• Domenica 18 aprile 2021

Il comunicato della UEFA contro l’istituzione della “Super League”

Insieme ai maggiori campionati europei, Serie A compresa, ha minacciato dure ripercussioni nei confronti dei club che dovessero aderire a un torneo continentale indipendente

(Matthias Hangst/Getty Images)
(Matthias Hangst/Getty Images)

Domenica pomeriggio la UEFA ha pubblicato un comunicato piuttosto duro contro la possibile istituzione di un nuovo torneo continentale riservato a pochi grandi club, la cosiddetta “Super League”. Di questo progetto si parla ormai da anni ma negli ultimi giorni le notizie si sono intensificate in concomitanza con la riunione del comitato esecutivo della UEFA, in programma lunedì, nella quale dovrebbe essere definito il nuovo formato della Champions League a partire dal 2024.

La UEFA, che è l’organo che governa il calcio professionistico europeo e che organizza tutte le competizioni continentali, si è sempre detta contraria all’istituzione di un torneo a numero chiuso, dato che il suo scopo è quello di garantire l’accessibilità delle competizioni a ogni squadra professionistica che arrivi a meritarlo attraverso i percorsi tradizionali.

Nel comunicato pubblicato domenica si legge: «La UEFA, la Federazione calcistica inglese e la Premier League, la Federazione spagnola e la Liga, la Federazione italiana e la Serie A hanno appreso che alcuni club inglesi, spagnoli e italiani starebbero pianificando l’annuncio dell’istituzione di una cosiddetta “Super League”. Se ciò dovesse accadere, ci teniamo a ribadire che noi, ma anche la FIFA e tutte le federazioni affiliate, saremo uniti nello sforzo per fermare questo cinico progetto che si fonda sugli interessi di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà».

Il comunicato continua: «Come annunciato in precedenza anche dalla FIFA, ai club coinvolti sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali».