• Mondo
  • Lunedì 14 giugno 2021

Decine di migranti potrebbero essere morti in un naufragio al largo dello Yemen

Attraverso lo stretto che lo separa dal Gibuti c'è una rotta migratoria percorsa da decine di migliaia di persone che cercano di raggiungere l'Arabia Saudita

Migranti etiopi sbarcano su una spiaggia di Ras al Ara, in Yemen, il 26 luglio 2019 (AP Photo/Nariman El-Mofty, La Presse)
Migranti etiopi sbarcano su una spiaggia di Ras al Ara, in Yemen, il 26 luglio 2019 (AP Photo/Nariman El-Mofty, La Presse)

Decine di migranti potrebbero essere morti nel naufragio di un’imbarcazione al largo delle coste meridionali dello Yemen: un funzionario della provincia di Lahij, Jalil Ahmed Ali, ha detto all’agenzia di stampa Agence France-Presse che c’è stato un naufragio due giorni fa e che a bordo della barca affondata c’erano tra le 160 e le 200 persone, stando alle parole di alcuni trafficanti di esseri umani yemeniti.

Un gruppo di pescatori ha detto ad Agence France-Presse di aver recuperato i corpi di 25 persone in mare a circa 16 chilometri da Ras al Ara, nota come meta finale dei viaggi organizzati dai trafficanti di esseri umani per portare migranti del Corno d’Africa – cioè provenienti da Etiopia, Eritrea, Gibuti e Somalia – in Yemen. Gli abitanti della zona di Ras al Ara hanno detto a Reuters che alcuni corpi sono stati trovati sulle spiagge.

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM, sigla in inglese) ha confermato che c’è stato un naufragio, ma sta ancora verificando questi racconti e cercando di capire se ci siano dei sopravvissuti. Abd Rabou Mehwali, ex sindaco di Ras al Ara e viceministro all’Istruzione del governo yemenita riconosciuto a livello internazionale, ha detto ad Associated Press che l’imbarcazione naufragata era partita dal Gibuti nel fine settimana.

Negli ultimi anni centinaia di migliaia di persone provenienti dal Corno d’Africa, principalmente etiopi e somali, hanno raggiunto lo Yemen a bordo di imbarcazioni di fortuna messe a disposizione dai trafficanti di esseri umani nel tentativo di arrivare in Arabia Saudita, un paese la cui economia dipende molto dalla manodopera straniera, e gli altri paesi del golfo Persico alla ricerca di lavoro. La zona di Ras al Ara si trova a est dello stretto di Bab al Mandab, 20 chilometri di mare che separano lo Yemen dal Gibuti e collegano il mar Rosso e il golfo di Aden.

Nonostante il viaggio in mare affrontato dai migranti del Corno d’Africa per raggiungere lo Yemen sia più breve di quelli che avvengono nel mar Mediterraneo, è comunque rischioso, anche per via delle condizioni delle barche usate per intraprendere la traversata: ad aprile almeno 44 migranti morirono in un altro naufragio. Le cose per i migranti sono molto difficili anche una volta arrivati sulla terraferma: in Yemen c’è una guerra civile che va avanti da sei anni e il paese sta vivendo quella che secondo le Nazioni Unite è la peggior crisi umanitaria in corso nel mondo.

Secondo le indagini dell’IOM alcuni migranti vengono tenuti sotto sequestro per giorni o anche mesi dai trafficanti di esseri umani fino a quando i loro parenti non pagano un riscatto. Più di 32mila persone arrivate in Yemen in questo modo sono ora bloccate nel paese e fanno fatica a reperire viveri (tra gli stessi yemeniti circa 12 milioni di persone devono far affidamento agli aiuti umanitari per nutrirsi), dormire al coperto e ricevere assistenza sanitaria.

I flussi migratori sono rallentati dall’inizio della pandemia da coronavirus, ma non si sono fermati: dall’inizio dell’anno secondo i dati dell’IOM sono arrivati in Yemen 5.100 migranti.