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  • Mercoledì 3 febbraio 2021

Cosa sappiamo della piattaforma per i vaccini di Poste

Non è un'app, ma un sistema per gestire le prenotazioni: finora però lo hanno scelto solo quattro regioni

Gli stock di vaccini Pfizer-BioNTech vengono estratti dai frigoriferi (Cecilia Fabiano/ LaPresse)
Gli stock di vaccini Pfizer-BioNTech vengono estratti dai frigoriferi (Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Nonostante in molte regioni sia iniziato il coinvolgimento della popolazione nella campagna vaccinale, ci sono ancora poche informazioni su come verrà gestita la somministrazione alle fasce d’età più numerose, soprattutto quelle sotto i 60 anni. Fino a poche settimane fa, per esempio, sembrava che potesse esserci un’unica piattaforma informatica nazionale sviluppata da Poste, ma al momento solo quattro regioni si sono affidate al sistema centralizzato. Già ora la programmazione è piuttosto complessa, e lo sarà ancora di più nelle prossime settimane. Questo dipende dagli stessi motivi per cui nell’ultimo anno è stato difficile capire e spiegare la gestione dell’emergenza sanitaria: l’autonomia regionale rende tutto più frammentato.

Gli obiettivi iniziali
A metà dicembre, quando era stata presentata la campagna vaccinale, il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri aveva parlato della possibilità di avere a disposizione un’app sviluppata da Poste ed Eni. Arcuri aveva detto che l’app sarebbe stata nazionale, un po’ come successo per Immuni, e che avrebbe permesso di tracciare tutte le dosi di vaccino dalla prenotazione fino alla somministrazione. Uno degli obiettivi per cui era stata pensata l’app era la raccolta di dati e informazioni da inviare in tempo reale al ministero della Salute, che ha il compito di valutare gli effetti della campagna vaccinale.

La struttura di Arcuri aveva spiegato al Post che l’app si sarebbe integrata «con l’anagrafe dei sistemi sanitari regionali» e che sarebbe stata «un ulteriore supporto per organizzare prenotazioni, registrazioni monitoraggio delle vaccinazioni».
Ma già a fine dicembre, con l’inizio della prima fase della somministrazione, quella che ha coinvolto operatori sanitari e ospiti nelle RSA, è stato chiaro che le regioni non avevano intenzione di affidarsi a un unico sistema.

La gestione delle vaccinazioni è stata organizzata in ordine sparso: alcune regioni, come la Toscana, hanno vaccinato prima gli ospiti delle RSA, molte altre invece hanno preferito iniziare dagli operatori sanitari. A metà gennaio, i ritardi e la ridistribuzione delle dosi da parte di Pfizer hanno aggiunto nuove variabili che hanno reso la situazione ancor più articolata. Con la graduale apertura della vaccinazione alle fasce meno a rischio aumenteranno anche i problemi di pianificazione e gestione di prenotazione e somministrazione a milioni di persone.

– Leggi anche: Le vaccinazioni per gli anziani cominciano in ordine sparso

La piattaforma c’è
Fino a pochi giorni fa sembrava che il servizio di Poste Italiane ed Eni fosse stato accantonato, invece c’è. Non è un’app, bensì una piattaforma gestionale con cui le regioni possono coordinare diversi sistemi di prenotazione, organizzare le somministrazioni e inviare i dati delle vaccinazioni al ministero della Salute.

(Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Due dettagli importanti: le regioni possono utilizzare la piattaforma gratuitamente, senza spendere soldi per sviluppare nuovi portali, e la sua tecnologia si appoggia su Azure, la rete cloud di Microsoft che dovrebbe consentire di evitare problemi di sovraccarico e guasti. A differenza di quanto era stato comunicato da Arcuri, in questa fase Eni c’entra poco: secondo Repubblica, l’azienda dovrà occuparsi dell’analisi dei dati con l’utilizzo di un “supercalcolatore” chiamato HPC5, anche se su questo progetto per ora non ci sono informazioni.

La piattaforma informatica di Poste Italiane invece è già operativa, anche se non visibile al pubblico, ed è stata scelta da Sicilia, Marche, Calabria e Abruzzo, ma non è escluso che nelle prossime settimane anche altre regioni possano affidarsi al sistema centralizzato per l’organizzazione delle somministrazioni alle persone con meno di 60 anni, in vista della fase 3 del piano vaccinale. È ancora presto per capire se il lavoro di Poste Italiane sarà sfruttato dalle regioni.

