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  • Venerdì 21 maggio 2021

Gli Stati Uniti non vogliono più comprare la Groenlandia

Lo ha detto il segretario di Stato americano, scartando definitivamente una bizzarra proposta di Donald Trump

Il mare nei pressi della città di Kulusuk, in Groenlandia (AP Photo/Felipe Dana)
Il mare nei pressi della città di Kulusuk, in Groenlandia (AP Photo/Felipe Dana)

Gli Stati Uniti non sono più interessati a comprare la Groenlandia, ha detto il segretario di Stato Anthony Blinken mentre era in visita sull’isola atlantica, segnalando la fine di un bizzarro capitolo che era stato aperto qualche anno fa dall’ex presidente statunitense Donald Trump. A metà tra una sua dichiarazione estemporanea e un inusuale progetto diplomatico, ci furono alcuni giorni nel 2019 in cui l’eventualità che la sovranità formale sulla nazione groenlandese passasse dalla Danimarca agli Stati Uniti fu effettivamente oggetto di discussione sui quotidiani americani.

Blinken, di ritorno dall’Islanda dove aveva partecipato a una riunione del Consiglio Artico, un forum intergovernativo dedicato alle questioni economiche e ambientali che interessano i paesi affacciati sul mar Glaciale Artico, ha visitato la Groenlandia incontrando Jeppe Kofod, ministro degli Esteri danese, e Mute Egede e Pele Broberg, primo ministro e ministro degli Esteri della Groenlandia. Durante una conferenza stampa, rispondendo a una domanda di un cronista, ha confermato che gli Stati Uniti non hanno più intenzione di comprare l’isola.

Era stato Trump a proporre questa strana idea, pur ammettendo che non fosse una vera priorità. Aveva però sostenuto che l’acquisto dell’isola sarebbe stato «un grande affare immobiliare» per gli Stati Uniti: «Strategicamente per gli Stati Uniti sarebbe molto bello, siamo un grande alleato della Danimarca, proteggiamo la Danimarca e aiutiamo la Danimarca e lo faremo», aveva detto.

Per Trump un’acquisizione della Groenlandia sarebbe stata una specie di eredità da lasciare al paese, un po’ come l’acquisto dell’Alaska dalla Russia avvenuto nel 1867: l’Alaska fu per molto tempo solo un territorio di proprietà degli Stati Uniti, fino a che venne ammesso come 49º stato nel 1959. Il Wall Street Journal aveva raccontato anche che l’idea era stata accolta con un misto di attesa e preoccupazione nello staff di Trump, perché non si era capito quanto in là volesse spingersi davvero con quel progetto.

La prima ministra danese Mette Frederiksen aveva criticato duramente le parole di Trump, definendo «assurda» tutta la discussione e dicendo che «la Groenlandia non è in vendita. La Groenlandia non è danese. La Groenlandia appartiene alla Groenlandia. Spero vivamente che non sia un’idea seria». La Groenlandia, infatti, appartiene politicamente alla Danimarca ma si autogoverna con una grande autonomia per quanto riguarda le proprie risorse e lo sfruttamento delle proprie terre, in larga parte coperte dal ghiaccio.

Dell’acquisto della Groenlandia da parte degli Stati Uniti non si era parlato più da allora, e le dichiarazioni di Blinken hanno definitivamente chiuso la questione. Pele Broberg ha commentato dicendo che la sua visita «non è stata considerata un affare immobiliare», facendo riferimento alle frasi usate da Trump in passato. «Un affare immobiliare significa una terra senza niente, e senza nessuno. Il segretario Blinken invece ha chiarito che è qui per le persone che vivono nell’Artico, per le persone che vivono in Groenlandia», ha detto Broberg.

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