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  • Venerdì 1 gennaio 2021

L’Australia ha cambiato una parola del suo inno nazionale

Solo una, di cui si discuteva da tempo: per riconoscere la storia precoloniale e aborigena del paese

Tifosi della nazionale di rugby australiana cantano l'inno prima di una partita a Sydney (Mark Metcalfe/Getty Images)
Tifosi della nazionale di rugby australiana cantano l'inno prima di una partita a Sydney (Mark Metcalfe/Getty Images)

Giovedì, il primo ministro australiano Scott Morrison ha annunciato la sostituzione di una parola nel testo dell’inno nazionale dell’Australia, nel tentativo di renderlo più inclusivo nei confronti degli aborigeni e più giusto nel raccontare la storia precoloniale del paese. Nei primi versi dell’inno, nella frase che fino a ieri diceva “Australians all let us rejoice, for we are young and free” (“gioiamo australiani, perché siamo giovani e liberi”), la parola “young” è stata sostituita con la parola “one” e ora l’inno dice qualcosa come “gioiamo australiani, perché siamo uniti e liberi”.


Advance Australia Fair è l’inno nazionale australiano dal 1984, quando sostituì God Save the Queen, che fino a quel momento era stato l’inno britannico e di tutti i paesi del Commonwealth. L’inno fu scritto dal compositore Peter Dodds McCormick nel 1878, quando l’Australia era ancora una colonia britannica (ottenne l’indipendenza nel 1901), ed ebbe molto successo come canzone popolare e patriottica. Il testo dell’inno è stato però spesso criticato perché non rappresenta né riconosce i popoli indigeni australiani e celebra invece il periodo coloniale australiano.

Il verso che definiva gli australiani “giovani”, per esempio, faceva riferimento all’Australia coloniale, ignorando la millenaria storia precoloniale dell’isola; ma nel tempo erano stati criticati diversi altri passaggi dell’inno. La definizione del popolo australiano come “libero” è stata giudicata offensiva per gli aborigeni australiani ancora oggi vittime di frequenti episodi di razzismo e discriminazione, mentre i passaggi che alludono alla ricchezza del paese sembrano non considerare che la grande maggioranza dei circa 700.000 aborigeni australiani vive in povertà e si mantiene solo grazie ai sussidi statali.

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Le discussioni per cambiare o aggiornare l’inno continuavano da tempo ed erano diventate più intense negli ultimi tempi, quando tra le altre cose alcuni giocatori aborigeni del campionato di rugby australiano si erano rifiutati di cantare l’inno prima delle partite. A novembre, la premier dello stato australiano del Nuovo Galles del Sud, Gladys Berejiklian, aveva proposto di sostituire la parola “young” con “one”, per intervenire su quello che probabilmente era il verso più contestato dell’inno. Berejiklian stessa, del Partito Liberale di orientamento conservatore, aveva parlato di un gesto «simbolico», ma la sua proposta era stata accolta positivamente dal ministro per gli Affari indigeni, Ken Wyatt, e da diversi personaggi pubblici.

Il primo ministro Morrison – del Partito Liberale – ha annunciato il cambio di testo dell’inno in un articolo pubblicato giovedì sul Sydney Morning Herald intitolato “È il momento di riconoscere che l’Australia è unita e libera”. Morrison ha spiegato che è giusto riconoscere che anche se la nazione australiana è giovane, la sua storia è millenaria e ha aggiunto di credere che «cambiare “young and free” con “one and free” non toglie niente, ma aggiunge molto». Una delle argomentazioni di chi era contrario a cambiare l’inno era che ogni cambiamento avrebbe di fatto cancellato un pezzo di storia del paese. La decisione di Morrison è stata giudicata positivamente anche da Anthony Albanese, leader del Partito Laburista, il principale partito di opposizione australiano.

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