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  • Giovedì 11 giugno 2020

Secondo l’arcivescovo Viganò il coronavirus e le proteste antirazziste sono un complotto contro Donald Trump

Il più famoso avversario di Papa Francesco nella Chiesa ha scritto una lettera di sostegno al presidente statunitense, parlando di massoneria, "deep state" e "Nuovo Ordine Mondiale"

Donald Trump durante la sua visita al santuario nazionale Giovanni Paolo II di Washington, 3 giugno 2020 (AP Photo/Patrick Semansky)
Donald Trump durante la sua visita al santuario nazionale Giovanni Paolo II di Washington, 3 giugno 2020 (AP Photo/Patrick Semansky)

Donald Trump ha condiviso su Twitter una lettera inviatagli da Carlo Maria Viganò, l’arcivescovo ed ex ambasciatore del Vaticano negli Stati Uniti, in cui il religioso elogia e difende l’operato del presidente nella gestione delle tensioni sociali provocate dalla morte dell’afroamericano George Floyd ucciso da un poliziotto bianco lo scorso 25 maggio a Minneapolis, con toni estremi e complottisti.

Trump si è definito «onorato» per la lettera dell’arcivescovo e ha invitato a leggerla. Viganò è un personaggio molto controverso che in passato ha fatto molto parlare di sé, soprattutto per il suo rapporto conflittuale con Papa Francesco.

 

Viganò è considerato dentro le gerarchie della Chiesa un avversario di Papa Francesco e un alleato dei gruppi conservatori ostili alle aperture del Papa. L’arcivescovo nel 2018 aveva attaccato Bergoglio sostenendo che dovesse dimettersi per aver ignorato le accuse di abuso sui minori nei confronti di un importante prelato americano, il cardinale di Boston Theodore McCarrick.

Inoltre, mossa che secondo i sostenitori di Bergoglio gli costò il ruolo di nunzio apostolico che gli era stato conferito da Benedetto XVI, durante il viaggio di Papa Francesco negli Stati Uniti del 2015 Viganò gli avrebbe fatto incontrare Kim Davis, l’impiegata dello stato del Kentucky che si rifiutava di registrare matrimoni tra persone dello stesso sesso (e che per questo ottenne una rapida popolarità mondiale e trascorse un breve periodo in prigione).

L’ufficio stampa del Vaticano fu costretto a smentire l’incontro privato, sostenendo che l’unica visita privata avuta dal Papa mentre si trovava a Washington fu con un suo ex studente omosessuale e il suo compagno, e a spiegare che Davis non era stata invitata all’incontro dal Papa ma dalla Nunziatura di Washington, e che l’incontro, definito di «cortesia», con Davis «non deve essere considerato come un appoggio alla sua posizione».

La lettera

Nella lettera Viganò definisce gli ultimi mesi negli Stati Uniti come la lotta fra «due schieramenti biblici: i figli della luce e i figli delle tenebre». Seppure i primi, secondo l’arcivescovo, sarebbero la maggior parte dell’umanità, finirebbero per essere «oggetto di una sorta di discriminazione che li pone in una situazione di inferiorità morale rispetto ai loro avversari, che ricoprono spesso posti strategici nello Stato, nella politica, nell’economia e anche nei media. Per un fenomeno apparentemente inspiegabile, i buoni sono ostaggio dei malvagi e di quanti prestano loro aiuto per interesse o per pavidità».

Per Viganò i figli delle luce («la stirpe della Donna») sono quelli che «sono animati dal desiderio di compiere il bene, essere onesti, costituire una famiglia, impegnarsi nel lavoro, dare prosperità alla Patria, soccorrere i bisognosi e meritare, nell’obbedienza alla Legge di Dio, il Regno dei Cieli», mentre i figli delle tenebre («la stirpe del Serpente») «servono se stessi, non hanno principi morali, vogliono demolire la famiglia e la Nazione, sfruttare i lavoratori per arricchirsi indebitamente, fomentare le divisioni intestine e le guerre, accumulare il potere e il denaro: per costoro l’illusione fallace di un benessere temporale rivelerà – se non si ravvedono – la tremenda sorte che li aspetta, lontano da Dio, nella dannazione eterna».

