Lo Spazio nell’arte sovietica

In un'era in cui i temi religiosi erano messi al bando, l'esplorazione del cosmo fu al centro di una variegata e imponente produzione

Particolare del Monumento ai conquistatori dello spazio a Mosca (EPA/FELIPE TRUEBA/ANSA)
Particolare del Monumento ai conquistatori dello spazio a Mosca (EPA/FELIPE TRUEBA/ANSA)

Nei primi anni Sessanta sembrava che nulla potesse fermare la corsa allo Spazio dei sovietici. Il 12 aprile 1961 erano riusciti a mandare per la prima volta nella storia un uomo in orbita intorno alla Terra, avvenimento che preoccupò molto gli Stati Uniti, con cui l’Unione Sovietica rivaleggiava praticamente in ogni campo per via della Guerra fredda. Il predominio sovietico nella corsa allo Spazio durò pochi anni, all’incirca fino all’allunaggio americano del 1969, ma contribuì allo sviluppo culturale e soprattutto artistico del paese. Il pretesto della propaganda e della celebrazione diede modo agli artisti di sviluppare un nuovo linguaggio, che è rimasto in centinaia di manifesti, opere d’arte e anche in moltissimi oggetti quotidiani.

Come ha raccontato di recente un articolo di BBC, in quegli anni l’Unione Sovietica aveva messo al bando l’iconografia religiosa e solamente poche figure del passato più vicine agli ideali marxisti-leninisti potevano essere celebrate. Per questo motivo, gli artisti si concentrarono sulla glorificazione dei leader sovietici e sul racconto di temi come l’industria e la scienza. E l’esplorazione spaziale.

Questi temi ebbero una grande influenza sullo sviluppo dell’arte sovietica. Alexandra Sankova, direttrice del Museo del Design di Mosca, ha spiegato a BBC che negli anni della corsa allo Spazio ci fu una rivisitazione delle idee più avanguardiste in chiave propagandistica, come era accaduto negli anni Venti con la fotografia. Inoltre, gli artisti si rifecero allo stile iconografico ortodosso e in generale all’arte tradizionale russa: «Invece di Cristo, c’era una figura sovietica. Dovevano convincere la gente e hanno usato un linguaggio che era già noto. Alcuni di quei pezzi sono proprio come l’arte iconica tradizionale».

Un manifesto di propaganda sovietico degli anni Settanta

In realtà l’interesse dei russi nello Spazio ha origini ancora più antiche, che risalgono all’Ottocento e al pioniere dell’astronautica Konstantin Ciolkovskij: ritenuto un pazzo quando era in vita, venne poi celebrato dal regime sovietico. Negli anni Venti e Trenta – non solo nelle repubbliche sovietiche – cominciò a formarsi un’estetica ispirata al cosmo e alla sua esplorazione, ma è negli anni Sessanta che divenne un tema davvero popolare. «All’improvviso tutti erano molto entusiasti all’idea di andare nello Spazio», ha spiegato Sankova. «I disegnatori facevano immagini ispirate ai risultati ottenuti non per le masse, ma perché erano davvero enormemente orgogliosi e ispirati».

Il monumento a Yuri Gagarin, il cosmonauta che nel 1961 fu il primo uomo a volare nello spazio. Fu costruito nel 1980 e si trova a Mosca, è alto 42 metri e pesa 12 tonnellate. La figura di Gagarin e messa su un piedistallo che assomiglia al fumo di un razzo. (AP Photo/Maxim Marmur)

Un mezzo molto popolare su cui veniva diffusa l’arte sovietica era la rivista Tekhnika Molodezhi (“Tecnologia della gioventù”), che viene pubblicata ancora oggi e che allora mischiava scienza e fantascienza. In quasi tutto quel periodo, scrive Sankova nel suo libro Soviet Space Graphics, «i cittadini sovietici vissero indirettamente anche attraverso le immagini che consumavano. Per la maggioranza di loro, era l’unico modo di provare l’eccitazione della scoperta e di capire quanto la scienza potesse portare la nazione oltre gli anni più difficili».

Anche se gli esempi più eclatanti di questa arte sono alcuni monumenti fuori scala in metallo, dalle linee dritte e slanciate per esprimere dinamismo e potenza, tra gli anni Sessanta e Ottanta i sovietici potevano trovare ovunque rappresentazioni visuali dello Spazio e della capacità industriale della nazione, anche su oggetti quotidiani come barattoli, scatole di caramelle, francobolli, lampade e persino lavatrici e aspirapolvere.

Un manifesto del 1962

Le immagini relative allo Spazio e alla sua esplorazione accompagnavano i sovietici fin da bambini: in molte città i parchi gioco erano a forma di razzi e navicelle.

Un francobollo celebrativo del 1963 (Flickr/Mark Morgan)

Uno degli esempi più ingombranti di arte sovietica applicata a temi cosmici è il Monumento ai conquistatori dello spazio. La sua struttura in titanio è alta 107 metri e la sua base è così grande da ospitare un intero museo, dedicato ai cosmonauti. Il monumento è alto quasi il doppio dei razzi delle missioni sovietiche Vostok, che ne ispirarono la costruzione.

Il Monumento ai conquistatori dello spazio, situato vicino alla stazione metro VDNCh di Mosca. Fu costruito nel 1961 e alla sua base c’è il museo dedicato ai cosmonauti (© Mihail Siergiejevicz/SOPA Images via ZUMA Wire)

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