• Mondo
  • Martedì 5 novembre 2019

La Svezia ha un problema con le bombe delle bande criminali

Quest'anno ci sono state decine di esplosioni che gli esperti attribuiscono a intimidazioni tra gang, e lo stato fatica a trovare soluzioni efficaci

La vetrina di un negozio colpito da un'esplosione a Linkoping, Svezia. (Jeppe Gustafsson/TT News Agency via AP)
La vetrina di un negozio colpito da un'esplosione a Linkoping, Svezia. (Jeppe Gustafsson/TT News Agency via AP)

Negli ultimi due mesi in Svezia i vigili del fuoco sono intervenuti dopo ben 30 esplosioni; dall’inizio dell’anno sono state 100, più del doppio rispetto ai primi dieci mesi del 2018. In Svezia è in corso quella che in molti stanno descrivendo come una “emergenza” legata alle violenze tra gang e diventata ormai una preoccupazione sociale sentita e diffusa, soprattutto a causa di alcuni episodi in cui sono rimaste ferite delle persone, anche se finora nessuna in modo grave.

Nel weekend, ha raccontato il Guardian, la polizia ha arrestato tre persone per un’esplosione in una palazzina di Malmö, la terza città della Svezia per abitanti, dove si è verificato circa un terzo delle esplosioni di quest’anno. Diciannove esplosioni sono invece avvenute nella capitale Stoccolma, e altre 13 a Göteborg. Nel 2018 le esplosioni erano state in tutto 39. Al centinaio di quest’anno si sono aggiunti 76 casi in cui gli artificieri sono riusciti a disinnescare gli ordigni prima che esplodessero.

Le esplosioni sono avvenute principalmente in edifici vuoti, complessi di uffici e per strada, davanti a negozi o ai danni di auto parcheggiate. Non è terrorismo, almeno non nella sua definizione tradizionale: gli esperti concordano nell’attribuire le esplosioni a tentativi di intimidazione tra gang criminali rivali, e non di ferimento o uccisione dei civili. I media svedesi, così come la classe politica sia di destra sia di centrosinistra, hanno accusato più o meno esplicitamente gli immigrati di essere responsabili di queste violenze tra bande criminali.

La Svezia fu interessata da un grande flusso di migranti nel 2015, quando le richieste di asilo furono oltre 160mila, in proporzione più che in ogni altro paese europeo. Nonostante la proverbiale tolleranza delle società scandinave, e nonostante la nota efficienza del loro sistema di welfare, in molte aree urbane della Svezia rimangono gravi problemi di esclusione sociale e di diseguaglianze economiche, che in tempi recenti hanno interessato soprattutto gli immigrati più recenti. Questi problemi di integrazione hanno peraltro provocato una rapida ascesa dei movimenti xenofobi di destra, come i Democratici Svedesi, cresciuti moltissimo alle elezioni del settembre del 2018, che pure furono vinte dai socialdemocratici, che da allora guidano un governo di minoranza.

Un recente studio dell’Università della Difesa svedese ha spiegato che in molti quartieri poveri le strutture delle bande criminali sono così solide e radicate da avere in parte estromesso l’influenza dello stato. Come succede in diverse grandi città europee, cioè, ci sono zone dove la polizia non riesce ad applicare la legge, e dove l’ordine sociale è almeno in parte gestito dalle bande criminali. Wilhelm Agrell, docente di analisi di intelligence all’Università di Lund, ha avvertito che la situazione è degenerata al punto da mettere a rischio la stabilità dello stato svedese, che ha perso il monopolio della violenza: «la violenza armata criminale sta avendo effetti sempre più simili a quelli del terrorismo». Oltre alle esplosioni, negli ultimi anni sono cresciute anche le sparatorie, passate dalle quattro all’anno di vent’anni fa alle oltre 40 del 2018.

Ylva Ehrlin, analista degli artificieri, ha detto alla rete televisiva pubblica SVT di non aver mai visto un numero di esplosioni simili in un paese industrializzato, nonostante i soli 10 milioni di abitanti della Svezia. Nonostante non ci siano stati ancora morti, il rischio è molto alto, anche perché gli ordigni sono spesso assemblati da persone che non hanno molta esperienza con gli esplosivi. Una bomba scoperta a Linköping, per esempio, conteneva circa 40 volte la quantità di esplosivo degli altri ordigni: nella detonazione sono state ferite 25 persone, e sono stati seriamente danneggiati due edifici residenziali. Nel dicembre dell’anno scorso un 18enne rimasto seriamente ferito in un’esplosione è stato poi incriminato per essere stato il bombarolo.

L’episodio più grave finora è avvenuto nella città universitaria di Lund, dove una studentessa ha riportato delle gravi ferite al volto quando una bomba è esplosa in un negozio davanti al quale stava passando. A ottobre la Danimarca ha intensificato i controlli di frontiera con la Svezia, dopo che alcune esplosioni a Copenhagen erano state collegate alle violenze tra bande svedesi.

Finora, circa un decimo dei casi di esplosioni sono stati risolti dalla polizia, principalmente per via della grande omertà negli ambienti criminali e alla difficoltà di indagare nelle aree controllate dalle bande criminali. A settembre, il ministro dell’Interno svedese Mikael Damberg ha annunciato un piano per contrastare le violenze tra gang criminali, fatto di 34 punti che sostanzialmente danno maggiori poteri alla polizia per intercettare conversazioni crittografate e telefonate e per fare perquisizioni. Nonostante le crescenti preoccupazioni, il tasso di omicidi in Svezia rimane uno dei più bassi del mondo: anche se quelli relativi alla criminalità organizzata sono aumentati, quelli che avvengono in ambienti domestici sono molto diminuiti.

Tag: svezia