La piattaforma di Poste consente di gestire le prenotazioni online, attraverso i siti o le app delle regioni, ma anche i call center dedicati. Nelle regioni che sceglieranno questo sistema sarà possibile prenotare anche attraverso gli ATM Postamat, cioè gli sportelli di prelievo di Poste, inserendo la tessera sanitaria invece del bancomat, e anche tramite i postini che potranno ricevere la richiesta e inviarla dai palmari già in dotazione.

Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, ha spiegato che al momento la piattaforma è operativa, ma non attiva, nel senso che non ci sono riferimenti o link sul sito di Poste Italiane o delle regioni, che la possono utilizzare come supporto per la gestione. «Quando le ASL delle regioni si apriranno alle prenotazioni passive, quindi si dirà che chi vuole farsi il vaccino liberamente può mettersi in contatto (con le regioni, ndr), come si può mettere in contatto? Noi abbiamo messo a disposizione tutti i canali di Poste Italiane. Chi lo fa con noi è tranquillo», ha detto Del Fante.


Come si stanno organizzando le regioni
Nelle quattro regioni che hanno confermato l’utilizzo della piattaforma di Poste Italiane non è ancora iniziata la prenotazione delle persone con più di 80 anni, la prima fase di coinvolgimento della popolazione. È probabile che il sistema centralizzato, come spiegato da Del Fante, sarà attivato quando si aprirà la fase di somministrazione alle persone non comprese nelle fasce a rischio, i cittadini con meno di 60 anni. Quindi è difficile prevedere i tempi: probabilmente questa fase potrebbe aprirsi entro l’inizio dell’estate.

Finora, infatti, tutte le regioni hanno scelto regole, criteri e tempi molto diversi per le prenotazioni per gli anziani. La prima grande regione a partire è stata il Lazio, dove da lunedì è stato attivato un portale online in cui è possibile prenotare i due appuntamenti per la somministrazione che inizierà lunedì 8 febbraio. Secondo i dati aggiornati ad oggi, si sono già prenotate 145mila persone anche se nelle prime ore di lunedì ci sono stati molti problemi: il portale è andato in tilt a causa dell’elevato numero di accessi. Un guasto che probabilmente non ci sarebbe stato con il sistema di Poste Italiane.

L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha spiegato a Repubblica che il Lazio ha scelto di sviluppare un suo portale per una questione di tempi. «In Poste erano indietro e noi volevamo partire al più presto e abbiamo preferito fare da soli (rivolgendosi alla società informatica Lazio Crea, ndr). Ma in questo modo tra una settimana avremo prenotato tutti gli over 80 che sono oltre 400 mila», ha detto D’Amato.

– Leggi anche: Per le vaccinazioni tutti guardano il Lazio

In molte altre regioni le persone con più di 80 anni non dovranno prenotarsi, ma verranno contattate direttamente dalle aziende sanitarie o dai medici di famiglia, per evitare intoppi come successo nel Lazio. «Gli over 80 saranno chiamati dai loro medici, non dovranno registrarsi su piattaforme che rischiano di andare in tilt, come ad esempio è successo a Roma» ha detto il presidente del Piemonte Alberto Cirio.

Anche in Emilia Romagna gli anziani verranno contattati dalle aziende sanitarie per fissare gli appuntamenti. A differenza del Lazio e di tante altre regioni, in Emilia-Romagna sono previsti criteri di priorità basati sulle condizioni cliniche delle persone. Chi ha un quadro sanitario più fragile sarà vaccinato prima. Nelle Marche invece verrà utilizzato un algoritmo sviluppato dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (FIMMG) in collaborazione con Cittadinanzattiva: l’algoritmo consente ai medici di famiglia di individuare le persone più a rischio sulla base di parametri come l’età e le condizioni di salute in relazione a una o più malattie.

In Lombardia la vaccinazione alle persone con più di 80 anni inizierà il 24 febbraio, anche se al momento non è chiaro come verrà gestita la prenotazione. Dall’assessorato al Welfare fanno sapere che non è stato deciso ancora nulla perché l’utilizzo di eventuali piattaforme di prenotazione sarà una delle scelte che dovrà prendere Guido Bertolaso, chiamato come consulente «per l’attuazione e il coordinamento» del piano vaccinale. Durante la conferenza stampa di ieri, Bertolaso ha detto che «il traguardo di vaccinare tutta la regione Lombardia prima della fine di giugno è assolutamente possibile», quindi si dovranno prevedere notevoli sforzi organizzativi nelle prossime settimane per centrare questo obiettivo.