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  • Lunedì 28 settembre 2020

Cosa succede con il concorso per i precari della scuola

Dopo lo scontro nel governo fra Pd e M5S sull’atteso concorso per 32mila posti indispensabile a colmare i buchi in organico, la ministra Azzolina ha confermato che si farà

(ANSA/ANGELO CARCONI)
(ANSA/ANGELO CARCONI)

Molti giornali lunedì hanno riportato la notizia che il ministero dell’Istruzione avrebbe scelto il 22 ottobre come data d’inizio del concorso straordinario per l’assegnazione di 32mila posti riservati ai cosiddetti precari delle scuole medie e superiori con almeno 3 anni di servizio. La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale era prevista martedì 29 settembre, ma M5S e Pd lunedì erano tornati a dividersi sulla partenza del concorso. Nella serata del 28 settembre però la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, a cui spetta la decisione definitiva, ha detto che il concorso si farà e ha confermato che martedì saranno pubblicate le date dell’inizio della selezione.

Il Pd, attraverso la sua responsabile scuola Camilla Sgambato, aveva detto nel pomeriggio del 28 settembre che avrebbe preferito che il concorso fosse fatto a ridosso delle vacanze natalizie, perché farlo ad ottobre avrebbe significato «stressare le scuole, che verranno private di molti docenti, i quali andranno a sostenere le prove del concorso». Il Movimento 5 Stelle aveva replicato con una nota dei suoi membri della commissione Istruzione del Senato che respingevano «al mittente la proposta di rinviare il concorso straordinario per la scuola».

Il M5S ricordava che c’era stato un accordo all’interno del governo per un rinvio in autunno della prova, che lo stesso Movimento avrebbe preferito si svolgesse ad agosto e che aveva accettato il rinvio soltanto perché era stato superato il test a crocette e introdotta la prova a risposta aperta. Anche i sindacati, che nella mattinata di lunedì avevano ricevuto l’informativa della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina sul concorso, contestavano la data, ma anche le modalità del concorso. Pino Turi, segretario della Uil Scuola, condannava ad esempio l’esclusione dalla prova di chi, in base all’informativa ministeriale, si trovasse in quarantena preventiva o manifestasse sintomi influenzali.

L’esigenza di iniziare il concorso, in tempi brevi, ad ottobre, e concluderlo a metà novembre, si è resa ancor più necessaria dopo che l’anno scolastico, oltre ai problemi legati alla gestione dell’epidemia da coronavirus, è iniziato con decine di migliaia di posti da insegnante di ruolo rimasti vacanti, e perciò occupati da docenti precari con contratti di supplenza. Secondo una stima di Gilda, un sindacato di docenti, i posti vacanti sono in tutto tra i 170 e i 180mila: sono cioè cattedre vacanti , che non sono state assegnate e che vengono occupate con le supplenze. Il loro numero era molto alto anche prima dell’epidemia, ed è stato accresciuto dai nuovi pensionamenti e dalle richieste arrivate dagli insegnanti sopra i 55 anni e con patologie pregresse che hanno deciso di usufruire della possibilità di non partecipare alla didattica in presenza per il rischio di contagio.

Come ricordato dal Movimento 5 Stelle, la ministra Azzolina avrebbe voluto che il concorso si svolgesse durante l’estate, per poter contare su un maggior numero di docenti di ruolo alla partenza delle lezioni, ma le pressioni dei sindacati e di parte del governo (principalmente PD e Liberi e Uguali), avevano fatto slittare la selezione contando in un miglioramento della situazione epidemiologica. L’informativa consegnata da Azzolina ai sindacati prevede un protocollo di sicurezza non diverso da quello utilizzato per gli ultimi esami di maturità, per il ritorno a scuola o per i concorsi che sono stati effettuati negli ultimi mesi.

