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Le cinque migliori Tolleranza Zoro di sempre

Dalle rovine dell'Aquila alla nascita del Partito Democratico, passando per le elezioni e il racconto del PdL, il meglio scelto da Zoro e dal Post

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Elena Favilli
Il blob del primo congresso del Partito della Libertà. Brunetta, Carfagna, Gelmini, La Russa, cori, delegati, gadget, Fini, finiani, banchetti, hostess, Berlusconi. La cavalcata dei magi, firmata Zoro.

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Emanuele Menietti
«Eluana non è morta, Eluana è stata ammazzata» disse quello lì in Senato sbattendo il microfono. Ricordo perfettamente quel momento, erano quasi le nove di sera del 9 febbraio 2009 e nell’aula parlamentare si stava discutendo il disegno di legge in materia di idratazione e alimentazione, studiato apposta per il caso Englaro. Il giorno dopo Zoro raccontò la follia di quei giorni in cui molti, troppi, parlarono a vanvera strumentalizzando la vicenda di Eluana e il coraggio di Beppino, il padre della ragazza. Per una volta Zoro non commenta, non dice nulla, non scherza. Niente. Osserva allibito e tanto basta.

Zoro
Riuscire a raccontare cosa fosse L’Aquila un anno dopo, riuscire a far ridere, riuscire a far ridere di una storia così, erano tutte cose per niente facili. Agli aquilani è piaciuto, lo hanno proiettato in piazza Duomo, e ne parlano come di una cosa che ha spiegato ed è servita a qualcosa.

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