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  • Lunedì 28 settembre 2020

Quim Torra dovrà lasciare la presidenza della Catalogna

Il tribunale supremo spagnolo lo ha condannato per disobbedienza: non aveva rimosso uno striscione a favore dei leader indipendentisti incarcerati nel 2017

Quim Torra (Borja B. Hojas/Getty Images)
Quim Torra (Borja B. Hojas/Getty Images)

Il Tribunale supremo della Spagna ha confermato l’interdizione alle cariche pubbliche del presidente catalano, l’indipendentista Quim Torra, confermando una precedente sentenza del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna. Torra, considerato esponente di una delle ali più radicali dell’indipendentismo, è stato condannato per disobbedienza in seguito a un episodio risalente alla campagna elettorale precedente alle elezioni politiche del 2019, quando era già presidente: allora Torra si rifiutò di togliere dal palazzo del governo catalano uno striscione a favore dei leader indipendentisti incarcerati per i fatti del settembre e ottobre 2017, quando il parlamento catalano e il presidente Carles Puigdemont, dello stesso partito di Torra, dichiararono l’indipendenza della Catalogna (lo striscione chiedeva la liberazione dei «prigionieri politici», come vengono definiti dall’indipendentismo catalano i leader incarcerati).

Torra è il primo presidente catalano in carica a essere interdetto dall’esercizio delle sue funzioni (anche Artur Mas fu interdetto da un tribunale, ma al momento della sentenza non era più presidente): dovrà quindi lasciare il suo incarico. La sentenza, ha scritto il País, potrebbe aprire una nuova crisi istituzionale in Catalogna e potrebbe aumentare ancora di più le tensioni tra governo locale e governo nazionale, già piuttosto intense a causa della gestione dell’epidemia da coronavirus.

Torra è stato interdetto dall’esercizio di incarichi pubblici per un anno e mezzo. Il Tribunale supremo ha confermato quanto stabilito dal Tribunale superiore di giustizia della Catalogna, cioè che Torra – figura istituzionale – sarebbe stato libero di usare simboli e cartelli a sostegno delle proprie idee politiche, anche a favore dell’indipendentismo, ma non durante la campagna elettorale.

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Ora Torra potrebbe appellarsi al Tribunale costituzionale e chiedere di sospendere l’esecuzione della sentenza, ma non ci sono precedenti in cui il Tribunale costituzionale si sia espresso a favore della sospensione di un’interdizione dagli incarichi pubblici. Non è chiaro nemmeno se Torra rispetterà la sentenza del tribunale, che la scorsa settimana aveva definito «parziale» e aveva accusato di avere già scritto la sentenza di condanna. Tra le altre cose, potrebbe convocare elezioni anticipate, ipotesi che fino ad ora aveva sempre scartato: la decisione potrebbe dipendere anche dalla volontà delle altre forze indipendentiste catalane, tra cui Esquerra Republicana (ERC, il principale partito di sinistra indipendentista della Catalogna) con cui in passato Torra si era scontrato su diversi temi. Se non verranno convocate elezioni, Torra verrà probabilmente sostituito da Pere Aragonés, il vicepresidente, che appartiene proprio ad ERC.

La sentenza del Tribunale supremo è stata condannata dalle forze indipendentiste catalane, che da tempo accusano i tribunali spagnoli di essere politicizzati, mentre il governo spagnolo ha detto di rispettare le decisioni della giustizia. È stata criticata anche dalla sindaca di Barcellona, Ada Colau, che non è indipendentista ma che in diverse occasioni si è schierata a difesa delle forze indipendentiste nel loro scontro istituzionale contro lo stato spagnolo: Colau ha parlato di «politicizzazione dei vertici giudiziari» e ha definito l’interdizione di Torra per il rifiuto di togliere uno striscione «sproporzionata».