Una canzone di Simon e Garfunkel

Sono due canzoni, in realtà, stavolta

(Photo by Keystone/Getty Images)
(Photo by Keystone/Getty Images)

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Con riconoscenza e un po’ di imbarazzo condivido l’immane lavoro di Filippo che ha fatto su Spotify una playlist di 2982 canzoni di Playlist.
C’è stata qualche eccitazione tra i fan della rock band irlandese dei My bloody Valentine – adorata e di culto negli anni Novanta per soli due dischi – alla notizia che ci siano invece due dischi nuovi che potrebbero uscire, prima o poi (ne fecero uno in mezzo, otto anni fa).
È uno di quei giorni che dico grazie per le mail, le cose che ci sono scritte, e per goderci le canzoni insieme.

Old friends
Time it was, and what a time it was, it was

Già questo è uno scioglilingua da sollucchero.
Sono due canzoni, in realtà, stasera. Perché in quel disco di Simon e Garfunkel del 1968 (quello di Mrs. RobinsonBookends inizia dove finisce Old friends, senza soluzione di continuità (la mia professoressa di lettere al liceo diceva “senza soluzione di continuità” e io capivo sempre il contrario: una “soluzione” è una cosa che risolve, non che scioglie, pensavo, e quindi crea continuità; se è “senza” vuol dire che non c’è continuità). E tutti ci siamo abituati a che le due canzoni siano una sola: per soprammercato, loro le hanno incastrate insieme nel leggendario concerto di Central Park.

La prima canzone parla di essere anziani, dolcemente, ma contiene già il titolo della seconda: i bookends sono quella cosa il cui nome in italiano suona molto peggio, reggilibri. La canzone immagina i vecchi amici “seduti sulle panchine del parco come reggilibri”.

Old friends, old friends
Sat on their park bench like bookends
A newspaper blown through the grass
Falls on the round toes
Of the high shoes of the old friends

La seconda canzone le è attaccata alla fine del lato A, anche se il suo motivo era già all’inizio del disco. E ha ancora uno stupendo breve testo su tempo e ricordi.

Time it was, and what a time it was, it was
A time of innocence, A time of confidences
Long ago, it must be, I have a photograph
Preserve your memories; They’re all that’s left you

Un giorno, se ci va bene, saremo su quelle panchine. Abbracci a chi di voi è già lì, arriviamo.

Can you imagine us years from today
Sharing a park bench quietly?
How terribly strange to be seventy


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