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  • Giovedì 7 maggio 2020

Il fallito colpo di stato contro Maduro in Venezuela

Tentato da ex soldati americani e disertori venezuelani, è finito prima ancora di iniziare

Jordan Goudreau, a sinistra, e Jaavier Quintero Nieto, nel video che annuncia l'Operazione Gedeon
Jordan Goudreau, a sinistra, e Jaavier Quintero Nieto, nel video che annuncia l'Operazione Gedeon

Lunedì il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha detto che il suo governo aveva fermato un assalto “terroristico” contro il Venezuela, uccidendo otto persone e arrestandone più di una decina nel giro di due giorni. Maduro ha accusato il presidente statunitense Donald Trump di aver appoggiato il tentato colpo di stato. Tra le persone arrestate ci sono anche due cittadini statunitensi, e l’operazione è stata messa in piedi da Jordan Goudreau, ex membro delle forze speciali americane che oggi è a capo di un’agenzia di sicurezza privata. «La missione principale era liberare il Venezuela e catturare Maduro, ma la missione a Caracas è fallita», ha detto Goudreau a Bloomberg.

La storia del tentato colpo di stato contro Maduro ha ancora alcuni aspetti poco chiari. Per il momento, comunque, non ci sono prove che l’operazione sia stata appoggiata da Trump, né che abbia avuto il coinvolgimento diretto di Juan Guaidó, principale oppositore di Maduro in Venezuela.

Secondo la ricostruzione di Associated Press, il piano per rovesciare il regime di Maduro sarebbe stato architettato da Goudreau e da un ex generale dell’esercito venezuelano oggi accusato di traffico di droga negli Stati Uniti, Javier Quintero Nieto. I due, che vivono entrambi in Florida, avevano progettato di addestrare decine di disertori venezuelani all’interno di campi segreti in Colombia, paese che confina con il Venezuela e che ha pessimi rapporti con Maduro. L’operazione sarebbe stata progettata anche con la collaborazione di Cliver Alcalá, ex generale venezuelano che fu grande sostenitore di Hugo Chávez, predecessore di Maduro, che dal 2018 ha vissuto per un periodo in esilio in Colombia e che dalla fine di marzo si trova in prigione negli Stati Uniti con l’accusa di traffico di droga.

Il piano del colpo di stato era stato raccontato da Goudreau e Quintero in un video diffuso domenica scorsa, quando l’operazione – chiamata “Operazione Gedeon” – avrebbe dovuto essere vicina alla vittoria.

«Alle cinque è stata lanciata una coraggiosa incursione anfibia dal confine con la Colombia al cuore di Caracas», dice Goudreau nel video, che aggiunge: «le nostre unità sono state attivate nel sud, nell’ovest e nell’est del Venezuela». Goudreau parla anche della partecipazione all’operazione del capitano della Guardia nazionale venezuelana Antonio Saquea, che aveva già partecipato a una rivolta contro Maduro lo scorso anno.

 

Al momento della pubblicazione del video su Twitter, ha ricostruito Bellingcat, otto uomini di Goudreau erano già morti e altri due erano stati catturati dopo che la barca su cui si trovavano era stata intercettata dalle autorità venezuelane. Una seconda barca era stata intercettata il giorno successivo.

Non è chiaro il motivo per cui Goudreau, ex membro delle forze speciali americane e insignito per tre volte della medaglia della stella di bronzo, abbia deciso di progettare un’operazione di questo tipo. La ragione potrebbe essere la ricompensa di 15 milioni di dollari promessa dal governo statunitense per l’arresto di Maduro, accusato dagli Stati Uniti di traffico di droga. Secondo Bellingcat, Goudreau potrebbe inoltre avere visto l’opportunità di fare un sacco di soldi firmando un contratto con l’opposizione venezuelana per addestrare i disertori in Colombia. Non è chiaro nemmeno quanti contatti ci siano stati tra lui e l’opposizione.

Durante una bizzarra intervista data alla giornalista Patricia Poleo per il canale digitale Factores de Poder, Goudreau ha detto di avere avuto per un periodo l’appoggio di Guaidó, ma poi di averlo perso.

Ha mostrato un contratto di otto pagine che diceva essere stato firmato lo scorso settembre da Guaidó, e che prevedeva che Silvercop USA, l’agenzia di sicurezza privata di Goudreau, avrebbe fornito “servizi generali” non meglio specificati all’opposizione venezuelana (prima e seconda parte del contratto). Delle attività precedenti di Silvercop USA non si sa moltissimo: si sa che l’agenzia è stata fondata nel marzo 2018, e tra le altre cose avrebbe lavorato alla sicurezza di alcuni comizi elettorali di Trump.

Goudreau aveva inoltre dato a Poleo una registrazione audio di quattro minuti che sosteneva essere stata fatta nel momento della firma del contratto (prima e seconda parte della registrazione). Nell’audio, la cui autenticità non è stata confermata da nessun grande giornale internazionale, si sente un uomo esprimere dei vaghi incoraggiamenti in un inglese un po’ stentato: Goudreau ha sostenuto che quell’uomo fosse Guaidó.

Guaidó ha negato di avere firmato qualche tipo di contratto per un’incursione militare in Venezuela e Goudreau ha detto di non avere mai ricevuto dei soldi dall’opposizione venezuelana. Ha detto di avere deciso comunque di proseguire con il colpo di stato, nonostante il mancato pagamento, perché è stato per tutta la vita un «freedom fighter», un combattente per la libertà, e il suo obiettivo è quello di liberare il Venezuela.

L’operazione messa in piedi da Goudreau, comunque, è fallita, probabilmente perché le forze di sicurezza venezuelane erano venute a sapere in anticipo del piano di colpo di stato. La sera del 3 maggio è arrivata la prima conferma della cattura di due cittadini statunitensi da parte delle forze venezuelane. L’account Twitter @Carive15, che l’ex generale venezuelano Javier Quintero ha confermato essere il canale ufficiale dell’Operazione Gedeon, ha pubblicato una foto dei due cittadini statunitensi a bordo di una barca, annunciandone l’arresto e taggando tra gli altri il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il presidente Donald Trump. I nomi dei uomini sono Luke Alexander Denman e Airan Berry.

Altri arresti legati all’Operazione Gedeon sono stati realizzati il 4 maggio nella città di Puerto Cruz, che si trova un centinaio di chilometri a ovest di Caracas.

Mercoledì 7 maggio la televisione venezuelana VTV, controllata dal regime di Maduro, ha diffuso un video che mostra la confessione di Luke Denman, uno dei due cittadini statunitensi arrestati dalle forze venezuelane. La confessione è stata fortemente editata e potrebbe essere stata fatta sotto coercizione. Nel video, Denman dice di essere arrivato in Colombia a metà gennaio e che il suo incarico era quello di addestrare combattenti venezuelani a Riohacha, città colombiana che si trova non lontano dal confine con il Venezuela. Il piano, ha aggiunto Denman, era quello di prendere il controllo di Caracas e dell’aeroporto internazionale Simón Bolívar, per poter mettere su un aereo Maduro e portarlo negli Stati Uniti.

Mercoledì Maduro ha accusato Trump di essere dietro al tentato colpo di stato e ha paragonato l’Operazione Gedeon alla fallita invasione di Cuba alla Baia dei Porci del 1961, quando un gruppo di esuli cubani addestrati dalla CIA cercò, senza successo, di rovesciare l’allora leader cubano Fidel Castro. Maduro ha anche detto che sarà il sistema giudiziario venezuelano – controllato dal suo regime – a decidere se arrestare o meno Guaidó.