L’Unione Europea ha chiesto al Regno Unito di modificare il piano che viola gli accordi su Brexit

Il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič ha ricordato che se la legge fosse adottata, costituirebbe una violazione molto grave degli accordi su Brexit e del diritto internazionale

L'ambasciatore dell'UE nel Regno Unito João Vale de Almeida saluta il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič al suo arrivo all'Europe House il 10 settembre 2020 a Londra, Regno Unito (Leon Neal / Getty Images)
L'ambasciatore dell'UE nel Regno Unito João Vale de Almeida saluta il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič al suo arrivo all'Europe House il 10 settembre 2020 a Londra, Regno Unito (Leon Neal / Getty Images)

Il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič ha chiesto una riunione straordinaria del comitato misto Unione Europea-Regno Unito per sapere quali siano le intenzioni del governo britannico in seguito alla presentazione di un nuovo progetto di legge sul mercato interno del Regno Unito, che viola alcune clausole dell’accordo stretto lo scorso anno su Brexit e che riguardano l’Irlanda del Nord.

Šefčovič ha invitato il governo britannico a modificare il progetto di legge “nel più breve tempo possibile e comunque entro la fine del mese” di settembre. Ha detto chiaramente che, presentando questo disegno di legge, il Regno Unito ha seriamente danneggiato il rapporto di fiducia tra l’Unione Europea e il Regno Unito e che ora spetta al governo britannico ristabilire quella fiducia. Inoltre Šefčovič ha detto che se il disegno di legge fosse approvato, costituirebbe una violazione degli accordi su Brexit, e del diritto internazionale. In serata, Michael Gove, parlando a nome del governo britannico, ha detto che è “perfettamente chiaro” che il governo non intenda modificare gli aspetti in questione.

Con la presentazione del disegno di legge, il Regno Unito aveva confermato che non intendeva rispettare alcune clausole dell’accordo stretto su Brexit con l’Unione Europea, il cosiddetto Withdrawal Agreement, approvato all’inizio di gennaio dal Parlamento britannico e perciò diventato legge. La decisione era stata confermata dal primo ministro Boris Johnson dopo giorni di indiscrezioni, e aveva attirato da subito moltissime critiche: sia per le modalità con cui è stata comunicata, tradendo la reciproca fiducia, come ribadito da Šefčovič, sia per i contenuti della legge, che potrebbero violare alcune norme del diritto internazionale.