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  • Venerdì 6 novembre 2020

Il discorso più disonesto della presidenza Trump

È il giudizio della CNN sul discorso di ieri notte, in cui Trump si è attribuito vittorie inesistenti e ha ripetuto moltissime falsità su brogli elettorali che non ci sono

(Chip Somodevilla/Getty Images)
(Chip Somodevilla/Getty Images)

Stanotte Donald Trump ha pronunciato dalla Casa Bianca un discorso lungo e confuso che CNN ha definito «il più disonesto della sua presidenza». Trump ha dichiarato vittoria più volte alle elezioni presidenziali, ha detto di aver vinto anche in stati in cui ormai il conteggio dei voti è chiuso a favore di Joe Biden, e ha citato episodi di scorrettezze elettorali inesistenti o palesemente falsi. Il discorso era così pieno di falsità che i tre grossi canali tv americani, ABC, CBS e NBC, hanno interrotto la diretta. I due canali via cavo, CNN e Fox News, hanno trasmesso tutto il discorso, ma CNN l’ha fatto tenendo in sovrimpressione la scritta: «SENZA PROVE, TRUMP SOSTIENE DI ESSERE VITTIMA DI UNA FRODE».

Il discorso è stato un tentativo di sollevare dubbi sul processo elettorale, ma finora, con Biden molto vicino alla vittoria, questo tentativo sembra fallito. Anche dopo il discorso non è stato possibile capire quale sia la strategia della campagna elettorale di Trump, se si escludono denunce di brogli che non appaiono per niente solide. Trump ha più volte detto che chiederà riconteggi in molti stati e il suo partito cercherà di contestare il voto nei tribunali, ma anche questa sembra una strategia poco efficace: ricontare i voti negli stati di solito non provoca grandi cambiamenti, a meno che il margine di distacco non sia davvero strettissimo (in molti stati in bilico non dovrebbe esserlo).

Diversi media dopo il discorso hanno cercato di fare fact checking di quello che ha detto Trump, ecco alcune delle cose più notevoli.

Le vittorie
Trump ha detto più volte durante il discorso di aver vinto le elezioni.
Falso. Ancora non si sa il vincitore delle elezioni americane, e i numeri lasciano pensare che sarà Joe Biden.

Ha anche sostenuto di aver vinto in Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Georgia.
Falso. Nei primi due stati i conteggi sono ormai terminati, e il distacco di Joe Biden è tale che la vittoria del candidato Democratico è certa. In Pennsylvania e Georgia il conteggio è ancora in corso.

– Leggi anche: La diretta delle elezioni americane

I «voti legali»
Trump ha cominciato il discorso dicendo: «Se si contano i voti legali, vinco facilmente. Se si contano i voti illegali, possono provare a rubarci l’elezione».
Trump non ha mai specificato cosa intenda per «voti legali», e non ci sono prove di nessun tipo che siano stati contati «voti illegali» nel corso dello spoglio, anzi: molte amministrazioni statali, anche Repubblicane, hanno detto che il voto si è svolto in piena legalità.

Trump ha anche detto che «nessun voto illegale» dovrebbe essere espresso dopo il giorno delle elezioni.
Nessun voto è stato espresso dopo il giorno delle elezioni. In molti stati si continua a contare perché sono stati accettati voti arrivati dopo il giorno delle elezioni, ma spediti entro quella data, e dunque considerati validi secondo la legge.

La legittimità del conteggio
Trump ha continuato più volte, durante tutto il discorso, a cercare di minare la fiducia nel processo elettorale e a denunciare brogli, concentrandosi sul fatto che in molti stati inizialmente sembrava in vantaggio e poi Biden ha recuperato. «Stavamo vincendo in tutti i posti chiave di molto, e i nostri numeri hanno cominciato miracolosamente a ridursi», ha detto.
Questa affermazione lascerebbe pensare a manovre illegali con cui i Democratici avrebbero cercato di gonfiare il loro voto. In realtà non c’è niente di strano ed era già stato tutto ampiamente previsto e descritto da mesi: quest’anno, a causa della pandemia, gli americani hanno usato in massa il voto via posta o il voto anticipato, e sono stati soprattutto gli elettori Democratici a farlo dal momento che Trump ha insistito per mesi nel descrivere come insicuro il voto per posta. Ma siccome in moltissimi stati si contano prima i voti espressi il giorno delle elezioni, questo ha dato l’impressione iniziale che i Repubblicani fossero in vantaggio. Quando si è cominciato a contare anche i voti via posta, la situazione si è riequilibrata.