L’esame si svolgerà in presenza e consisterà in una sola prova al pc della durata di 150 minuti. I candidati dovranno rispondere a cinque domande a risposta aperta, come previsto dal Decreto Scuola, (e non “a crocette”, cioè scegliendo fra una serie di risposte, come era stato ipotizzato dalla ministra Azzolina l’estate scorsa) che serviranno per valutare le competenze nella propria materia e nella didattica. Ci sarà inoltre una sesta domanda per valutare la conoscenza della lingua inglese. Per superare la prova bisognerà ottenere una votazione di almeno sette decimi. In base ai risultati verranno formate della graduatorie regionali.

Gli esami si svolgeranno non soltanto nelle aule informatiche delle scuole medie e superiori, ma anche negli spazi delle università che hanno dato la loro disponibilità. Le postazioni verranno organizzate in modo da garantire il distanziamento fisico, sarà obbligatorio l’uso della mascherina e all’ingresso verrà controllata la temperatura, che non dovrà essere superiore a 37.5°C. Per accedere all’esame non si dovranno mostrare sintomi influenzali e non potrà partecipare chi si trova in quarantena preventiva: come detto queste ultime condizioni sono state condannate dai sindacati.

Sempre secondo i calcoli del sindacato Gilda le cattedre da assegnare attraverso il concorso sarebbero 6.929 in Lombardia, 3.142 in Piemonte, 3.111 in Veneto, 2.803 in Emilia-Romagna, 2.695 nel Lazio, 2.368 in Campania e 2.572 in Toscana. Il numero più alto di cattedre da assegnare è quello per i docenti di sostegno 5.669. Seguono quelle per insegnare italiano, storia e geografia alle medie (3.798), quelle in matematica a scienze (3.145) e i posti per insegnare italiano alle superiori (1.753 posti). A chi supererà il concorso e otterrà la cattedra, verrà riconosciuta la decorrenza del rapporto di lavoro a tempo indeterminato al primo settembre 2020, cioè retrodata all’inizio dell’anno. In sostanza, ai fini di carriera e contributivi, sarà come se avessero iniziato già da questo anno scolastico non con un rapporto di supplenza, ma stabile.

Il concorso non basterà però a assegnare tutte le cattedre rimaste vuote quest’anno (come si diceva, tra le 170mila e le 180mila). La ministra Azzolina sta cercando di accelerare i tempi per i due concorsi ordinari, quello per le scuole d’infanzia e primarie (12.863 posti) e quello per le medie inferiori e superiori (33mila posti), anche questi previsti dal Decreto Scuola. L’intenzione della ministra è quella di concludere le selezioni (a cui potranno partecipare anche i neolaureati) prima dell’inizio del prossimo anno scolastico.

Le selezioni dovrebbero iniziare a metà novembre, subito dopo la conclusione del concorso straordinario, e concludersi entro dicembre. Dovrà poi essere organizzata una prova scritta e una orale, che si dovranno concludere prima dell’estate 2021. L’organizzazione è complicata dalle misure di sicurezza per contrastare il coronavirus e dalle incertezze su quello che potrà accadere in caso di peggioramento della situazione epidemiologica.

La ministra dell’Istruzione, prima dell’avvio di questo anno scolastico, aveva provato a tamponare il problema della mancanza di docenti di ruolo con due provvedimenti: una “call veloce” con cui era stata offerta la possibilità di essere assunti di ruolo in una provincia a scelta fuori dalla propria regione, e un’assunzione straordinaria di 50mila docenti – oltre a 20mila componenti del personale scolastico – dovuta all’epidemia. Ma la “call veloce”, svolta nei primi giorni di settembre, aveva avuto pochissime adesioni, secondo i giornali anche per i timori di contagio.

L’assunzione attraverso questa procedura comportava l’obbligo di rimanere nella sede assegnata per cinque anni, cosa che sembra aver ulteriormente disincentivato molti insegnanti insieme agli stipendi che sono secondo molti troppo bassi per sopportare i costi di un trasferimento. Il sindaco di Milano Beppe Sala aveva parlato di «fiasco assoluto», definendo «risibile» il numero degli insegnanti che hanno accettato di trasferirsi in Lombardia e giudicando insufficiente lo stipendio proposto se rapportato al costo della vita nella città.