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  • Giovedì 5 novembre 2020

Le notizie false sui brogli alle elezioni americane

Ne stanno circolando soprattutto sui risultati in Michigan e Wisconsin, e una è stata persino ripresa da Trump

Nelle ultime ore sono diventati virali sui social network alcuni post che denunciano senza prove brogli e irregolarità nello scrutinio delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La tesi che i Democratici stiano cercando di imbrogliare per vincere le elezioni è stata promossa e legittimata anche dal presidente uscente Donald Trump, noto fra le altre cose per la straordinaria frequenza con cui diffonde informazioni false e complottiste.

– Leggi anche: Il liveblog del Post sui risultati delle elezioni negli Stati Uniti

Trump, in particolare, sembra essersi concentrato su alcune notizie e immagini circolate molto fra i suoi sostenitori, in cui sembrava che il suo sfidante Joe Biden avesse ricevuto all’improvviso circa 100mila voti in Michigan, uno stato dove durante le prime ore dello spoglio i risultati iniziali davano Trump in vantaggio (grazie soprattutto al fatto che le leggi dello stato prevedono che siano conteggiati per primi i voti espressi fisicamente il giorno delle elezioni, che a questo giro hanno favorito soprattutto i Repubblicani).

Sembra che tutto sia iniziato con un tweet del consulente Repubblicano Matt Mackowiak, che a un certo punto della serata aveva twittato due screenshot del sito del New York Times sostenendo che da un momento all’altro a Biden erano stati aggiunti più di 100mila voti, mentre Trump non ne aveva ottenuto nessuno. Il tweet era diventato virale e ripreso sia da Trump sia da noti siti di complottisti di destra.

In realtà quei voti non sono mai esistiti: «abbiamo semplicemente aggiunto uno zero dove non doveva esserci», ha spiegato al New York Times la funzionaria responsabile delle operazioni elettorali della contea di Shiawassee, Abigail Bowen.

Bowen ha spiegato che a un certo punto della serata ha inviato i risultati ufficiosi dello scrutinio nella sua contea ai funzionari statali attribuendo 153.710 voti a Biden, quando invece erano 15.371. L’errore è stato corretto nel giro di mezz’ora e non è rimasto nel conteggio finale, che viene eseguito sulla base degli elenchi ufficiali. Dopo la correzione Mackowiak si è scusato e ha cancellato il suo tweet, ma ormai era troppo tardi: anche stamattina la bufala sta continuando a circolare, anche al di fuori degli Stati Uniti.

Un altro screenshot che sta ricevendo molte attenzioni è stato preso invece da un grafico di FiveThirtyEight e mostra una tendenza apparentemente incongrua dei voti in Wisconsin per Biden, uno stato in cui ha vinto con uno scarto di 20mila voti.

Anche queste immagini, in realtà, non mostrano nulla di particolarmente losco. Lo “scalino” visibile nel grafico segnala l’arrivo dei voti via posta da Milwaukee, una città storicamente molto Democratica che ha deciso di conteggiare tutte le schede postali in un unico seggio, al posto che affidarle ai seggi che hanno ospitato le operazioni di voto nella giornata del 3 novembre. Per questo i suoi risultati – che hanno permesso a Biden di superare Trump nelle fasi finali dello spoglio – sono arrivati tutti insieme.

I risultati del voto per posta non hanno mai favorito questo o quel partito, negli Stati Uniti, ma era ampiamente previsto che quest’anno avrebbero premiato i Democratici: Donald Trump ha passato mesi a dire che il voto per posta era pericoloso e andava evitato, e i Repubblicani hanno cercato in tutto il paese di limitarne l’utilizzo attraverso cause legali e ricorsi in tribunale, sostenendo senza prove che minacciasse la democrazia. Dall’altra parte Joe Biden consigliava di avvalersi del voto per posta, un’opzione considerata sicura, semplice e comoda da molti americani, soprattutto durante la pandemia.

Il risultato è stato quello atteso e si osservava già da settimane, dalle richieste di votare per posta: gli elettori del Partito Democratico hanno votato soprattutto per posta o in anticipo, quelli del Partito Repubblicano hanno votato soprattutto di persona. Al momento non risultano irregolarità nel voto, come ha certificato anche la missione di osservatori internazionali guidata dall’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.