Le notizie di venerdì sul coronavirus in Italia

I casi rilevati in totale sono 192.994 e i morti da ieri sono 420, ma continuano a diminuire ancora sia le persone attualmente positive che quelle ricoverate in terapia intensiva

Operatori sanitari disinfettano il "Centro di consulenza Scholè" a Roma, il 24 aprile 2020 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)
Operatori sanitari disinfettano il "Centro di consulenza Scholè" a Roma, il 24 aprile 2020 (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

I contagi da coronavirus totali registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 192.994, 3.021 in più di ieri. I morti sono 25.969, un incremento di 420 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 2.922, per un totale di 60.498. Le persone attualmente positive sono 106.527 (in calo per il quinto giorno di seguito, 321 in meno), mentre quelle ricoverate in terapia intensiva sono 2.173, 94 in meno rispetto a ieri. Le persone ricoverate in altri reparti scendono sotto le 23mila.

In Lombardia, la regione italiana più colpita, i morti registrati nelle ultime 24 ore sono stati 166, portando il totale a 13.106: i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 756, 34 in meno rispetto a ieri.

Il numero di contagi registrato oggi in Lombardia e Piemonte è superiore a quello di tutto il resto d’Italia.

Leggendo i comunicati ogni giorno dalla Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati. Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: si è scoperto infatti che questo dato comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate.

– Leggi anche: Un po’ di cose sul contagio nelle regioni

Le altre notizie di oggi

Oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il Def, Documento di economia e finanza, e la Camera ha convertito in legge il decreto “Cura Italia”, in cui sono contenute una serie di misure economiche e di altro tipo per 25 miliardi di euro per affrontare la pandemia da coronavirus. Il nuovo decreto sulle riaperture invece, che dovrebbe far partire la cosiddetta “fase 2”, è atteso per il fine settimana.

Intanto a Roma, dalle 7 alle 10 di questa mattina, è stata sperimentata la nuova modalità di mobilità sulla metro. Il test ha riguardato la fermata San Giovanni delle linee A e C della metropolitana romana. Per contingentare i flussi nelle tre ore di sperimentazione i passeggeri sono stati fatti entrare da un ingresso e uscire da un altro. Agli ingressi il personale di Atac permetteva l’ingresso di 30 passeggeri ogni 3 minuti e ogni treno poteva contenere un massimo di 150 passeggeri. Sulla banchina alcune strisce blu con pallini indicavano la distanza di sicurezza che gli utenti erano obbligati a tenere.

In Veneto, invece, il presidente Luca Zaia ha annunciato di aver firmato un’ordinanza che riapre diverse attività nella regione. L’ordinanza prevede che a partire da oggi gelaterie, pasticcerie, bar e ristoranti possano effettuare la vendita dei cibi da asporto e concede la riapertura ai negozi di abbigliamento per bambini. Si potranno inoltre coltivare terreni agricoli per autoconsumo, anche all’interno di orti urbani e comunali, nel rispetto degli obblighi di distanziamento di un metro e dell’uso di mascherina e guanti. Potranno riaprire i fiorai, e i venditori di prodotti florovivaistici. Riapriranno inoltre alle visite i cimiteri.

– Leggi anche: Cosa dice il nuovo rapporto dell’ISS sul coronavirus in Italia

Come leggere questi dati
Per prima cosa bisogna fare attenzione alla distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione. Sappiamo anche ormai che i dati sull’epidemia sono largamente sottostimati, sia per quanto riguarda le persone contagiate sia quelle morte. Le diverse scelte e politiche regionali su quanti test eseguire e a chi non permettono di avere un quadro chiaro di quante siano davvero le persone contagiate in Italia.

Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: questo dato infatti comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, e non comprende tutte le persone che sono state malate di COVID-19 ma non hanno mai fatto il tampone, e quindi non risultano né nel conteggio dei malati né, in un secondo momento, in quello dei guariti.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano, come ha detto Luca Richeldi, pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma, durante la conferenza stampa del 13 aprile. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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