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  • Martedì 19 gennaio 2021

La consegna del vaccino Pfizer ritarda ancora

Molte regioni hanno riprogrammato il piano vaccinale posticipando le vaccinazioni previste questa settimana

Le seconde dosi dei vaccini utilizzate allo Spallanzani di Roma (Cecilia Fabiano/ LaPresse)
Le seconde dosi dei vaccini utilizzate allo Spallanzani di Roma (Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Lunedì sera verso le 17 la società farmaceutica Pfizer ha comunicato all’Italia un nuovo ritardo nella consegna delle dosi del vaccino contro il coronavirus. Già venerdì scorso, Pfizer aveva detto che tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio sarebbero state consegnate meno dosi in tutta Europa rispetto a quelle previste dal contratto firmato con l’Unione Europea.

L’azienda ha giustificato questo cambiamento improvviso dicendo di aver programmato interventi nello stabilimento di Puurs, in Belgio, che consentiranno di aumentare la produzione del vaccino nei prossimi mesi. I ritardi nella consegna delle dosi stanno causando molti problemi in tutti i paesi europei, che hanno pianificato le campagne vaccinali con tempi serrati per vaccinare più persone possibili nel più breve tempo possibile.

I ritardi influiscono in modo particolare in questi giorni perché domenica 17 gennaio, a tre settimane dall’inizio della campagna vaccinale, in Italia e in tutta Europa sono iniziate le somministrazioni delle seconde dosi con un impegno organizzativo maggiore rispetto a quello previsto finora. Senza nuovi vaccini disponibili, molti paesi hanno modificato i loro piani vaccinali posticipando la somministrazione delle prime dosi per dare priorità ai richiami già programmati. In caso di nuovi ritardi, oltre a un rallentamento generale della campagna vaccinale, molte persone potrebbero ricevere la seconda dose oltre i 21 giorni previsti.

L’inizio della somministrazione delle seconde dosi del vaccino allo Spallanzani di Roma (Cecilia Fabiano/ LaPresse)

I ritardi in Italia
Venerdì scorso il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri aveva detto che Pfizer avrebbe consegnato il 29% dei vaccini in meno rispetto ai 562mila previsti calcolando anche la possibilità di utilizzare sei dosi per ogni fiala anziché cinque, quindi 165mila in meno. Ieri Pfizer ha comunicato nuovi ritardi nelle consegne, anche se solo di un paio di giorni rispetto ai tempi previsti. Fonti della struttura commissariale hanno detto che ieri sono state consegnate 48mila dosi e che oggi ne verranno consegnate altre 53mila invece delle 347mila previste: le restanti 294mila verranno consegnate domani.

– Leggi anche: Si può ritardare la seconda dose del vaccino contro il coronavirus?

Questi ritardi causano molte difficoltà soprattutto perché la consegna delle dosi è gestita direttamente da Pfizer, che venerdì ha riorganizzato autonomamente la distribuzione senza una equa distribuzione delle mancate dosi. Alcuni centri di somministrazione non hanno subìto modifiche rispetto alle previsioni, altri centri invece hanno avuto un taglio anche maggiore del 29% comunicato su base nazionale. Arcuri ha definito la decisione «unilaterale» e «deplorevole», e detto che «non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura».

Tra le regioni più penalizzate ci sono l’Emilia-Romagna, a cui sono state consegnate 25mila dosi in meno rispetto alle 52mila previste, il Veneto con 24mila dosi in meno rispetto alle 28mila previste, e la Lombardia con 25mila dosi in meno rispetto alle quasi 96mila previste. Ma il taglio pesa, in percentuale, anche sulle province autonome di Bolzano (4.680 dosi in meno rispetto alle 8.190 previste) e Trento (3.510 in meno sulle 5.850 previste). In Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta non ci sono stati ritardi.

Come si può vedere dall’infografica, il taglio delle dosi non prevede nessun tipo di ripartizione proporzionale. Pfizer si è limitata a comunicare il taglio alla struttura commissariale italiana, senza però chiarire i criteri con cui sono state decise le riduzioni solo in alcune regioni.

Oggi è in programma una riunione tra Arcuri e i rappresentanti delle regioni per capire come rimediare ai ritardi: tra le ipotesi circolate, ci sarebbe la creazione di un “meccanismo di solidarietà” in base al quale le regioni che hanno conservato più dosi potrebbero metterle a disposizione di quelle che ne hanno meno e devono somministrare le seconde dosi.

Le conseguenze
I ritardi di consegna sono un problema per tutte le regioni, in particolare per quelle che nelle prime settimane di campagna vaccinale hanno somministrato già quasi tutte le dosi a disposizione senza rispettare fedelmente la raccomandazione di conservarne il 30%. Molte regioni hanno quindi modificato il piano vaccinale e molti appuntamenti fissati per questa settimana sono stati rimandati.

La Toscana, per esempio, ha bloccato la somministrazioni previste dal 18 al 21 gennaio perché senza nuove dosi utilizzerà quelle rimaste per i richiami. Anche il Friuli Venezia Giulia da oggi somministrerà solo le seconde dosi e ricontatterà circa tremila persone per programmare la prima iniezione quando Pfizer consegnerà nuove dosi.

In un’intervista a Repubblica Luca Zaia, presidente del Veneto, ha detto che il taglio diverso da regione a regione non è giustificato né da dati epidemiologici, né da dati clinici. «In queste condizioni non saremo in grado di fare per tutti i richiami con le seconde dosi, oltre a dover fermare le prime. Ci sono tempi da rispettare: 21 giorni da una iniezione all’altra. E non è possibile mescolare vaccini di aziende differenti», ha detto Zaia.

Non è ancora chiaro se e quando Pfizer riuscirà a recuperare i ritardi grazie all’aumento di produzione. In un comunicato diffuso venerdì, l’azienda ha detto: «Torneremo al programma originale di spedizioni in Unione Europea a partire dal 25 gennaio, con le consegne che saranno aumentate a partire dal 15 febbraio». Al momento, però, è impossibile prevedere se ci saranno nuovi ritardi.

Le seconde dosi
Nel frattempo tutte le regioni stanno dando priorità alla somministrazione delle seconde dosi, iniziata domenica 17 gennaio, a tre settimane di distanza dall’inizio della campagna vaccinale. Entro la fine di questa settimana, quindi, molte persone avranno una protezione quasi totale contro il virus. Sono tutti operatori sanitari – medici e infermieri – e ospiti nelle RSA, le prime due categorie a rischio da vaccinare secondo il piano approvato a metà dicembre. Secondo i risultati dei test clinici, infatti, l’efficacia dei vaccino Pfizer-BioNTech dopo la prima dose è del 52 per cento circa. Sette giorni dopo la seconda dose, il livello di efficacia raggiunge il 95 per cento.

Ieri sera sono stati comunicati i primi dati ufficiali che mostrano la somministrazione delle seconde dosi nelle regioni italiane. Secondo l’ultimo aggiornamento, in Italia sono state un milione 171 mila 348 dosi, di cui 3997 seconde dosi.

Per vedere come sta proseguendo la vaccinazione in Italia abbiamo creato una mappa che mostra le vaccinazioni ogni 100mila abitanti, regione per regione e in tempo reale con tutti gli aggiornamento pubblicati dal ministero della Salute.

Questa infografica aggiornata in tempo reale mostra tutti i dati delle dosi consegnate e utilizzate dalle regioni con la percentuale di utilizzo.