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  • Sabato 19 settembre 2020

Ci sono troppi agenti di estrema destra nella polizia tedesca?

L'ultimo scandalo riguarda 29 poliziotti nel nordovest del paese, ma è un problema di cui si parla da tempo

(EPA/SASCHA STEINBACH)
(EPA/SASCHA STEINBACH)

Mercoledì scorso 29 agenti della polizia tedesca sono stati sospesi per avere partecipato a chat di WhatsApp in cui erano state condivise immagini di svastiche, di Hitler e di migranti nelle camere a gas, e una foto di una persona nera colpita da colpi di arma da fuoco. La vicenda, che è stata ripresa anche da diversi giornali internazionali, è avvenuta nello stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso della Germania, e ha fatto riparlare di un problema che in Germania è oggetto di dibattito da diversi anni: le infiltrazioni dell’estrema destra negli apparati di sicurezza del paese, sia polizia che esercito.

Herbert Reul, ministro dell’Interno della Renania Settentrionale-Vestfalia, ha detto che le frasi e le immagini sono state condivise in almeno cinque gruppi di WhatsApp – il più vecchio creato nel 2013, il più recente nel 2015 – formati per lo più da agenti di polizia, mentre i contenuti punibili per legge individuati nel corso dell’indagine sono stati 126. Reul ha descritto le immagini come «propaganda estremista di destra radicale».

Quello della polizia della Renania Settentrionale-Vestfalia è solo l’ultimo di una serie di casi di infiltrazioni dell’estrema destra negli apparati di sicurezza tedeschi. Negli ultimi anni diversi dipartimenti di polizia in Germania sono stati coinvolti in scandali simili.

Nello stato tedesco dell’Assia, per esempio, diverse minacce neonaziste rivolte contro politici di sinistra e avvocati tedeschi sono state collegate a computer appartenenti alla polizia. Lo stesso ministro dell’Interno dello stato ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione per l’esistenza di una «rete» di estrema destra all’interno del dipartimento locale.

Nel 2017 le autorità avevano scoperto l’esistenza di un gruppo neonazista chiamato Nordkreuz che si stava preparando per l’arrivo di un presunto “giorno X”, il giorno del crollo dell’ordine sociale in Germania, compilando liste di oppositori politici e accumulando armi e sacche per cadaveri: i membri del gruppo erano collegati alla polizia e all’esercito tedesco. Il piano, rivelò poi l’indagine, era quello di sequestrare gli oppositori e altre personalità che difendevano i migranti e i richiedenti asilo, portarli in un posto segreto e poi ucciderli. Dirk Friedriszik, parlamentare dello stato del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, dove Nordkreuz era stato fondato, disse: «La preoccupazione è: queste cellule sono ovunque. Nell’esercito, nella polizia, nelle unità di riservisti».

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L’ultimo grosso scandalo risale allo scorso giugno, quando la ministra della Difesa tedesca, Annegret Kramp-Karrenbauer, annunciò lo smantellamento di parte di un’unità speciale dell’esercito a causa di massicce infiltrazioni di militanti di estrema destra. L’unità coinvolta era il Kommando Spezialkräfte, fondato nel 1996 e rimasto piuttosto segreto, e che da anni era al centro di forti sospetti che al suo interno si fosse affermata una leadership con simpatie neonaziste che complottava contro lo stato.

Negli ultimi anni le autorità tedesche sono state accusate di non avere fatto abbastanza per risolvere il problema delle infiltrazioni dell’estrema destra negli apparati di sicurezza, e di aver trattato gli scandali solo come casi isolati. La polizia è stata accusata di non essere stata in grado di indagare in maniera efficace all’interno dei propri ranghi, debolezza che ha condizionato anche la solidità dei processi contro le persone coinvolte nello scandalo delle minacce contro i politici e nell’organizzazione del gruppo Nordkreuz.

La scoperta dell’esistenza delle chat di WhatsApp di propaganda neonazista, comunque, ha spinto alcuni politici tedeschi a chiedere azioni più decise nei confronti delle forze di sicurezza coinvolte in questo tipo di scandali. Sebastian Hartmann, capo del Partito Socialdemocratico dello stato della Renania Settentrionale-Vestfalia, che a Berlino governa insieme al partito della cancelliera Angela Merkel, ha parlato di «tolleranza zero verso i nemici della nostra società democratica»; Reul, il ministro dell’Interno locale, ha annunciato l’intenzione di mettere in piedi un’inchiesta speciale che dovrà indagare sulla polizia di Essen, la città più coinvolta nell’ultimo scandalo, e ha detto di aspettarsi un ulteriore allargamento del caso.

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