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  • Martedì 10 novembre 2020

C’è un accordo di pace nel Nagorno-Karabakh

Martedì Armenia, Azerbaijan e Russia hanno firmato un accordo per un cessate il fuoco, dopo sei settimane di combattimenti

(Alex McBride/Getty Images)
(Alex McBride/Getty Images)

Martedì Armenia, Azerbaijan e Russia hanno firmato un accordo per un cessate il fuoco totale nel Nagorno-Karabakh dopo sei settimane di combattimenti. La tregua è entrata in vigore alle 22 (ora italiana) di lunedì. L’accordo è stato annunciato su Facebook dal primo ministro armeno Nikol Pashinyan, e successivamente confermato dall’Azerbaijan e dalla Russia.

Il presidente dell’Azerbaijan Ilham Aliyev ha detto che «la firma della dichiarazione trilaterale sarà un punto cruciale per la soluzione del conflitto». La tregua è arrivata poche ore dopo che i funzionari di etnia armena del Nagorno-Karabakh avevano confermato che la città chiave di Shusha (conosciuta come Shushi in Armenia), la seconda città più grande dell’enclave, era stata conquistata dalle forze azere.

Pashinyan ha descritto l’accordo come «indicibilmente doloroso per me e per il nostro popolo» e ha detto che la decisione del cessate il fuoco è stata presa a seguito di «un’analisi approfondita della situazione militare» che ha visto le forze azere avvicinarsi a Stepanakert, la città principale della regione. Aliyev invece ha detto che si tratta di un accordo «storico» e che l’Armenia è stata costretta a negoziare a causa dei successi militari dell’Azerbaijan.

Dopo l’annuncio dell’accordo centinaia di manifestanti contrari alla tregua hanno assaltato le sedi del governo armeno nella capitale Yerevan. I manifestanti hanno rotto i vetri delle finestre della residenza ufficiale di Pashinyan e strappato la targhetta dalla porta del suo ufficio accusandolo di tradimento. Le proteste violente sono arrivate anche dentro al parlamento.