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  • Venerdì 29 gennaio 2021

Un Capodanno cinese diverso

In questi giorni iniziano i viaggi per la festività più importante del paese, ma il governo ha aumentato le restrizioni e promesso agevolazioni a chi non si sposterà

Decorazioni per il capodanno cinese in un mercato di Wuhan, in Cina, il 22 gennaio 2021. (AP Photo/ Ng Han Guan)
Decorazioni per il capodanno cinese in un mercato di Wuhan, in Cina, il 22 gennaio 2021. (AP Photo/ Ng Han Guan)

Tra la metà e la fine di gennaio inizia il periodo in cui solitamente centinaia di milioni di cinesi intraprendono viaggi lunghi anche centinaia di chilometri per tornare nelle città da cui provengono in occasione dei festeggiamenti del Capodanno cinese, che quest’anno iniziano il 12 febbraio. Per milioni di cinesi che lavorano in altre città questa è l’unica occasione dell’anno per tornare a casa, ma questa volta molti non lo faranno: per limitare la diffusione del coronavirus, infatti, il governo ha introdotto una serie di limitazioni sui viaggi, e ha promesso premi e agevolazioni per persuadere i cinesi a non viaggiare.

Il periodo compreso tra la fine di gennaio e l’inizio di marzo per i cinesi corrisponde ai festeggiamenti di Capodanno, che coincide con l’inizio della festa della primavera ed è il periodo di viaggio più intenso in Cina. Ogni anno l’inizio del nuovo anno cinese è diverso perché viene seguito il calendario lunare, che tiene conto sia della durata dell’anno del Sole che del mese lunare, e che per sincronizzarle alterna anni di 12 e di 13 mesi. I festeggiamenti del Capodanno durano 15 giorni e si chiudono con la Festa delle lanterne, quando le famiglie si riuniscono, cenano e pregano insieme: il periodo delle vacanze però è solitamente più lungo proprio perché milioni di persone compiono viaggi anche molto lunghi per riunirsi con le proprie famiglie.

Nel 2020 i grossi festeggiamenti previsti per il Capodanno cinese erano stati cancellati in molte città a causa della pandemia da coronavirus: le autorità avevano imposto rigidi lockdown e avevano ordinato la sospensione dei voli e dei collegamenti tra città coi mezzi pubblici poche ore prima dell’inizio dei grandi eventi, il 25 gennaio. Quest’anno i festeggiamenti per l’anno nuovo si terrebbero proprio nel momento in cui la Cina sta cercando di contenere la cosiddetta seconda ondata della pandemia, dopo mesi in cui secondo le fonti del governo non ci sono stati nuovi contagi.

Per evitare la formazione di nuovi focolai soprattutto nelle aree rurali, dove sarebbe difficile tenerli sotto controllo, il governo ha annunciato l’introduzione di un periodo di quarantena di due settimane e test obbligatori, a spese proprie, per chi viaggia. Alcune città inoltre hanno ulteriormente rafforzato le misure di sicurezza: per esempio, per entrare a Pechino è necessario fornire un test con esito negativo svolto prima dell’arrivo.

Il governo cinese ha fatto appello al senso di responsabilità nazionale e ha anche fatto appendere in diverse città striscioni che enfatizzano il comportamento dei cittadini modello, che contengono messaggi come: “mascherina o ventilatore? scegli uno dei due” oppure “se contagi i tuoi genitori allora non hai proprio una coscienza”.

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Il New York Times ha raccontato che per molti lavoratori queste restrizioni rendono praticamente impossibile viaggiare. Secondo molti cittadini, inoltre, le misure introdotte dal governo colpiscono in maniera iniqua i lavoratori migranti – circa 300 milioni di cinesi – che spesso non possono accedere ai servizi pubblici né a quelli medici nelle città in cui lavorano a causa del complicato processo di registrazione della residenza. Oltretutto, nel 2020 i lavoratori erano già stati fortemente penalizzati dalla grande riduzione delle ore di lavoro per via delle chiusure imposte durante la pandemia.

Per compensare le restrizioni, in molte città le autorità locali hanno promesso sconti e benefici a chi deciderà di non viaggiare. A Pechino le autorità hanno incoraggiato le aziende a pagare gli straordinari e offrire pasti gratis a chi deciderà di non spostarsi, mentre a Hangzhou, non lontano da Shanghai, ai lavoratori che non viaggeranno è stato promesso un bonus del valore di circa 130 euro. In altre città le autorità locali hanno promesso cesti regalo o l’accesso più agevole a servizi pubblici e sanitari, ma anche la possibilità di fare richiesta di residenza in maniera più veloce.

Durante una conferenza stampa del governo cinese, il funzionario Chen Yongjia ha detto che «attraverso questi benefici i lavoratori migranti possono rimanere nel luogo in cui lavorano e trascorrere le festività senza preoccupazioni». Come ha spiegato Arthur Kroeber, il direttore operativo della società di ricerca indipendente Gavekeal Dragonomics, la decisione del governo può permettere almeno in parte di limitare la diffusione dei contagi, ma è soprattutto una scelta per contenere i possibili danni economici derivanti da eventuali chiusure draconiane come quelle dello scorso anno e anche per non risultare troppo impopolare agli occhi dei cittadini.