Una canzone di Elton John

E una serie di informazioni telegrafiche sull'inizio di un lato B di quarant'anni fa

(Photo by Kevin Winter/Getty Images)
(Photo by Kevin Winter/Getty Images)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
C’è una canzone nuova di Lola Young, e però ora tutte le sue canzoni sembrano un po’ meno belle di quella che raccontammo ai primi tempi di questa newsletter.
Ha fatto un disco nuovo Sananda Matreya, ovvero Terence Trent D’Arby, come si chiamava quando ebbe i suoi maggiori successi e infilò diverse buone canzoni (quella più famosa, quella più bella secondo me: ok, è un valzer). I giornali italiani ne hanno scritto parecchio, perché lui vive a Milano da un pezzo.
Oggi compie 90 anni William Shatner, familiare ai fan di Star Trek e agli iscritti a questa newsletter.
Voglio condividere questa cosa con chi di voi abbia letto la terza puntata delle riflessioni di Alessandro Baricco sulla pandemia, e dopo averla letta trovi che una delle sue prese di posizione fosse stata anticipata dagli immortali versi:
Una quotidiana guerra
Con la razionalità
Ma va bene purché serva
Per farmi uscire

Indian sunset
Oggi sarò telegrafico, almeno nella forma.

Madman across the water, il quarto disco di Elton John in due anni, uscì 40 anni fa, nel 1971.

La prima canzone del lato A era Tiny Dancer, una delle canzoni più amate e belle di Elton John. Usata formidabilmente in quel “singalong” in Almost Famous, il film.

Elton John aveva 24 anni, nel 1971.

I testi del disco sono tutti di Bernie Taupin, il socio di Elton John nella scrittura delle canzoni che è diventato noto a tutti dopo quel film di due anni fa su Elton John che si chiamava Rocketman. Sono loro due, nella foto qui sopra.

La prima canzone del lato B era Indian sunset: una storia sulla storia dei nativi indiani e della loro sconfitta, meno famosa, ma con una ricchezza e varietà di costruzione anomale rispetto alle canzoni più famose di Elton John. Sette minuti, a momenti è quasi un pezzo progressive. E in mezzo, ha quell’isola di tre strofe di dolcezza formidabile.

I take only what is mine Lord, my pony, my squaw, and my child
I can’t stay to see you die, along with my tribe’s pride
I go to search for the yellow moon and the fathers of our sons
Where the red sun sinks in the hills of gold and the healing waters run

La fama maggiore, Indian Sunset la ottenne nel 2004 quando la usò Eminem insieme a un pezzo di Tupac Shakur, in un disco di sue canzoni postume (di Tupac).

Qui c’è Elton John che la fa nel 1971 per una registrazione della BBC.

Those who wish to follow me, I welcome with my hands


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