La docuserie per appassionarsi alla Formula 1

È la settimana giusta per guardare – e se possibile finire – "Drive to Survive", in vista del primo Gran Premio del Mondiale 2020

(Netflix)
(Netflix)

Il Campionato mondiale di Formula 1 del 2020 inizia domenica 5 luglio in Austria, a più di sei mesi dalla fine del Mondiale 2019 e a più di tre mesi da quando sarebbe dovuto iniziare. Per chi vuole rinfrescarsi la memoria sulle passate stagioni ma soprattutto per chi vuole sfruttare la nuova stagione per provare a seguire uno sport in più, su Netflix ci sono due stagioni di Formula 1: Drive to Survive, una serie che in questi giorni può tornare utilissima. Perché racconta, come mai prima, il dietro le quinte della Formula 1, e perché riesce a rendere significativa e appassionante anche una lotta per un posto di metà classifica. Funziona anche se di Formula 1 sapete poco.

Drive to Survive ha ricevuto diversi apprezzamenti ed è pensata proprio per far guadagnare nuovi spettatori, non necessariamente esperti di motori, a un campionato che negli ultimi anni ha spesso faticato a mostrare il suo lato umano e a rendere davvero avvincente una competizione in cui sono sei anni che vince sempre la stessa macchina (la Mercedes), quasi sempre con lo stesso pilota (Lewis Hamilton). Non a caso, infatti, è stata realizzata in collaborazione con Liberty Media, la società statunitense da qualche anno proprietaria della Formula 1.

– Leggi anche: L’altro mondiale della Formula 1

La prima stagione di Drive to Survive (un nome estremo e una delle sue poche cose in genere non molto apprezzate) uscì a inizio 2019, raccontando il Mondiale di Formula 1 dell’anno precedente. La seconda stagione, uscita a febbraio di quest’anno, racconta invece il Mondiale del 2019. Entrambe sono composte da 10 episodi tutti lunghi più di 20 e meno di 40 minuti. E tutti gli episodi sono tematici: nel senso che non seguono in ordine cronologico la storia del Mondiale ma scelgono un punto di vista particolare, spesso quello di chi non vince. Nella prima stagione, addirittura, le due squadre (o meglio: scuderie) che di solito vincono – Ferrari e Mercedes – nemmeno ci sono.

Con Drive to Survive ci si può appassionare alle vicende di promettenti giovani nel frattempo diventati contendenti per il primo posto (come Charles Leclerc), ma anche seguire vicende di scuderie in preoccupante declino (come la britannica Williams), testa-a-testa tra scuderie in lotta per il terzo posto (come Red Bull e Renault) e testa-a-testa tra i due piloti di una stessa scuderia, che come si capisce ben presto sono spesso acerrimi rivali e rarissimamente buoni amici. Può anche capitare di appassionarsi a scuderie altrimenti pochissimo raccontate o a personaggi non particolarmente conosciuti: come nel caso della scuderia statunitense Haas e del suo team principal (quello che comanda) Günther Steiner, uno dei personaggi più apprezzati da chi ha visto la serie: per le sue battute e per come – e quanto – si arrabbia.

Nella seconda stagione ci sono interi episodi dedicati a Mercedes e Ferrari (il cui team principal Mattia Binotto esordisce tra l’altro dicendo di non aver comunque visto la prima stagione) ma continua a essere molto raccontato anche il dietro le quinte di tutto quello che succede oltre la lotta per il primo posto o per il podio. Un dietro le quinte che non riguarda solo i Gran Premi, perché si vedono i piloti e i team principal nelle loro case o nei loro uffici, anche diverse settimane prima dell’inizio del Mondiale. Ci sono inoltre, molto più che nella prima, momenti più tristi e drammatici.

In un articolo pubblicato dopo l’uscita della seconda stagione, Victoria Turk di Wired ha scritto che «Drive to Survive è addirittura meglio della Formula 1» e ha scritto che «la bellezza della serie sta nel suo approccio olistico, nel suo focalizzarsi su tutto quello che non è la corsa vera e propria». Come spiega Turk, nonostante siano ovviamente presenti sorpassi, incidenti e riprese fatte durante le gare, «è tutto quello che succede intorno che racconta davvero la storia di questo sport».

Al momento non ci sono informazioni su un’eventuale terza stagione di Drive to Survive ed è probabile che il coronavirus possa aver complicato i piani. In ogni caso, comunque, non uscirebbe prima della fine del Mondiale che ancora deve iniziare e che ancora non si sa quando finirà. Restano invece pochi giorni per provare a mettersi in pari con le prime due stagioni, prima che l’inizio del Mondiale trasformi apparentemente piccole notizie sul motore scelto da una scuderia o sulla scuderia scelta da un pilota in spoiler della serie. Magari in tempo per arrivare preparati e molto più incuriositi che mai alla prima gara.