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  • Martedì 29 giugno 2021

In Australia aumentano i lockdown

Dopo Sydney sono stati imposti anche a Darwin, Brisbane e Perth, in seguito alla scoperta di alcuni contagi legati alla variante delta

(Cameron Spencer/Getty Images)
(Cameron Spencer/Getty Images)

In Australia quattro delle città più popolose del paese hanno imposto un lockdown a causa dell’aumento dei contagi da coronavirus riscontrato negli ultimi giorni, in particolare per la diffusione della variante delta. Le città sottoposte a lockdown sono Sydney, Darwin, Brisbane e Perth: per tutte e quattro è il primo lockdown dopo molti mesi in cui le restrizioni erano state allentate di pari passo con la diminuzione dei contagi.

Nell’ultima settimana ci sono stati in media 25 casi al giorno in tutto il paese, un numero decisamente basso rispetto ai 25 milioni di abitanti, ma come già nei mesi scorsi le autorità locali hanno deciso di imporre da subito delle restrizioni, per evitare la diffusione del virus. Dall’inizio della pandemia l’Australia ha registrato poco più di 30mila casi e 910 morti per cause legate alla COVID-19 e la diffusione del virus è stata controllata soprattutto grazie alle efficaci misure di contenimento, come i lockdown, che sono stati imposti anche dopo la scoperta di pochissimi casi.

Negli ultimi giorni la prima città a imporre un lockdown era stata Sydney, capitale dello stato australiano del Nuovo Galles del Sud. Sabato la prima ministra dello stato, Gladys Berejiklian, aveva annunciato che tutta l’area metropolitana di Sydney sarebbe stata in lockdown almeno fino al 9 luglio, e aveva specificato che le restrizioni avrebbero riguardato anche le vicine regioni di Blue Mountains, Central Coast e Wollongong. Le regole del lockdown impongono alle persone di uscire di casa solo per gli acquisti essenziali, per andare al lavoro o a scuola, e per fare esercizio fisico o ricevere cure mediche.

A Darwin, capitale del Territorio del Nord, da domenica era stato imposto un lockdown di 48 ore, dopo la scoperta di quattro casi di contagio, causati secondo le autorità sanitarie locali dalla variante delta del coronavirus. Da martedì sera inizierà inoltre un lockdown di tre giorni a Brisbane, capitale dello stato del Queensland, che con circa 2 milioni di abitanti è la terza città più popolosa dell’Australia, dopo Sydney e Melbourne.

Sempre martedì è iniziato un lockdown di quattro giorni a Perth, capitale dell’Australia Occidentale. La decisione è stata presa dopo che erano stati rilevati tre casi di contagio in città, un numero estremamente basso ma che ha spinto le autorità a prendere provvedimenti immediati per evitare la diffusione di focolai.

A Sydney, dove abitano più di 5 milioni di abitanti (quasi un quarto dell’intera popolazione australiana), il lockdown era stato deciso dopo la scoperta di un focolaio emerso a Bondi, la località che si affaccia sull’omonima, famosissima spiaggia; la trasmissione dei contagi era stata collegata a un autista che aveva trasportato dall’aeroporto alla zona di Bondi alcune persone arrivate dall’estero. In tutto i contagi legati al focolaio di Bondi sono finora circa 150.

Un fattore che ha fatto decidere per l’imposizione immediata di nuovi lockdown è la lentezza con cui sta procedendo la campagna vaccinale nel paese: con meno del 5% della popolazione completamente vaccinata, l’Australia è molto indietro rispetto a quasi tutti gli altri paesi sviluppati. I ritardi con le vaccinazioni sono dovuti principalmente al fatto che l’Australia ha fatto ampio affidamento sul vaccino prodotto da AstraZeneca, che in parte ha importato dall’estero e in parte produce in uno stabilimento di Melbourne.

Il problema è che AstraZeneca è stato somministrato finora solo alle persone con più di 60 anni, mentre ai più giovani è stato dato il vaccino di Pfizer-BioNTech, l’unico altro approvato finora. Del vaccino di Pfizer-BioNTech ci sono però meno scorte, e non può essere prodotto in Australia, ma solo importato. Di conseguenza per accelerare le vaccinazioni lunedì sera il primo ministro Scott Morrison ha detto che AstraZeneca potrà essere somministrato anche a chi ha meno di 60 anni, ma solo dopo aver consultato il proprio medico di famiglia.

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