In Thailandia stanno continuando le proteste degli studenti contro il governo e contro il re

La manifestazione degli attivisti pro-democrazia a Bangkok, in Thailandia, il 16 agosto 2020 (Lauren DeCicca/Getty Images)
La manifestazione degli attivisti pro-democrazia a Bangkok, in Thailandia, il 16 agosto 2020 (Lauren DeCicca/Getty Images)

Il 16 agosto a Bangkok, in Thailandia, almeno 10mila manifestanti, soprattutto studenti, hanno nuovamente protestato contro il governo e la monarchia. Da un mese, quasi quotidianamente, gli studenti universitari e delle scuole superiori manifestano per chiedere maggiore democrazia. In particolare chiedono che venga sciolto il governo guidato dal generale Prayuth Chan-o-cha, che cessino le violenze nei confronti degli attivisti e che venga riscritta la costituzione, emanata dal governo militare dopo il colpo di stato del 2014.

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Nelle ultime settimane sono cresciute le proteste anche nei confronti della monarchia: una cosa piuttosto inusuale per un paese in cui il re è considerato una specie di divinità e dove per chi lo critica è previsto anche il carcere in base a una legge, fra le più severe al mondo, che punisce il reato di lesa maestà con pene fino a 15 anni. Finora nessun manifestante è stato accusato di questo reato, anche se tre persone sono state arrestate con l’accusa di sedizione, che prevede una condanna massima a sette anni, e di violazione di un decreto d’emergenza che vieta le manifestazioni.

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Durante le manifestazioni di domenica alcuni studenti hanno mostrato cartelli con critiche dirette alla monarchia. Uno studente indossava una maglietta con la scritta «Mandiamo amore in Germania», un riferimento al fatto che il re Maha Vajiralongkorn trascorre la maggior parte dell’anno in Germania.

Le proteste sono guidate da una nuova generazione di giovani attivisti che si organizzano soprattutto sui social network e che per protestare utilizzano riferimenti culturali pop come le saghe letterarie di Harry Potter e Hunger Games.