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  • Martedì 6 luglio 2021

Italia-Spagna non mente mai

Da oltre dieci anni le partite tra le due nazionali dicono sempre qualcosa: sarà così anche nella semifinale di stasera?

Roberto Mancini in allenamento con l'Italia a Wembley (Claudio Villa/Getty Images)
Roberto Mancini in allenamento con l'Italia a Wembley (Claudio Villa/Getty Images)

Se Germania e Francia sono considerate le due più grandi rivali nel calcio per l’Italia, la Spagna è l’avversaria contro cui ci siamo misurati più spesso negli ultimi anni, e forse quella da cui abbiamo imparato di più. Stasera, nella prima semifinale di questi Europei, un altro confronto si aggiungerà a una storia iniziata oltre dieci anni fa.

Nel 2008 fu proprio una vittoria ai rigori contro l’Italia agli Europei in Austria e Svizzera che diede simbolicamente il via al memorabile periodo di successi internazionali della Spagna. L’Italia allora era campione del mondo e la vittoria ai quarti, secondo i giocatori spagnoli, diede loro la consapevolezza di poter iniziare qualcosa di importante.

Nel 2012 l’Italia si presentò nuovamente agli Europei con una squadra che si ispirava proprio allo stile di gioco spagnolo reso famoso dalle vittorie della nazionale a da quelle del Barcellona di Pep Guardiola. Italia-Spagna fu per entrambe la prima e l’ultima partita di quegli Europei. La prima, ai gironi, finì 1-1. Nella seconda, la finale di Kiev giocata dalle stesse identiche squadre, la Spagna vinse con un netto 4-0, dando inizio al declino della gestione di Cesare Prandelli.

I giocatori dell’Italia passano tra quelli della Spagna dopo la finale persa nel 2012 (Getty Images)

Negli anni successivi, però, lo slancio spagnolo perse inevitabilmente forza, e fu proprio l’Italia a sancire la fine di quel ciclo nei grandi tornei. Agli ottavi degli Europei del 2016, con una squadra sulla carta sfavorita e con meno qualità, ma impregnata di fame e aggressività dal suo allenatore di allora, Antonio Conte, l’Italia tornò a vincere con un inappellabile 2-0 in cui fu evidente il senso di appagamento raggiunto dagli spagnoli dopo tutte le vittorie degli anni passati.

Ma non finì lì, anzi. Tra il 2016 e il 2017 capitammo nello stesso – famigerato – girone di qualificazione ai Mondiali in Russia. All’andata l’Italia allenata da Giampiero Ventura pareggiò 1-1 a Torino, ma circa un anno dopo, al Santiago Bernabeu di Madrid, fu sconfitta con un 3-0 da cui iniziò il declino che portò alla mancata qualificazione ai Mondiali, e tutto quello che ne seguì.

Verratti, Immobile e Belotti nel 3-0 della Spagna a Madrid (Getty Images)

Stasera, allo stadio Wembley di Londra, Italia e Spagna si ritroveranno nella prima semifinale di Euro 2020. L’obiettivo dichiarato dell’Italia di Roberto Mancini è quello di vincere il torneo per riscattare la mancata partecipazione agli ultimi Mondiali, la cui parabola iniziò proprio da una partita contro la Spagna. La nazionale allenata da Luis Enrique ha invece iniziato la sua ricostruzione dopo i deludenti Mondiali in Russia, e punta ai Mondiali invernali del 2022.

Fin qui i percorsi delle due nazionali sono stati diversi. L’Italia ha saputo solo vincere, quasi sempre in modo molto convincente, giocando un calcio offensivo e coinvolgente che gli spagnoli conoscono bene. La loro nazionale, invece, è stata molto altalenante: ha il miglior attacco del torneo, ma viene da quattro pareggi nei tempi regolamentari, e l’ultimo, contro la Svizzera in inferiorità numerica, lo ha risolto soltanto ai rigori.

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