Un po’ di cose sul contagio nelle regioni

Come sta andando l'epidemia in Umbria rispetto al Veneto, in Puglia rispetto alla Liguria, per farsi un'idea più completa rispetto al solo dato nazionale

Piazza del Plebiscito a Napoli. (ANSA/CESARE ABBATE)
Piazza del Plebiscito a Napoli. (ANSA/CESARE ABBATE)

Dei dati diffusi ogni sera dalla Protezione Civile sull’andamento dell’epidemia da coronavirus, quelli che vengono normalmente messi in maggiore evidenza sono quelli nazionali. Ma è difficile oggi sintetizzare in poche parole o nei dati quale sia il quadro in Italia: nelle varie regioni la situazione è molto diversa, così come le variazioni dei numeri, dai contagi totali ai ricoverati ai morti. Abbiamo quindi confrontato regione per regione i dati di giovedì 23 aprile con quelli di lunedì 13 aprile, dieci giorni fa, per capire meglio come si sono evoluti il contagio e il carico sugli ospedali in questo arco di tempo, e quali siano le regioni dove le cose vanno meglio.

Nell’interpretare questi dati, bisogna tenere presente come al solito che mostrano soltanto i contagi e i morti accertati ufficialmente, che sono sempre di meno di quelli reali, visto che inevitabilmente ci sono casi che sfuggono ai controlli. In certe regioni – come la Lombardia e il Piemonte – questa differenza è molto significativa, e si stima che i contagi reali siano diverse volte quelli ufficiali; in altre, come il Veneto, i dati ufficiali forniscono una visione più realistica della situazione, visto che sono stati fatti in proporzione molti più test. Ma anche con queste distorsioni, osservare l’andamento dei dati ufficiali consente diverse valutazioni.

• In rapporto alla popolazione, la Valle d’Aosta è la regione con più casi: lo 0,87%. È seguita dalla Lombardia, con lo 0,70%, dalla provincia di Trento, con lo 0,69%, dall’Emilia-Romagna, con lo 0,53% e dalla Liguria, con lo 0,45%. Agli ultimi posti ci sono la Calabria, con lo 0,05%, la Basilicata e la Sicilia, con lo 0,06%.

• Negli ultimi 10 giorni i nuovi casi della Lombardia (9.851) sono stati quasi un terzo dei nuovi casi totali (30.457). Quelli in tutte le regioni del Centro e Sud Italia sono stati 5.802.

• I nuovi casi nel comune di Milano negli ultimi dieci giorni sono stati 1.364, cioè più di quelli registrati nello stesso periodo in tutte le regioni tranne Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Veneto e ovviamente Lombardia. Sono stati quasi gli stessi di tutta la Toscana, che ha quasi il triplo degli abitanti e ne ha registrati 1.390, e sono stati di più di quelli registrati complessivamente in Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e Abruzzo.

• La regione dove i casi totali registrati sono aumentati di più negli ultimi dieci giorni, in percentuale, è il Piemonte: il 35%. Per fare un paragone, quelli della Lombardia sono aumentati del 16,3%, quelli del Veneto del 18,5%. La regione del Sud in cui sono aumentati di più è l’Abruzzo, con il 25,8%, seguita dalla Puglia con il 25% e la Sicilia con il 19% di casi in più.

• Il Piemonte è la regione con la maggior percentuale di nuovi casi registrati negli ultimi dieci giorni rispetto alla popolazione: lo 0,138%, seguito da Valle d’Aosta (0,134%), provincia di Trento (0,111%) e Lombardia (0,098%). Le regioni che hanno registrato meno nuovi casi in rapporto alla popolazione sono l’Umbria (0,005%), la Basilicata e la Calabria (0,007%). Al Sud, l’incremento maggiore sulla popolazione è stato registrato in Abruzzo (0,044%) e Puglia (0,019%).

• Tutte le regioni hanno diminuito i ricoverati in terapia intensiva, ma quella in cui sono diminuiti di meno, in percentuale, è il Lazio: è passato da 200 a 186, e quindi oggi ha ancora il 93% dei pazienti di dieci giorni fa. In Lombardia per esempio sono il 69%, in Emilia-Romagna l’80%, in Campania il 59%.

• La Lombardia attualmente ha oltre la metà dei ricoverati in terapia intensiva del resto d’Italia: 790 contro 1.477. Il rapporto è più o meno lo stesso di 10 giorni fa.

• L’unica regione che ha più ricoverati non in terapia intensiva oggi rispetto a dieci giorni fa è il Lazio, dove sono 71 in più. Trento e Liguria sono i territori che in percentuale hanno meno ricoverati – sempre non in terapia intensiva – rispetto a dieci giorni fa: sono diminuiti del 28% circa.

• La regione in cui gli attualmente positivi sono di più rispetto a dieci giorni fa, in percentuale, è il Piemonte con il 18,7% in più (equivalente a 2.387 casi), seguito dall’Abruzzo con il 18,2% (322 in più). In tante regioni gli attualmente positivi sono diminuiti: in Umbria sono il 43% in meno (270 in meno), una percentuale un po’ anomala rispetto alle altre regioni, cosa che fa sospettare che potrebbero essere conteggiati in modo diverso. In Emilia-Romagna si è registrato il calo in numeri assoluti più significativo, con 973 persone positive in meno, pari però soltanto al 7 per cento del totale.

• I morti negli ultimi 10 giorni in Lombardia – 2.039 – sono oltre due volte e mezzo quelli del Centro e del Sud Italia messi insieme (779). I morti in tutto il Sud Italia negli ultimi dieci giorni sono stati 330, cioè più o meno gli stessi del solo Veneto (324).

• La regione che in numero assoluto ha fatto più tamponi negli ultimi dieci giorni è la Lombardia con 91.623, seguita dal Veneto con 84.998. Per arrivare alla terza c’è uno scarto notevole: il Piemonte ne ha fatti 48.800. Chi ne ha fatti di meno è stata la Valle d’Aosta con 1.613, seguito dal Molise con 2.042, che però hanno ovviamente popolazioni molto più basse.