Le combattute primarie del centrosinistra a Bologna

Il candidato del PD sembra in vantaggio, ma il partito teme sorprese dalla sfidante di Italia Viva, apprezzata anche dalla destra

Un momento dell'ultimo confronto elettorale, a Villa Torchi, tra Matteo Lepore (PD) e Isabella Conti (IV), Bologna, 17 giugno 2021 (ANSA/ MAX CAVALLARI)
Un momento dell'ultimo confronto elettorale, a Villa Torchi, tra Matteo Lepore (PD) e Isabella Conti (IV), Bologna, 17 giugno 2021 (ANSA/ MAX CAVALLARI)

Domenica a Bologna si terranno le primarie del centrosinistra, che sceglierà il proprio candidato sindaco per le elezioni comunali di inizio autunno. È uno dei confronti più accesi e combattuti degli ultimi tempi in città, perché vede contrapposti Partito Democratico e Italia Viva con due candidati che realisticamente possono contendersi la vittoria, con due idee piuttosto diverse di come amministrare Bologna nei prossimi anni. Considerata la storia politica della città, tra le roccaforti del centrosinistra in Italia, sarebbe poi una grossa sorpresa se il vincitore delle primarie non diventasse sindaco, quest’autunno: cosa che le rende ulteriormente rilevanti.

Matteo Lepore, del Partito Democratico, è l’attuale assessore alla Cultura della giunta del sindaco uscente Virginio Merola. Ha dalla sua parte la sinistra guidata da Emily Clancy, che con la sua coalizione civica aveva ottenuto il 7 per cento dei voti alle precedenti elezioni, e che potrebbe superare questo risultato in autunno sulla spinta di Elly Schlein, candidata alla presidenza della regione nel 2020 e nominata poi vice presidente dal vincitore di quelle elezioni, Stefano Bonaccini del PD.

La candidatura di Lepore è inoltre sostenuta da buona parte degli esponenti storici della sinistra in Emilia-Romagna, compresi l’ex presidente della regione Vasco Errani e l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. Lepore può inoltre contare sul sostegno di vari movimenti, compreso quello delle Sardine, che avevano contribuito all’elezione di Bonaccini e che, pur essendosi molto ridimensionato nell’ultimo anno, gode ancora di una certa influenza locale. Ha inoltre ricevuto apprezzamenti dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il Movimento 5 Stelle che potrebbe sostenere la sua candidatura a sindaco, se vincesse le primarie.

Isabella Conti, invece, è sindaca del comune di San Lazzaro di Savena, poco distante da Bologna. Fa parte di Italia Viva di Matteo Renzi, ma sostiene di non avere particolari legami con lui e di volersi proporre come indipendente. Secondo alcuni osservatori questa posizione sarebbe stata decisa per evitare che la presenza di Renzi possa condizionare negativamente il voto; lo stesso Renzi si è per ora mantenuto piuttosto defilato nella competizione per Bologna.

Conti ha ricevuto apprezzamenti e l’esplicito sostegno di alcuni esponenti locali del Partito Democratico che fanno parte dell’area riformista, o che sono rimasti in qualche modo legati alle idee sul partito che aveva Renzi prima che lo abbandonasse per formare Italia Viva. Nelle ultime settimane Conti ha anche ricevuto apprezzamenti da parte di esponenti del centrodestra, compresi alcuni della Lega. Vari comitati vicini alla destra, come quello “No tram” che contesta un piano di aggiornamento della mobilità cittadina, hanno dichiarato di essere a favore di Conti, dopo avere osteggiato per lungo tempo le iniziative del sindaco uscente Merola.

In questo contesto la campagna elettorale per le primarie è stata piuttosto tesa, con dichiarazioni e attacchi da parte di entrambi i canditati per provare a screditare il proprio avversario. In varie occasioni Lepore ha rimarcato gli apprezzamenti del centrodestra nei confronti di Conti, ricordando che le primarie sono del centrosinistra e non dovrebbero essere inquinate da chi abbia orientamenti politici diversi. Conti ha affrontato direttamente Lepore sul tema, pubblicando un video di un loro incontro in un mercato cittadino, dove chiedeva un chiarimento.


Negli ultimi giorni, Conti ha inoltre ricordato che le primarie sono aperte a tutta la cittadinanza di Bologna, senza particolari limitazioni che escludano chi non è tradizionalmente un elettore del centrosinistra. L’approccio ha ricordato a molti quello seguito da Renzi quando partecipò alle primarie del Partito Democratico per diventarne segretario.

Per domenica prossima si prevede un’affluenza relativamente alta per la scelta del candidato. Il confronto molto acceso tra i due candidati ha portato finora oltre 5mila persone a registrarsi sulla piattaforma per votare online, e diverse altre migliaia dovrebbero votare fisicamente ai seggi. Sotto ai 30mila partecipanti circa, i sondaggi svolti in città danno Lepore in vantaggio, ma le cose potrebbero cambiare sensibilmente nel caso di una forte affluenza.

La quantità di persone che andrà a votare sarà importante anche per altri motivi: domenica scorsa a Torino la partecipazione è stata bassissima con un po’ di conseguenze di immagine per il PD, che ora teme che la delusione possa ripetersi a Roma, dove le primarie si terranno lo stesso giorno di Bologna. Nella capitale il contesto è molto diverso, sia per il passato recente – fatto di faide interne e momenti poco edificanti – sia per la diversa presenza territoriale, che in Emilia è storicamente più forte. A Roma poi le primarie sono molto meno combattute: tutti si aspettano che vincerà l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Insomma: se a Roma l’affluenza sarà bassa, un’eventuale partecipazione numerosa alle primarie di Bologna potrebbe essere perlomeno una consolazione per il PD.


Una recente dichiarazione di Romano Prodi non sembra avere contribuito a calmare il confronto tra i due candidati, e più in generale tra il PD e Italia Viva. Intervistato per strada a Bologna, Prodi ha detto che: «Le primarie sono sempre piene di sangue, e bisogna farle molto in anticipo perché il sangue possa raggrumarsi». Conti ha commentato le sue affermazioni dicendo di essersi sentita «ferita», ma Prodi ha risposto dicendo che la sua frase era scontata e «presente in tutti i manuali di scienza della politica».