Secondo Viganò Donald Trump sarebbe un difensore dei figli della luce e i suoi avversari, capaci anche di oscuri complotti, sarebbero esponenti del mondo delle tenebre. Scrive infatti che «nella società, Signor Presidente, convivono queste due realtà contrapposte, eterne nemiche come eternamente nemici sono Dio e Satana. E pare che i figli delle tenebre – che identifichiamo facilmente con quel deep state al quale Ella saggiamente si oppone e che ferocemente le muove guerra anche in questi giorni – abbiano voluto scoprire le proprie carte, per così dire, mostrando ormai i propri piani».

Riferendosi poi alla pandemia da coronavirus, Viganò dice «le indagini già in corso sveleranno le vere responsabilità di chi ha gestito l’emergenza Covid non solo in ambito sanitario, ma anche politico, economico e mediatico. Scopriremo probabilmente che anche in questa colossale operazione di ingegneria sociale vi sono persone che hanno deciso le sorti dell’umanità, arrogandosi il diritto di agire contro la volontà dei cittadini e dei loro rappresentanti nei governi delle Nazioni». Viganò attribuisce quindi ai nemici di Trump di aver architettato l’emergenza coronavirus con una «colossale opera di ingegneria sociale».

Secondo Viganò anche l’uccisione di George Floyd farebbe parte del piano contro il presidente Trump e i “figli della luce”: «Scopriremo anche che i moti di questi giorni sono stati provocati da quanti, vedendo sfumare inesorabilmente il virus e diminuire l’allarme sociale della pandemia, hanno dovuto necessariamente provocare disordini perché ad essi seguisse quella repressione che, pur legittima, sarà condannata come un’ingiustificata aggressione della popolazione. La stessa cosa sta avvenendo anche in Europa, in perfetta sincronia».

Sullo sfondo di questo complotto per Viganò ci sarebbero le elezioni del prossimo novembre che vedono Trump contrapposto a Joe Biden: «È di tutta evidenza che il ricorso alle proteste di piazza è strumentale agli scopi di chi vorrebbe veder eletto, alle prossime presidenziali, una persona che incarni gli scopi del deep state e che di esso sia espressione fedele e convinta. Non stupirà apprendere, tra qualche mese, che dietro gli atti vandalici e le violenze si nascondono ancora una volta coloro che, nella dissoluzione dell’ordine sociale, sperano di costruire un mondo senza libertà: Solve et coagula, insegna l’adagio massonico» . Si tratta di un’espressione latina usata anche nell’occultismo e nell’alchimia, che letteralmente vuol dire “sciogli e unisci”.

Per Viganò questa lotta fra bene e male c’è anche dentro la Chiesa: «Come vi è un deep state, così vi è anche una deep Church che tradisce i propri doveri e rinnega i propri impegni dinanzi a Dio. Così, il Nemico invisibile, che i buoni governanti combattono nella cosa pubblica, viene combattuto dai buoni pastori nell’ambito ecclesiastico».

Viganò ha poi difeso Trump per la sua visita del 3 giugno al santuario dedicato a Giovanni Paolo II a Washington che era stata definita dall’arcivescovo della città  “riprovevole” e strumentale, nelle ore degli scontri sociali più forti dopo la morte di George Floyd e la contestatissima apparizione del presidente davanti alla chiesa danneggiata da un incendio con la Bibbia in mano. Per Viganò chi lo attacca per quella visita (e quindi anche l’Arcivescovo di Washington), appartiene «al deep state, al mondialismo, al pensiero unico, al Nuovo Ordine Mondiale che sempre più spesso invocano in nome di una fratellanza universale che non ha nulla di cristiano, ma che evoca altresì gli ideali massonici di chi vorrebbe dominare il mondo scacciando Dio dai tribunali, dalle scuole, dalle famiglie e forse anche dalle chiese».