Zoro ha cinquant’anni

In molti lo conoscono per Propaganda Live, ma Diego Bianchi fa cose notevoli ormai da un decennio (e auguri)

(ANSA/CLAUDIO ACCOGL)
(ANSA/CLAUDIO ACCOGL)

Diego Bianchi, più noto come Zoro, compie oggi 50 anni. Bianchi è una di quelle persone che nella vita ha fatto tantissime cose – giornalista, blogger, scrittore, conduttore, autore, editorialista, regista e forse ce ne dimentichiamo qualcuna – ma risultando sempre riconoscibile in ogni sua declinazione. Molti oggi lo conoscono per Propaganda Live, il programma di buon successo che conduce da due anni su La7, ma Bianchi faceva Zoro già da molto tempo, prima sui blog, poi su YouTube, poi ancora in Rai, ma anche in varie altre forme.

Bianchi iniziò a guadagnarsi una certa fama online con il suo blog – La Z di Zoro – soprattutto quando iniziò a scrivere dei riassunti comici delle puntate del Grande Fratello, che poi diventarono dei video pubblicati per Excite, una società che forniva vari servizi online nei primi anni di diffusione di Internet, di cui Bianchi era responsabile dei contenuti.

Poi continuò a fare esperimenti con i video su Internet – tra cui una serie di interviste  a vari personaggi politici di centrosinistra – e nel 2007 si inventò Tolleranza Zoro, una serie su YouTube in cui in pochi minuti commentava le principali notizie di politica, soprattutto quelle che riguardavano il Partito Democratico. Già nelle prime puntate di Tolleranza Zoro c’erano diversi elementi che Zoro si è portato dietro nei suoi lavori successivi in tv: la telecamera girata per riprendere sé stesso, il montaggio serrato, la colonna sonora pop ma ricercata e una specie di dialogo a distanza con gli ospiti dei talk show televisivi.

Tolleranza Zoro fu notato e trasmesso in tv prima da Enrico Mentana e poi con più continuità da Serena Dandini, che per diversi anni lo inserì nelle puntate del suo talk show Parla con me, su Rai Tre. Dopo i primi anni passati a parlare da solo, a un certo punto Bianchi iniziò a filmare cose che succedevano fuori: una manifestazione di sindacati a Roma, le feste dell’Unità, a un certo punto anche i primi mesi di ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila.

«Riuscire a raccontare cosa fosse L’Aquila un anno dopo, riuscire a far ridere, riuscire a far ridere di una storia così, erano tutte cose per niente facili. Agli aquilani è piaciuto, lo hanno proiettato in piazza Duomo, e ne parlano come di una cosa che ha spiegato ed è servita a qualcosa», raccontò allora Bianchi al Post.

Nel 2013 Bianchi si inventò Gazebo, un programma tv di difficile definizione che conteneva i suoi soliti video – nel frattempo lui era stato a Lampedusa, a Manchester a raccontare le rivolte e in Val di Susa col movimento No TAV – ma anche i disegni di Makkox e le cose più buffe trovate su Twitter. Gazebo arrivò in tv durante un periodo concitatissimo per la politica italiana, cioè subito dopo le elezioni politiche del 2013, e piacque subito a moltissimi per il modo di raccontare quei giorni e in maniera un po’ meta anche il racconto del racconto di quei giorni sui giornali e in tv.

Parallelamente a Gazebo, Bianchi aveva in piedi diverse altre cose: per qualche anno per esempio curò insieme a Simone Conte una pagina Facebook molto apprezzata sulla squadra di calcio della Roma, chiamata Kansas City 1927, poi abbandonata per via degli impegni televisivi. Nel 2014 ha diretto invece il suo primo e unico film, Arance & Martello, che ha per protagonista una piccola sezione del PD di Roma.

Dal 2017 Gazebo si è spostato su La7 col nuovo titolo di Propaganda Live, in cui Bianchi ha ulteriormente dilatato lo spazio per i suoi video, diventati dei veri e propri reportage giornalistici. Nel 2017 fu uno dei primi giornalisti a salire sulla Aquarius, la nave della ong Open Arms, nell’ultimo periodo di picco del flusso di migranti dalla Libia.

Bianchi si è occupato spesso delle zone italiane colpite dai terremoti: è andato più volte in Abruzzo e nelle Marche, e qualche mese fa è tornato all’Aquila per un reportage sui dieci anni dal terremoto del 2009.

Nell’estate del 2018 è stato per giorni a Genova per raccontare cos’era successo dopo il crollo del Ponte Morandi.

Bianchi ha comunque continuato a occuparsi di politica e seguire ogni elezione e le fasi di formazione dei vari governi italiani. La puntata del 5 marzo 2018, cioè del giorno successivo alle elezioni politiche del 2018, ottenne più di 1,1 milioni di spettatori ed è ancora oggi fra le più viste nella storia del programma.

Bianchi è stato anche uno dei pochi a fare un’intervista piuttosto completa ad Alessandro Di Battista del Movimento 5 Stelle: due anni fa Di Battista lo ospitò a cena a casa, e ne venne fuori un’intervista lunghissima e con pochissimi precedenti per un politico di quel livello.

In questi anni Bianchi ha seguito con moltissimi reportage e interviste anche il flusso dei migranti verso l’Europa e l’Italia: pochi mesi prima di imbarcarsi sull’Aquarius andò sull’isola di Lesbo, in Grecia, cioè la principale isola dove sbarcano i migranti che partono dalla Turchia. Qualche settimana fa ci è tornato, dopo che la situazione è tornata ad essere piuttosto ingestibile.

Da quando fa Propaganda Live, Bianchi ha anche realizzato dei reportage da posti più insoliti: due anni fa ha raccontato un suo viaggio in Giappone, mentre più di recente è salito sul Monte Rosa per raccontare gli effetti del cambiamento climatico.