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  • Giovedì 11 giugno 2020

Il grande naufragio al largo della Tunisia

Un barcone si è rovesciato lunedì dopo essere partito da Sfax: c'erano 53 persone a bordo, sono già stati recuperati 39 cadaveri

Tra mercoledì e giovedì i corpi di almeno 39 migranti annegati dopo un naufragio sono stati recuperati al largo della Tunisia. Il barcone era partito lunedì da Sfax, in Tunisia, e stava provando a raggiungere Lampedusa quando si è rovesciato vicino alle isole Kerkennah. A bordo c’erano 53 persone, e le operazioni per recuperare i corpi sono ancora in corso: sembra che non ci siano sopravvissuti. Secondo La Stampa i cadaveri ritrovati sono già 50.

Circa la metà delle persone morte erano donne, perlopiù provenienti dall’Africa subsahariana. C’erano almeno tre bambini. Secondo Repubblica, tra i cadaveri è stato trovato anche quello del presunto conducente del barcone, un 48enne tunisino.

Secondo l’UNHCR, l’agenzia dell’ONU che si occupa di migranti, le partenze dalla Tunisia verso l’Italia sono aumentate del 150 per cento nei primi mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019. Vincent Cochetel, rappresentante dell’UNHCR per il Mediterraneo Centrale, ha spiegato che circa la metà delle persone partite ha perso il lavoro per via della crisi causata dal coronavirus.

All’inizio di aprile, il governo italiano aveva stabilito che i propri porti non potevano più essere considerati “sicuri” per le persone soccorse in mare da navi di nazionalità diversa da quella italiana fuori dalla zona SAR italiana, di fatto impedendo l’accesso alle navi delle ong che operano nel Mediterraneo. Come ha spiegato Lorenzo Tondo sul Guardian, per questa ragione diverse navi sono rimaste alla deriva nel Mediterraneo, e un numero imprecisato di migranti è morto annegato o di stenti. In questi giorni almeno tre navi di ong hanno ricominciato a muoversi nel Mediterraneo per soccorrere le imbarcazioni di migranti in difficoltà.