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  • Martedì 18 maggio 2021

Sant’Elena sarebbe una meta ideale per le vacanze, a poterci andare

La remota isola atlantica è tra le destinazioni più sicure identificate dal Regno Unito, ma al momento è quasi irraggiungibile

(Leon Neal/ Getty Images)
(Leon Neal/ Getty Images)
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Qualche giorno fa il governo britannico ha pubblicato una lista dei paesi verso i quali i turisti inglesi potranno viaggiare senza il bisogno di sottoporsi a una quarantena al loro rientro. Tra i 12 paesi e territori compresi nell’elenco delle mete di categoria “verde”, ovvero quelli che non prevedono particolari restrizioni dopo il ritorno, c’è anche Sant’Elena, l’isola dell’oceano Atlantico famosa soprattutto perché è il luogo in cui morì Napoleone Bonaparte, il 5 maggio del 1821. Il problema è che nonostante Sant’Elena sia considerato un luogo estremamente sicuro dove viaggiare, al momento mancano i collegamenti per arrivarci.

Il governo britannico consiglia o meno di viaggiare verso certi paesi in base ad alcuni parametri, come il numero dei contagi riscontrati e il successo dei piani vaccinali; prima di tornare in Inghilterra, i turisti devono sottoporsi a un tampone che dovrà avere esito negativo e prenotare un ulteriore test a cui sottoporsi al secondo giorno dal ritorno. I paesi stranieri sono divisi in base a fasce di rischio rappresentate dai colori di un semaforo: per il momento è fortemente sconsigliato viaggiare verso i paesi di fascia “rossa”, cioè quelli considerati più a rischio, come India, Pakistan, Brasile e Sudafrica, per cui il rientro nel Regno Unito sarà consentito soltanto ai residenti; sarà invece ammesso, sebbene sconsigliato, viaggiare verso i paesi di fascia “arancione”, tra cui c’è l’Italia, al ritorno dai quali bisognerà comunque sottoporsi a una quarantena di 10 giorni.

Tra i luoghi inseriti nella fascia “verde”, che non sempre sono a loro volta aperti ai turisti provenienti da altri paesi, ci sono per esempio Australia, Nuova Zelanda, Islanda e Israele, ma anche territori che dipendono dal Regno Unito, come Gibilterra, le isole Falkland o, appunto, il territorio d’oltremare di Sant’Elena.

Il Financial Times ha raccontato che grazie alla chiusura dei confini nella primavera del 2020 la remota isola di Sant’Elena è rimasta un territorio “COVID-free”, e ha spiegato che da qualche tempo il governo locale ha ricominciato ad ammettere i turisti. Il fatto è che a causa del peggioramento della pandemia in Sudafrica, l’unico volo della compagnia sudafricana Airlink che collegava settimanalmente Johannesburg a Jamestown – la cittadina principale dell’isola – è stato cancellato, e per il momento anche tutte le crociere che passavano da Sant’Elena sono state annullate.

Sant’Elena è un’isola situata nell’oceano Atlantico, circa 1.950 chilometri a ovest dell’Angola e 4mila chilometri a est delle coste orientali del Sud America. Ha una superficie di circa 121 chilometri quadrati – poco più della metà dell’Isola d’Elba –, fu scoperta dai portoghesi nel Sedicesimo secolo e a partire dal 1659 fu colonizzata dai britannici, che la usarono soprattutto per farci sosta nei loro viaggi in nave e per mandarci i prigionieri delle guerre che combatterono in Sudafrica. Oggi fa parte di quello che formalmente si chiama territorio d’oltremare britannico di Sant’Elena, Ascensione e Tristan da Cunha, composto anche da altre isole più piccole.

Il Financial Times ha spiegato che dopo il recente inserimento di Sant’Elena tra i paesi della lista “verde” l’agenzia di viaggi online Opodo ha cominciato a vedere «un interesse senza precedenti» per quest’isola così sperduta. Non solo qui la pandemia da coronavirus non è mai arrivata, ma il 95 per cento della popolazione dell’isola – circa 4.500 abitanti in totale – ha già ricevuto entrambe le dosi del vaccino.

Il problema è che adesso il solo modo per raggiungere l’isola è un volo della compagnia di charter britannica Titan Airways che parte dall’aeroporto di Londra Stansted ogni sei settimane e costa circa 1.900 sterline andata e ritorno (più di 2.200 euro). Inoltre, nonostante il “via libera” del governo britannico, le regole locali imporrebbero ai turisti una quarantena di due settimane dopo l’arrivo sull’isola, cosa che riduce ulteriormente la probabilità che qualcuno possa andarci davvero in vacanza, almeno per il momento.

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Da qualche anno l’amministrazione locale di Sant’Elena aveva iniziato a puntare sul turismo per far crescere l’economia dell’isola, che oltre ai paesaggi e al fascino letterario e storico ha tra le sue attrazioni principali Francis Plain, uno dei campi da cricket più remoti del mondo, e Longwood House, la villa dove notoriamente Napoleone trascorse il suo esilio dopo la sconfitta nella battaglia di Waterloo, nel 1815.

Per quest’anno era stato previsto un maggiore afflusso di turisti proprio in occasione dei 200 anni dalla morte di Napoleone a Sant’Elena, che sarebbe stata un’opportunità unica per far conoscere l’isola e risollevare l’economia locale. Al contrario, per via dell’andamento della pandemia da coronavirus nel resto del mondo, si è trasformata in un’enorme «delusione», ha detto al Financial Times Derek Richards, responsabile dell’ente turistico di Sant’Elena e anche dell’associazione locale di cricket.

Longwood House, la villa di Sant’Elena dove Napoleone Bonaparte trascorse il suo esilio e morì, nel 1821. (Leon Neal/ Getty Images)

Fino a più o meno tre anni fa, l’unico modo per arrivare a Sant’Elena era attraverso una nave postale, che richiedeva un viaggio di cinque giorni con partenza da Città del Capo, in Sudafrica. La nave fermava sull’isola ogni quattro settimane e viaggiarci costava alcune migliaia di euro, ma smise di fare sosta sull’isola all’inizio del 2018, pochi mesi dopo l’inaugurazione dell’aeroporto di Sant’Elena, la cui realizzazione comportò diversi ritardi e un costo di circa 285 milioni di sterline (più di 330 milioni di euro). Secondo i piani del governo britannico e dell’ente turistico locale, l’aeroporto doveva servire ad attirare fino a 30mila turisti all’anno, ma nel suo primo anno di attività ne vide passare soltanto 894 e negli anni successivi sempre poche migliaia.

Come ha spiegato al Financial Times Debbie Fantom, che affitta ai turisti alcune stanze della sua casa a Sandy Bay, nel sud dell’isola, non solo gli abitanti di Sant’Elena non hanno visto neanche un turista per più di un anno, ma adesso, a loro volta, avrebbero voglia di andare in qualche posto diverso e non ne hanno la possibilità. Fantom, che ha approfittato del lungo periodo di pausa per fare alcuni lavori di ristrutturazione, ha detto di sperare che in futuro andare a Sant’Elena sia per i turisti «come fare un viaggio indietro nel tempo», in un posto «senza stress» e soprattutto «rimasto incontaminato rispetto agli orrori della pandemia».

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