Mancano ancora quasi 500 decreti attuativi

Sono la metà di quelli previsti per rendere operative le leggi e si sta studiando un modo per accelerare i tempi

(Roberto Monaldo / LaPresse)
(Roberto Monaldo / LaPresse)

Il governo guidato da Mario Draghi deve ancora adottare 483 decreti attuativi che servono per rendere operative e concrete le leggi approvate negli ultimi due anni, anche quelle approvate dai due governi guidati da Giuseppe Conte: al momento ne sono stati adottati 486, il 50,2 per cento dei complessivi 969.

I provvedimenti attuativi possono essere di diversi tipi: decreti ministeriali, decreti del presidente della Repubblica, provvedimenti direttoriali, deliberazioni del CIPESS (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), protocolli d’intesa, linee di indirizzo, documenti di programmazione.

I decreti attuativi servono per verificare la concreta applicazione delle leggi, il cui contenuto deve essere valutato con attenzione dai funzionari dei ministeri. Quando le leggi interessano due o più ministeri, come nel caso delle riforme economiche, i tempi di analisi e stesura dei decreti attuativi si allungano e possono richiedere mesi o anni.

Come spiegato dal Sole 24 Ore, la maggior parte dei decreti che devono essere ancora adottati risale ai due governi Conte: 75 sono del governo formato da Movimento 5 Stelle e Lega, e 298 del governo sostenuto dall’alleanza tra Movimento 5 Stelle e PD. Il governo guidato da Mario Draghi ne ha adottati quattro e ne dovrà adottare 110. Ma l’attuale governo ha avuto meno tempo a disposizione, perché si è insediato da pochi mesi e ha ancora quattro decreti in corso di conversione.

Una spiegazione di questi tempi piuttosto lunghi è l’emergenza coronavirus, che ha richiesto anche un notevole sforzo legislativo per l’approvazione delle misure di sostegno economico. Il tasso di attuazione delle leggi approvate lo scorso anno è alto: è stato adottato l’87,9 per cento dei decreti attuativi previsti dal decreto legge Cura Italia e il 75 per cento del decreto Rilancio.

Per cercare di accelerare i tempi di adozione, nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ha presentato un nuovo metodo operativo: in particolare, si punta a rendere più veloce il confronto tra i ministeri, da sempre piuttosto lungo e complesso. Tra le novità c’è anche la creazione di una task force che coinvolgerà due referenti per ogni ministero, uno dedicato all’attuazione e uno al monitoraggio.