto il proprio corpo in un gioco estremamente dinamico. Si diceva inoltre che le portiere avrebbero avuto dei vantaggi nell’indossare dei pantaloncini così da poter coprire meglio le parti del corpo che usano per parare i colpi delle avversarie.

Dopo la lettera, «non è successo niente», ha commentato Kare Geir Lio. Il capo della Federazione norvegese ha comunque sostenuto la richiesta delle giocatrici dicendo che «le atlete dovrebbero indossare ciò che ritengono più comodo e più adatto per giocare, senza essere obbligate a mettere lo slip»: la cosa più importante, ha concluso, sarebbe avere delle divise con cui le atlete si sentono a loro agio.

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Thomas Schoeneich, portavoce della Federazione europea di pallamano, ha detto che l’organizzazione sta semplicemente applicando le regole internazionali e che il cambiamento può avvenire solo a livello della Federazione internazionale. La Federazione norvegese di pallamano aveva suggerito di modificare i requisiti delle uniformi per le atlete durante una riunione della Federazione europea ad aprile, e la mozione dovrebbe essere discussa a livello internazionale a novembre.

Negli ultimi anni, le atlete di vari sport hanno preso posizione in diverse occasioni contro i doppi standard di genere validi tra uomini e donne su trattamento, riconoscimento, retribuzioni e anche sulla questione delle divise. In alcuni casi, conclude il New York Times, le donne sono state criticate o multate per le loro uniformi troppo coprenti, mentre in altri per le divise troppo succinte.

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