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  • Mercoledì 12 agosto 2020

Cosa sappiamo del vaccino della Russia

Putin ha detto che è pronto ma non ci sono dati: e sembra che l'ultima fase di sperimentazione sia stata saltata, con rischi notevoli

(Alexei Druzhinin, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)
(Alexei Druzhinin, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP)

Martedì 11 agosto il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia aveva realizzato il primo vaccino al mondo contro il coronavirus. La Russia, che con 900mila contagi e oltre 15mila morti accertati è uno dei paesi più colpiti dalla pandemia, è anche uno di quelli che si erano attivati più in fretta per studiare e testare un vaccino efficace contro il coronavirus, che causa la malattia COVID-19. Ci sono però molti dubbi nella comunità scientifica sulla sicurezza e sull’efficacia del vaccino che la Russia sostiene di aver prodotto, visto come è stato accelerato il processo per arrivare alla sua approvazione.

Il vaccino russo è stato soprannominato “Sputnik V” in onore del primo satellite dell’Unione Sovietica mandato in orbita attorno alla Terra nel 1957 (lo Sputnik 1), ma la comunità scientifica ha ancora parecchi dubbi sul suo utilizzo. Come ha sottolineato anche l’Associazione delle organizzazioni per le ricerche cliniche in Russia, però, somministrare il vaccino prima di un’accurata indagine sulla sua efficacia rischia di esporre le persone a pericoli potenzialmente molto gravi.

A fine luglio, la Russia aveva fatto sapere di avere in corso due ricerche per due diversi vaccini contro il coronavirus: uno, quello che secondo le autorità locali era già in fase di sperimentazione, all’Istituto nazionale di epidemiologia e microbiologia Nikolai Gamaleya di Mosca, e l’altro al laboratorio Vektor, vicino alla città di Novosibirsk, in Siberia.

Lo Sputnik V è il vaccino che stava studiando l’Istituto Gamaleya, con la collaborazione del ministero della Difesa russo e del Russia Direct Investiment Fund, un fondo controllato dal governo che sovvenziona anche ricerche in campo medico. La Russia ha anche lanciato un sito web per promuovere “il primo vaccino registrato contro il coronavirus” e, secondo quanto ha scritto il Moscow Times, uno dei maggiori giornali indipendenti russi, nella ricerca sono stati investiti 4 miliardi di rubli (circa 46 milioni di euro).

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Ieri Putin ha annunciato che il vaccino era stato approvato dal ministero della Salute russo e che è già stato somministrato a una delle sue due figlie, senza specificare quale. Putin ha inoltre aggiunto che il vaccino aveva superato tutti i test necessari, sottolineando che «funziona in modo piuttosto efficace e crea un’immunità stabile». Tuttavia, le autorità russe non hanno diffuso alcun dato a supporto dell’efficacia e della sicurezza del vaccino. Anzi, rimangono forti sospetti sia sul fatto che l’ultima fase di sperimentazione sia stata accelerata a tutti i costi, sia sulle gravi conseguenze che porterebbe avviare una somministrazione di massa di un simile vaccino, come aveva annunciato di voler fare la Russia a partire dal prossimo ottobre.

Il Moscow Times ha scritto che la prima fase di sperimentazione clinica del vaccino aveva coinvolto 38 civili volontari e 38 militari, e la seconda 100 persone. La terza fase, che di norma coinvolge migliaia di soggetti su larga scala, e in particolare quella che consente di sapere se il vaccino sia efficace o meno, è stata ufficialmente avviata ieri con la registrazione del vaccino e coinvolgerà soggetti anche in altri paesi, come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

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A oggi, tuttavia, secondo i dati ufficiali dell’Organizzazione mondiale della Sanità non risulta che lo Sputnik V sia tra i sei vaccini che sono nella “fase 3” di sperimentazione.

Numerosi virologi e ricercatori hanno sottolineato che è impossibile avere la certezza dell’efficacia di un vaccino prima della “fase 3”, perché semplicemente mancano i dati per poterne analizzare l’effetto. Inoltre, come ha sottolineato al New York Times Daniel Salmon, direttore dell’Istituto per la sicurezza dei vaccini alla Johns Hopkins University di Baltimora, nel Maryland, la sperimentazione su larga scala è cruciale perché consente anche di individuare eventuali effetti collaterali e pericoli che non erano stati riscontrati sul campione più ristretto di persone testate. In sostanza, ha detto Salmon: «è necessario che i benefici del vaccino superino i rischi». Esistono casi di vaccini che nelle prime fasi della sperimentazione sembrano promettenti ma poi perdono efficacia o mostrano pericolosi effetti collaterali.

Un ricercatore dell’Istituto nazionale di epidemiologia e microbiologia Nikolai Gamaleya di Mosca, Russia, il 6 agosto 2020 (Alexander Zemlianichenko Jr/ Russian Direct Investment Fund via AP)

Anche l’Associazione delle organizzazioni per le ricerche cliniche in Russia, come ha scritto Associated Press, ritiene che «un’approvazione frettolosa [del vaccino] non darà nessun trofeo alla Russia, ma semplicemente esporrà le persone a cui verrà somministrato il vaccino a inutili pericoli». Svetlana Zavidova, avvocata e direttrice dell’associazione, ha detto che «è ridicolo» che sia stata data l’autorizzazione alla produzione del vaccino con così pochi dati a disposizione.

Il presidente statunitense Donald Trump non ha commentato l’annuncio di Putin durante l’incontro con i giornalisti di martedì, ma ha detto che gli Stati Uniti, i principali rivali della Russia nella “gara” alla scoperta di un vaccino, stanno facendo «enormi progressi» nella sperimentazione e «sono molto molto vicini all’approvazione» del loro vaccino.

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Sebbene le autorità russe abbiano detto che la produzione su larga scala del vaccino non inizierà prima di settembre, Tatyana Golikova, importante figura politica che Putin ha nominato a capo della task force per la gestione della pandemia, ha anticipato che la vaccinazione del personale medico potrebbe iniziare anche ad agosto. Oltre alla figlia di Putin, il vaccino sarebbe già stato somministrato anche Kirill Dmitriev, funzionario del Russia Direct Investiment Fund, e alla sua famiglia, al direttore dell’Istituto Gamaleya Alexander Gintsburg e a parte dello staff dell’Istituto.

La produzione del vaccino è stata affidata alla Binnopharm di Zelenograd, che si trova poco a nord-ovest di Mosca, e Dmitriev ha detto che venti paesi hanno già ordinato oltre un miliardo di flaconi di vaccino. Stando al certificato di registrazione di Sputnik V, che si può trovare sul sito del ministero della Salute russo, il vaccino entrerà ufficialmente in circolazione in Russia dal 1 gennaio 2021.