«È pazzesco come tutti questi voti via posta siano così parziali» [in favore di Biden].
Anche qui la spiegazione è semplice: Trump e i suoi hanno trascorso gli ultimi mesi a demonizzare il voto via posta, dicendo che sarebbe stato oggetto di brogli e scoraggiando gli elettori Repubblicani a farne uso. Al contrario, Biden e i Democratici hanno incoraggiato i loro elettori a usarlo, e questo ha fatto sì che il voto via posta e in anticipo fosse prevalentemente Democratico (ovviamente non del tutto, come invece ha lasciato intendere Trump).

A un certo punto Trump ha anche definito il voto via posta come «un sistema corrotto».
Falso. Negli Stati Uniti il voto via posta si usa da decenni e non ci sono mai stati casi di frode elettorale, compreso quest’anno. Alle elezioni del 2016, vinte da Trump, un quarto dei voti fu espresso per posta.

– Leggi anche: Le notizie false sui brogli alle elezioni americane

Pennsylvania
«In Pennsylvania i Democratici hanno consentito che i voti nello stato fossero ricevuti tre giorni dopo le elezioni e pensiamo anche molto oltre e che stiano contando quelli senza nessun francobollo o identificazione»
Non sono stati i Democratici a consentire che le schede arrivate entro tre giorni dal voto (ma spedite entro il giorno delle elezioni) fossero contate in Pennsylvania, bensì la Corte Suprema dello stato. La Corte Suprema nazionale ha giudicato il caso e non ha modificato la decisione.

Detroit
«Ai nostri osservatori non è stato consentito di partecipare a nessun conteggio a Detroit».
Falso. Ci sono stati momenti tesi al TFT Center, l’edificio di Detroit dove si stanno contando i voti arrivati via posta, ma soprattutto a causa di disturbi provocati dai Repubblicani. All’interno dell’edificio erano presenti gli osservatori Repubblicani e moltissimi giornalisti, come mostrano foto e video un po’ dappertutto.

«Un grosso centro di conteggio dei voti a Detroit aveva le finestre coperte con grossi pezzi di cartone… Non volevano che nessuno vedesse il conteggio, anche se gli osservatori avrebbero dovuto essere lì».
Questo è fuorviante: Trump si riferisce di nuovo al TFT Center, dove effettivamente le finestre erano state coperte, ma l’edificio era pieno di giornalisti e osservatori sia Repubblicani sia Democratici. La giustificazione che è stata data della copertura delle finestre è che da fuori molti attivisti Repubblicani battevano sui vetri e cercavano di filmare illegalmente le persone all’interno (possono farlo solo le troupe autorizzate).

Detroit e Philadelphia
«Non è possibile che Detroit e Philadelphia, che sono considerate tra i luoghi più corrotti del paese, siano responsabili della manipolazione del risultato di un’elezione presidenziale».
Non ci sono dati particolari sulla corruzione di Detroit e Philadelphia, e certamente non ci sono prove di manipolazione del voto.

– Leggi anche: Come sarà il prossimo Congresso americano

Georgia
«In Georgia un tubo è esploso in una località lontana del tutto scollegata dal luogo in cui [il conteggio] stava avvenendo, e hanno bloccato il conteggio per ore».
Trump si riferisce al fatto che, durante la notte elettorale, nella contea di Fulton il conteggio è stato interrotto per ore, ma la notizia del tubo dell’acqua che è esploso è vera: l’hanno confermata i funzionari locali, ed è successo in un edificio dove si conservavano le urne. Nessuna scheda elettorale risulta essere stata danneggiata.

«L’apparato elettorale in Georgia è gestito dai Democratici».
Falso. Il governo in Georgia è Repubblicano, e Trump nel 2018 fece un endorsement esplicito al segretario di Stato locale Brad Raffensperger, la persona che ora sta supervisionando il processo elettorale.

Trump ha anche detto cose vere, o quasi
Si è vantato della sua buona performance in Florida e dei suoi risultati con l’elettorato latino. Ha citato i buoni risultati dei Repubblicani alla Camera e al Senato – cosa che tra l’altro contribuisce a contraddire la tesi dei brogli – e ha detto che i sondaggi hanno commesso errori.
Anche qui però Trump ha detto alcune cose false. Ha detto che i Repubblicani hanno la maggioranza al Senato, anche se in realtà a gennaio ci saranno due ballottaggi che potrebbero portare il Senato alla parità. Riguardo ai sondaggi, ha ragione nel dire che sono stati poco accurati, ma Trump ha cercato di far passare l’idea che lo fossero di proposito, per scoraggiare il voto Repubblicano. Questo non è vero.