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  • Lunedì 1 marzo 2021

Le mini auto elettriche convengono, in Cina

C'è un vivace mercato, in parte illegale, perché sono economiche e di fatto la loro circolazione è una grande zona grigia

auto elettriche cina
(Al Jazeera English/YouTube)

La SAIC Motor (Shanghai Automotive Industry Corporation) è una delle principali e più longeve case automobilistiche cinesi. La Hong Guang Mini EV, un suo recente modello di auto elettrica da città costruita in collaborazione con l’americana General Motors e in vendita dall’estate scorsa a un prezzo di circa 3.700 euro, si sta dimostrando uno dei più grandi successi commerciali dell’azienda. La versione base è omologata per quattro persone e può raggiungere una velocità massima di 100 chilometri orari. A gennaio scorso in Cina ne sono state vendute circa il doppio rispetto alle auto Tesla, nettamente superiori in termini di prestazioni e autonomia ma anche molto più costose.


Nel 2019 in Cina sono stati venduti complessivamente circa 1,18 milioni di auto elettriche plug-in, cioè con batterie ricaricabili attraverso una fonte esterna. Ma da anni la produzione e la vendita di modelli “mini” alimenta un mercato molto stratificato ed eterogeneo, non sempre e non del tutto legale, la cui espansione è stata a lungo favorita da molteplici fattori tra cui un’ampia zona grigia normativa.

Tra i primi c’è la loro indubbia appetibilità per una fascia molto ampia della popolazione cinese, il 40 per cento della quale, circa 600 milioni di persone, guadagna l’equivalente di circa 125 euro al mese. A renderle ulteriormente richieste è poi la scarsa regolamentazione sulla vendita e la circolazione delle auto che si possono guidare senza patente, spesso vietate nei centri urbani ma comunque diffusissime nelle periferie.

Il fenomeno delle mini auto elettriche in Cina riguarda in tantissimi casi modelli noti come “veicoli per gli anziani”, auto generalmente non più lunghe di due metri. Sono simili a versioni un po’ più elaborate di risciò o auto caddy, i piccoli veicoli a tre o a quattro ruote utilizzati dai giocatori di golf per spostarsi lungo il campo. Altri modelli, con o senza tettuccio, ricordano le minicar che in Italia possono guidare le persone di almeno 14 anni con patente AM (il patentino per i motorini). Sono mezzi ideali per i brevi spostamenti e di fatto rappresentano per molte persone un’alternativa agli scooter in periodi dell’anno in cui, per esempio a Pechino, le temperature possono scendere fino a 4 °C.

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Come riportato in un articolo pubblicato dalla testata giornalistica no profit Rest of World, queste mini auto elettriche hanno un costo tra 500 e 2.000 euro, non superano i 50-60 chilometri orari e si possono ricaricare collegandole alle comuni prese elettriche, come un qualsiasi smartphone. Sono vendute ogni giorno tramite vari sotterfugi da piccoli e numerosi concessionari di scooter nelle vie affollate delle periferie delle grandi città, tra banche, ristoranti e negozi di alimentari, e al termine di trattative segrete nel retro dei saloni. Dal 2018 la vendita a Pechino è ufficialmente vietata ma ancora ufficiosamente tollerata nella gran parte dei casi. Alcuni concessionari hanno persino showroom all’aperto.

Il mercato di mini auto elettriche in Cina esiste da circa dieci anni e, secondo Rest of World, la vendita di questi modelli “per anziani” è oltre due volte superiore rispetto a quella delle normali auto elettriche, benché non abbia mai goduto degli incentivi introdotti dal governo, come l’immatricolazione gratuita prevista per le auto elettriche regolari. La progettazione di queste auto richiede generalmente sei mesi – i prototipi sono spesso creati con stampanti 3D, in scala 1:1 – e altri sei mesi bastano per immetterle nel mercato. La produzione beneficia delle normali catene di approvvigionamento dei pezzi e, in generale, di un ecosistema automobilistico ormai ampiamente collaudato.

Non esistono pubblicità di queste auto trasmesse in televisione, ma se ne vedono molte su Kuaishou, un social network di brevi video molto utilizzato in Cina specialmente dalle persone che vivono fuori dalle grandi città. Tra gli acquirenti tipici di questi mezzi ci sono lavoratori migranti, persone che si trasferiscono dalle regioni più povere. In molti casi non hanno la patente e non hanno abbastanza soldi per pagare le lezioni di guida né per sostenere tutti i costi relativi al possesso e alla manutenzione di un’auto regolare. Sono molto utilizzate anche tra gli over 70, che fino a novembre scorso in Cina non potevano avere una patente di guida e attualmente devono superare un esame speciale per poter guidare limitate categorie di veicoli.

Non essendo la loro produzione regolata dal governo, le mini auto elettriche “per anziani” non possono essere assicurate. Significa che in caso di incidenti le possibilità di ottenere risarcimenti per i conducenti dei mezzi regolari sono ridottissime. Il fatto che raggiungano velocità massime relativamente contenute e che non richiedano una patente rende spesso la guida di questi mezzi abbastanza imprudente e spericolata, un po’ come succede in molti paesi asiatici con gli scooter.


Una delle ragioni principali del successo di queste mini auto elettriche a Pechino è l’assenza di una normativa specifica sulla loro circolazione in centro, che è invece rigidamente regolata per i mezzi normali. L’accesso al centro e fino alla quinta circonvallazione è consentito soltanto ai veicoli con targa di Pechino. Per ottenerne una è necessario un processo basato su un particolare sistema ad aste che può durare mesi, e la cui macchinosità contribuisce peraltro ad alimentare un mercato nero delle immatricolazioni fittizie. Si stima che i possessori di una targa possano, mettendola in affitto, arrivare a guadagnare fino a 2.200 euro all’anno. L’immatricolazione gratuita, non a caso, è ritenuto uno dei più potenti ed efficaci incentivi del governo per stimolare il passaggio alle auto elettriche.

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Riguardo ai rischi di sequestro e confisca del veicolo da parte delle autorità, al momento piuttosto limitati, i venditori illegali di mini auto elettriche in genere danno agli acquirenti il consiglio di non guidarle sulle strade principali e di non farne un business. Ma c’è chi non ascolta, spiega Rest of World, che racconta il caso di un’impiegata nel settore dell’edilizia, originaria della provincia dell’Henan, che per arrotondare lo stipendio utilizza una mini auto elettrica per fare da autista nel distretto di Fengtai. Riceve telefonate da clienti molto facoltosi ma lavora soltanto nelle prime ore del giorno, tra le sette e le nove, prima dell’inizio del turno mattutino della polizia stradale. Nella maggior parte dei casi copre distanze che richiederebbero una ventina di minuti per essere percorse a piedi.

I servizi di trasporto privato su mini auto elettriche sono gestiti da persone che si auto-organizzano tramite gruppi locali su WeChat, la diffusissima app di messaggistica e social network. Spesso già al momento dell’acquisto in concessionaria questa possibilità viene illustrata ai nuovi proprietari, che possono accettare di essere introdotti in quei gruppi. Nelle conversazioni vengono poi condivise informazioni sulla presenza di eventuali posti di blocco e su eventuali multe ricevute o sequestri del veicolo.

Secondo gli autisti questi servizi sono tacitamente approvati dal governo, che fin dal 2011 discute e rinvia una regolamentazione della vendita delle mini auto elettriche valida per tutto il paese. Nuove normative specifiche sono attese nel corso del 2021, ma intanto già in alcune province, come nello Jiangxi, è possibile stipulare una polizza assicurativa.

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