Hubble fa le bizze
Uno dei computer di bordo del telescopio spaziale ha smesso di funzionare, la NASA è al lavoro per risolvere il problema
Da quasi un mese il telescopio spaziale Hubble ha smesso di funzionare a causa di un problema a uno dei propri computer di bordo. I suoi sistemi avevano rilevato un’anomalia lo scorso 13 giugno e avevano attivato le procedure per sospendere tutte le attività non essenziali, chiudendo anche il portellone che protegge gli strumenti per le osservazioni. Da allora i tecnici della NASA sono al lavoro per trovare una soluzione, che sta però richiedendo più tempo del previsto.
Nei suoi oltre 30 anni di permanenza in orbita, a una distanza media dalla Terra di 500 chilometri, Hubble ha permesso di osservare lo Spazio come non era mai stato possibile prima. Nella sua carriera ha fotografato migliaia di stelle, galassie e altri corpi celesti, aiutando gli astronomi a comprendere meglio le caratteristiche della Via Lattea, la galassia in cui ci troviamo, e dettagli su stelle lontanissime la cui luce impiega miliardi di anni per raggiungerci.
Hubble è grande quanto un autobus (13,2 metri di lunghezza per 4,2 metri di larghezza) e ha una massa di circa 11 tonnellate. Fu trasportato in orbita il 24 aprile del 1990 a bordo dello Space Shuttle Discovery e nel corso della sua carriera ha avuto bisogno di diversi interventi di manutenzione, condotti direttamente in orbita dagli astronauti e proprio grazie alla possibilità di agganciarsi alla sua struttura tramite uno Shuttle.
Dal 2011, la NASA ha però terminato il programma spaziale degli Shuttle e ciò ha reso impossibili interventi diretti sul telescopio, che riceve solamente alcuni aggiornamenti dalla Terra, dove i tecnici confidano di poterlo riparare intervenendo sul software o impiegando le strumentazioni di riserva. Questa volta, il compito sembra essere più difficile del solito.
Dopo i primi segnali di errore ricevuti da Hubble a metà giugno, la NASA pensava che il problema fosse in un modulo che gestisce la memoria del computer dei principali strumenti del telescopio per compiere le osservazioni scientifiche. Il 14 giugno avevano quindi provato a riavviare il sistema, ma senza che il tentativo andasse a buon fine. I tecnici erano allora passati a un modulo di riserva, ma senza riuscire a terminare la serie di comandi necessari per metterlo in funzione. Avevano poi provato a riattivare entrambi i moduli, senza riuscire a ottenere i dati necessari per condurre alcune analisi sui malfunzionamenti.
La NASA aveva deciso di passare a un computer identico a quello malfunzionante, installato su Hubble proprio allo scopo di essere impiegato come sistema alternativo a quello originario nel caso di gravi problemi tecnici. A fine giugno aveva provato ad attivarlo con un esito inatteso: anche il computer di riserva dava gli stessi errori del dispositivo che avrebbe dovuto sostituire. Ciò significava che il problema era altrove e a monte del computer che aveva fatto le bizze a metà giugno.
Negli ultimi giorni le attenzioni dei tecnici si sono quindi spostate sullo “Science Instrument and Command and Data Handling” (SI C&DH), un’unità che comprende il computer malfunzionante e altre strumentazioni che lo aiutano a dialogare con i sistemi a bordo di Hubble. Il problema potrebbe essere in uno dei componenti di questa unità, ma identificarlo non sarà semplice e non è chiaro se potrà essere risolto facilmente facendo ricorso ad altri componenti di scorta sul telescopio.
Tredici anni fa era successo qualcosa di analogo quando la SI C&DH aveva smesso di funzionare, a pochi giorni dal lancio dell’ultima missione dello Space Shuttle Atlantis per fare manutenzione al telescopio. All’epoca la NASA decise di rinviare il lancio, in modo che gli astronauti potessero poi installare una nuova versione dell’unità su Hubble. La riparazione avvenne nel 2009 e andò secondo i piani, ma ora sembra essere proprio quel nuovo pezzo a dare i problemi.
Hubble era stato progettato per potere essere riparato attraverso attività extraveicolari (“passeggiate spaziali”) compiute dagli astronauti. Il braccio robotico degli Shuttle poteva infatti agganciarsi al telescopio spaziale, mentre orbitava intorno alla Terra, e consentire l’accesso per la manutenzione in orbita. Questa possibilità si era rivelata essenziale fino dai primi anni di impiego di Hubble, quando era emerso un grave problema al suo specchio per le osservazioni, che aveva reso necessario un intervento di correzione. Gli Shuttle non sono però più in servizio e le capsule spaziali attualmente impiegate per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale non avrebbero capacità e capienza sufficienti per consentire la manutenzione di Hubble.
Le ultime notizie ufficiali fornite dalla NASA sulle condizioni di Hubble risalgono allo scorso 30 giugno. I tecnici sono ancora al lavoro per studiare la soluzione migliore per rendere nuovamente operativi i sistemi interessati dai malfunzionamenti, ma per ora non sono stati diffusi dettagli su modalità e tempi per la riparazione a distanza. La buona notizia è che il problema sembra solamente riguardare alcuni sistemi, ma non le strumentazioni che il telescopio impiega per compiere le proprie osservazioni: sono spente solamente per precauzione.
La NASA si sta intanto preparando al lancio del James Webb Space Telescope (JWST), un enorme telescopio spaziale che permetterà di compiere osservazioni molto più precise e dettagliate rispetto a quanto possa fare Hubble. Il progetto ha subìto cospicui ritardi, ma salvo imprevisti tutto dovrebbe essere pronto per il lancio all’inizio dell’autunno.
Negli ultimi giorni alcuni astronomi hanno espresso qualche preoccupazione per le condizioni di Hubble, anche perché dalla salute del telescopio dipendono le loro ricerche su galassie, stelle e altri corpi celesti. I tecnici della NASA mantengono comunque un cauto ottimismo e confidano di riuscire a riparare ancora una volta Hubble, impiegando un po’ di ingegno e creatività.