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  • Venerdì 20 dicembre 2019

Il Parlamento britannico ha votato l’accordo su Brexit

Restano ancora un paio di passaggi, ma a questo punto la cosa più probabile è che entro il 31 gennaio il Regno Unito sarà fuori dall'Unione Europea

(AP Photo/Kirsty Wigglesworth, Pool)
(AP Photo/Kirsty Wigglesworth, Pool)

La Camera dei Comuni del Regno Unito ha approvato in seconda lettura il Withdrawal Agreement, cioè la legge attuativa che permetterà l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea il prossimo 31 gennaio, in base all’accordo raggiunto tra il primo ministro Boris Johnson e i negoziatori europei. L’accordo è stato approvato con facilità, come previsto, con 358 voti a favore e 234 contrari, grazie all’ampia maggioranza ottenuta dai Conservatori di Johnson alle elezioni dello scorso 12 dicembre.

Il voto di oggi non è decisivo, perché mancano ancora alcuni passaggi perché l’accordo diventi effettivo, ma è il primo su Brexit dopo l’insediamento del nuovo parlamento e quindi una dimostrazione di forza della nuova maggioranza dei Conservatori. Nelle prossime settimane il testo dovrà essere approvato in terza lettura dalla Camera dei Comuni e poi passerà alla Camera dei Lord, dove la sua approvazione è certa. Nei piani del governo i passaggi dovrebbero concludersi nelle prime due settimane di gennaio.

In prima lettura l’accordo era stato approvato lo scorso 22 ottobre, con 329 voti a favore e 299 contrari, ma poi i lavori si erano fermati con l’annuncio delle elezioni anticipate. In quell’occasione gli stessi parlamentari avevano respinto però la proposta del governo di esaminare e approvare la totalità dell’accordo su Brexit nel giro di tre giorni, invece che nell’arco di settimane, in modo da poter uscire dall’Unione Europea nei tempi allora prestabiliti, cioè il 31 ottobre. Alcuni giorni dopo, però, Johnson era riuscito a trovare un nuovo accordo con l’Unione Europea per posticipare Brexit al 31 gennaio.

Rispetto al testo approvato in prima lettura, in quello di oggi sono state fatte alcune modifiche, tra cui l’aggiunta di una clausola che esclude una proroga del periodo di transizione oltre il 31 dicembre 2020: in questo modo entro quella data il Regno Unito dovrà uscire dall’Unione Europea anche senza aver raggiunto un accordo commerciale, in una situazione simile al “no deal”, cioè l’uscita senza accordo con l’Unione, temuta da molti nel Regno Unito e in Europa nel corso dell’ultimo anno.

Tutti i partiti di opposizione hanno votato no alla legge, a cominciare da Jeremy Corbyn, leader dei Laburisti, che hanno contestato in particolar modo quest’ultima clausola. Johnson, invece, durante il suo intervento prima del voto ha invitato i parlamentari ad andare oltre le divisioni e di pensare a realizzare Brexit: «Ci riuniamo come nuovo parlamento per sbloccare lo stallo e finalmente portare a termine Brexit», ha detto Johnson, aggiungendo che la decisione degli elettori in favore di Brexit «non deve essere vista come una vittoria di un partito su un altro, o di una fazione su un’altra. È il momento di andare andare avanti ed eliminare le vecchie etichette “leave” e “remain”».