A Napoli mancano le persone da vaccinare

Le prenotazioni sono passate da dodicimila a duecento al giorno e l'azienda sanitaria ha deciso di chiudere due punti vaccinali

Il punto vaccinale al museo Madre di Napoli (ANSA/CIRO FUSCO)
Il punto vaccinale al museo Madre di Napoli (ANSA/CIRO FUSCO)
Caricamento player

Negli ultimi giorni sul vialetto che porta alla Fagianeria di Capodimonte, dove l’azienda sanitaria di Napoli ha allestito un centro vaccinale, si sono messe in coda pochissime persone rispetto alle ultime settimane. Medici e infermieri erano pronti ad accogliere migliaia di prenotati, ma in pochi si sono presentati e molti hanno rifiutato la somministrazione. Per questo l’azienda sanitaria venerdì 18 giugno ha chiuso gli hub alla Fagianeria di Capodimonte e al museo Madre. «Non perché manchino i vaccini, ma perché mancano le persone da vaccinare», ha spiegato Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl di Napoli.

I dati di giovedì 17 giugno mostrano basse percentuali di adesione rispetto alle previsioni, sia agli open day organizzati per la somministrazione del vaccino AstraZeneca, sia per le normali vaccinazioni programmate con Pfizer-BioNTech: in totale sono state somministrate 5.396 dosi sulle 14.191 convocazioni in programma. Alla stazione Marittima, il punto vaccinale dove era stato allestito l’open day dedicato alle persone tra 60 e 79 anni, solo il 23 per cento dei prenotati ha accettato la prima dose: su 1.495 convocati ne sono stati vaccinati 342 e 1.153 hanno rifiutato oppure non si sono presentati.

Le percentuali sono simili per l’open day organizzato alla mostra d’Oltremare e dedicato alle persone con meno di 60 anni: sono state vaccinate 1.118 persone, il 24 per cento delle 4.716 che si erano prenotate. Al museo Madre, uno dei due punti vaccinali che venerdì sono rimasti chiusi, sono state somministrate 169 dosi, il 28 per cento delle 600 che erano in programma. Venerdì sono rimasti aperti i punti vaccinali alla mostra d’Oltremare e all’hangar Capodichino per la somministrazione dei richiami con Pfizer.

Il direttore generale dell’Asl, Ciro Verdoliva, ha spiegato che fino a pochi giorni fa si prenotavano dalle 10 alle 12mila persone al giorno e che al momento le prenotazioni sono scese tra le duecento e le trecento al giorno. Un calo non spiegabile soltanto dal fatto che, fisiologicamente, man mano che avanza la campagna sono sempre meno le persone che vogliono vaccinarsi e che ancora devono farlo. Al momento in Campania sono aperte le prenotazioni per tutte le fasce d’età, dai 12 anni in su.

Verdoliva ha detto che l’azienda sanitaria si deve affidare al senso di responsabilità dei napoletani. «C’è una fetta delle persone che hanno aderito che abbiamo convocato anche quattro volte e che non si è mai presentata», ha spiegato. «Siamo completamente fermi sulle prime dosi e non ci resta che continuare ad affidarci al senso di responsabilità del popolo di Napoli di credere nella campagna vaccinale».

Il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, sostiene che il rallentamento della campagna vaccinale sia stato causato dalla «confusione creata dal governo». De Luca si riferisce alla decisione di limitare le somministrazioni del vaccino AstraZeneca esclusivamente a chi ha più di 60 anni. La decisione è stata presa la scorsa settimana dal comitato tecnico scientifico, che ha anche stabilito di ricorrere alla cosiddetta «vaccinazione eterologa» per le persone con meno di 60 anni che hanno già fatto la prima dose con il vaccino di AstraZeneca somministrando loro una seconda dose del vaccino di Pfizer o di Moderna, cioè quelli basati sull’RNA messaggero (mRNA).

Persone in fila, lo scorso aprile, nel parco di Capodimonte (ANSA/CIRO FUSCO)

All’inizio della settimana De Luca aveva annunciato che la Campania non avrebbe rispettato le linee guida del ministero in merito alla vaccinazione eterologa: l’intenzione iniziale era di interrompere le prime dosi con AstraZeneca e continuare a somministrarlo per i richiami. Dopo tre giorni la regione si è però adeguata alle direttive ministeriali. Ieri, dopo aver annunciato che da lunedì la Campania sarà in zona bianca, De Luca ha lanciato un appello per convincere tutti i campani a vaccinarsi. «Se non ci vacciniamo tutti questa ricreazione che si sta vivendo rischia di essere interrotta tra fine settembre e inizio ottobre», ha detto.

Il problema delle mancate adesioni sembra essere significativo soprattutto in alcune zone di Napoli, dove complessivamente al momento il 61 per cento della popolazione ha aderito alla campagna vaccinale. Secondo uno studio pubblicato dall’Asl Napoli 1, le percentuali di adesione sono basse – tra il 20 e il 40 per cento – nei quartieri di Scampia, Miano, San Pietro a Patierno, Barra, San Giovanni a Teduccio, San Lorenzo, Pendino, Mercato. Tra le persone con più di 80 anni l’adesione minore si è registrata a San Pietro a Patierno, la più alta nei quartieri Arenella, Vomero, Chiaia e Posillipo. L’azienda sanitaria ha organizzato un punto vaccinale mobile che nei prossimi giorni si muoverà nei quartieri con le percentuali di adesione più basse per cercare di convincere gli abitanti a vaccinarsi.