I dati sul coronavirus in Italia di oggi, lunedì 3 maggio

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 5.948 casi positivi da coronavirus e 256 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 20.885 (16 in più di ieri), di cui 2.490 nei reparti di terapia intensiva (34 in meno di ieri) e 18.395 negli altri reparti (50 in più di ieri). Sono stati analizzati 77.339 tamponi molecolari e 44.490 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata del 7,3 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,6 per cento. Nella giornata di domenica i contagi registrati erano stati 9.148 e i morti 144.

Le regioni che hanno registrato più casi nelle ultime 24 ore sono Campania (959), Sicilia (734), Lazio (661), Emilia-Romagna (641) e Lombardia (637).

Le principali notizie della giornata
Da oggi, lunedì 3 maggio, sono entrati in vigore i nuovi colori delle regioni: la Valle D’Aosta è in zona rossa, mentre Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna sono in zona arancione e tutte le altre regioni in zona gialla. I cambi di colore hanno riguardato solo Valle D’Aosta (che era in zona arancione) e Sardegna (che era in zona rossa). In base alle misure in vigore dal 26 aprile, tra le regioni in zona gialla ci si può spostare liberamente. Tra le regioni in zona arancione o rossa invece ci si può spostare per motivi di lavoro, salute o necessità, oppure con un “certificato verde”: cioè una certificazione dell’avvenuta vaccinazione contro il coronavirus, della guarigione dall’infezione o della negatività al virus tramite tampone molecolare o antigenico (valido solo se effettuato nelle precedenti 48 ore).

In Italia si iniziano a vedere i primi effetti della campagna vaccinale contro il coronavirus: sono calati i nuovi casi tra gli operatori sanitari, la prima categoria ed essere protetta, sono diminuiti i ricoverati anziani in gravi condizioni e c’è anche una prima flessione della curva della mortalità tra le persone con più di 80 anni. I dati che mostrano questi andamenti, molto attesi, sono stati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità (ISS), che nel report diffuso il 30 aprile ha analizzato le curve di casi, ricoverati e decessi per metterle in relazione con la progressione della campagna vaccinale.

Alcuni dei vaccini contro il coronavirus più diffusi, come quelli di Pfizer-BioNTech e di Moderna, devono essere conservati tra i -80 e i -20 °C a seconda dei casi, una circostanza che complica la loro distribuzione soprattutto nei paesi più poveri, dove ospedali e cliniche non sempre possono permettersi congelatori potenti e costosi. Il problema della refrigerazione riguarda buona parte dei vaccini sviluppati nell’ultimo secolo, e per questo da diverso tempo alcuni ricercatori sono al lavoro per risolverlo ripensandone le formulazioni, in modo che non abbiano bisogno di essere tenuti nei frigoriferi. È una sfida non indifferente, ma la pandemia potrebbe contribuire ad accelerare le loro ricerche: lo spieghiamo meglio qui.

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