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  • Mercoledì 4 novembre 2020

In Thailandia si protesta contro il blocco dei siti porno

Ci sono state grosse manifestazioni dopo che il governo ha deciso di vietare l'accesso a Pornhub e ad altri 190 siti con contenuti pornografici

La manifestazione davanti al ministero per il Digitale thailandese a Bangkok contro la decisione del governo di bloccare l'accesso a Pornhub e ad altri 190 siti porno (Lauren DeCicca/Getty Images)
La manifestazione davanti al ministero per il Digitale thailandese a Bangkok contro la decisione del governo di bloccare l'accesso a Pornhub e ad altri 190 siti porno (Lauren DeCicca/Getty Images)

Martedì il governo thailandese ha bloccato l’accesso nel paese a Pornhub, il più grande sito di video pornografici in streaming e ad altri 190 siti con contenuti porno, provocando proteste di piazza e sui social network. Il ministro per il Digitale Puttipong Punnakanta ha detto che il blocco è una conseguenza della legge thailandese che considera un crimine informatico la pubblicazione online di siti pornografici e di gioco d’azzardo. Un gran numero di utenti sui social network ha criticato la decisione utilizzando l’hashtag #SavePornhub.

La Thailandia nel 2019 era tra i primi 20 paesi al mondo per traffico giornaliero su Pornhub. Inoltre, secondo Pornhub, lo scorso anno gli utenti thailandesi hanno trascorso in media sul sito 11 minuti e 21 secondi al giorno, più di chiunque altro al mondo.

Decine di manifestanti, appartenenti al gruppo “Anonymous Party”, hanno protestato davanti alla sede del ministero per il Digitale, a Bangkok, contro la decisione del governo rivendicando il diritto all’accesso a Pornhub. I manifestanti hanno mostrato cartelli con scritto «Pornhub libero» e «Vogliamo Pornhub».

La società di ricerca su internet Top10VPN ha detto di aver registrato un aumento del 640 per cento, rispetto alla media giornaliera di settembre-ottobre, nelle ricerche in Thailandia per reti private virtuali (VPN), che permettono di aggirare la censura, dopo che Pornhub non è stato più accessibile dalla serata di lunedì.

Emilie Pradichit, direttrice della Fondazione Manushya, che si batte per i diritti di accesso al digitale, ha detto che la decisione del governo di bloccare Pornhub mostra la Thailandia come «una terra in cui è in corso una dittatura digitale, con i conservatori al potere che cercano di controllare ciò che i giovani possono guardare, dire e fare online».

In Thailandia, in particolare nella capitale Bangkok, da luglio ci sono grandi proteste contro il governo e la monarchia. Quasi quotidianamente, gli studenti universitari e delle scuole superiori hanno manifestano per chiedere maggiore democrazia. In particolare chiedono che venga sciolto il governo guidato dal generale Prayuth Chan-o-cha, che cessino le violenze nei confronti degli attivisti e che venga riscritta la costituzione, emanata dal governo militare dopo il colpo di stato del 2014.

Le proteste sono guidate da una nuova generazione di giovani attivisti che si organizzano soprattutto sui social network e che per protestare utilizzano riferimenti culturali pop come le saghe letterarie di Harry Potter e Hunger Games.