Cosa prevede il nuovo decreto legge sul coronavirus

Sarà in vigore fino al 15 gennaio e tra le altre cose spiega i nuovi criteri per l'inserimento di una regione in zona arancione o rossa

Piazza Campo de Fiori a Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)
Piazza Campo de Fiori a Roma (Cecilia Fabiano/LaPresse)

Il 6 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un nuovo decreto legge che stabilisce le restrizioni da adottare in tutta Italia dal 7 al 15 gennaio per contenere i contagi da coronavirus.

In questo periodo sono vietati, su tutto il territorio nazionale, gli spostamenti tra regioni diverse e province autonome, tranne in caso di comprovate esigenze lavorative, motivi di salute e situazioni di necessità. È sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Ci si potrà spostare nelle seconde case, a patto che si trovino nella stessa regione da cui parte lo spostamento, ma non il 9 e il 10 gennaio, quando tutta Italia sarà in zona arancione.

Il 7 e l’8 gennaio l’Italia sarà in una sorta di zona gialla più severa, con coprifuoco dalle 22 alle 5 e senza possibilità di spostarsi dalla regione o provincia autonoma.

Nel prossimo fine settimana, sabato 9 e domenica 10 gennaio, saranno applicate le misure della cosiddetta “zona arancione”: ci si potrà quindi spostare liberamente solo all’interno del proprio comune. La differenza principale tra la zona rossa e quella arancione è che nel primo caso sono vietati tutti gli spostamenti, sia dentro che fuori dal proprio comune. Il decreto legge specifica che saranno comunque consentiti gli spostamenti dai comuni con meno di 5mila abitanti, entro 30 chilometri dal confine del comune, ma mai verso un capoluogo di provincia.

Venerdì 8 gennaio dovrebbero essere aggiornati gli inserimenti delle regioni in una delle tre zone (gialla, arancione o rossa) in base all’andamento della situazione epidemiologica. Il decreto legge spiega all’articolo 2 i nuovi criteri per determinare la zona in cui inserire una regione, che sono più severi rispetto a quelli usati in precedenza.

I criteri riguardano le regioni che abbiano un’incidenza settimanale dei contagi pari ad almeno 50 positivi ogni 100 mila abitanti e in cui il livello di rischio sia almeno «moderato», cioè quando il numero di positivi è in aumento e ci sono catene di trasmissione non note o identificate per tempo.

L’Istituto Superiore di Sanità ha studiato 4 scenari di gravità possibili per inquadrare l’andamento epidemiologico e sulla base di diversi fattori attribuirà a ogni regione uno scenario. Le regioni con uno scenario almeno di tipo 2 («situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo») saranno inserite in zona arancione; le regioni con uno scenario almeno di tipo 3 («situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo») saranno inserite in zona rossa.

La questione degli scenari epidemici, che sono in tutto 4, era stata spiegata meglio qui.

A ogni scenario corrisponde anche un valore Rt, cioè il numero medio di infezioni secondarie generate da una persona infetta ad una certa data, ma non è l’unico fattore tenuto in conto per stabilire quale sia lo scenario di una regione. Tra i fattori ci sono, per esempio: la capacità di monitoraggio sulla gravità delle infezioni, la capacità di fare tamponi e di tracciare i contatti, la tenuta del sistema sanitario.

Dal 7 al 15 gennaio sarà comunque consentito, anche nei territori inseriti in zona rossa, andare a far visita a un’abitazione privata di amici o parenti all’interno del proprio comune, una sola volta al giorno e in un massimo di due persone, dalle 5 alle 22. La persona o le due persone che si spostano potranno accompagnare i figli minori di 14 anni (o altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la responsabilità genitoriale) e le persone disabili o non autosufficienti che convivono con loro. Per chi vive nei comuni con meno di 5mila abitanti il limite di spostamento rimane sempre di 30 chilometri, ma non verso i capoluoghi di provincia.

L’insegnamento in presenza nelle scuole superiori riprenderà lunedì 11 gennaio per il 50 per cento degli studenti, e non il 7 gennaio, come era stato precedentemente deciso. Le regole per le scuole elementari e medie sono diverse, e negli ultimi giorni alcune regioni hanno annunciato l’introduzione di misure ancora più stringenti.

L’articolo 5 del decreto parla anche della somministrazione del vaccino a persone incapaci di intendere, ricoverate in residenze per anziani (residenze sanitarie assistenziali, le cosiddette RSA) o simili. Si stabilisce che il consenso alla vaccinazione venga dato da un tutore e che, in mancanza di questo, sia il direttore sanitario o il responsabile medico della RSA ad assumere la funzione di amministratore di sostegno e decidere quindi per la persona incapace di intendere.

Una precedente versione di questo articolo diceva erroneamente che Rt è il valore più importante per stabilire uno scenario, invece è solo uno dei fattori che concorrono a decidere.