YouTube consiglia video con falsi rimedi contro il cancro

Alcuni hanno milioni di visualizzazioni e sono accompagnati da pubblicità di marchi molto famosi, ha scoperto un'inchiesta di BBC News

Un video su YouTube in brasiliano che consiglia il consumo di piante esotiche per trattare i tumori (YouTube)
Un video su YouTube in brasiliano che consiglia il consumo di piante esotiche per trattare i tumori (YouTube)

Analizzando le versioni di YouTube attive in dieci paesi, compresa l’Italia, BBC News ha scoperto che gli algoritmi del sito mettono spesso in evidenza video che promuovono rimedi fai-da-te contro il cancro, accompagnati da annunci pubblicitari di marchi famosi o di università e istituti di ricerca. L’inchiesta ha permesso di identificare almeno 80 video contenenti informazioni sbagliate su tumori e altre malattie, con consigli pericolosi per la salute. Almeno dieci dei video scoperti avevano più di un milione di visualizzazioni, e comprendevano pubblicità che si presume abbiano fruttato diverse migliaia di euro a chi li ha pubblicati.

Da anni YouTube riceve enormi critiche per il funzionamento dei suoi algoritmi, che organizzano i contenuti nelle pagine del sito consigliando agli utenti i video da guardare (e ne fanno partire automaticamente un altro, scelto dall’algoritmo, non appena si è concluso il video precedente). I consigli sono personalizzati e basati su ciò che si è visualizzato in precedenza, ma prescindono completamente dalla qualità del contenuto: a volte il sistema offre suggerimenti piuttosto generici, mentre altre volte guardare video apparentemente innocui può condurre facilmente verso video complottisti o che contengono notizie false o che promuovono l’odio e ideologie politiche radicali (il fenomeno della “radicalizzazione da YouTube” negli ultimi tempi è stato ampiamente raccontato).

Nei video analizzati da BBC News sono descritte pratiche per trattare le malattie senza basi scientifiche. Viene per esempio proposto di consumare bicarbonato e curcuma o di sottoporsi a periodi prolungati di digiuno e a “diete liquide”. Contro i tumori viene consigliato di bere latte d’asina o semplice acqua bollita, rimedi che non servono a nulla.

Prima di avviare la riproduzione di questi video, YouTube mostra le classiche pubblicità che possono essere saltate dopo qualche secondo. Gli annunci pubblicitari sono selezionati automaticamente e comprendono marchi famosi come quelli di Samsung, Heinz e Clinique. I ricavi della pubblicità finiscono ai proprietari dei canali che hanno caricato i video, mentre una percentuale viene trattenuta da Alphabet per il servizio (Alphabet è la holding proprietaria di Google che ha il controllo su YouTube).

Un canale YouTube in lingua araba suggerisce l’uso di latte d’asina contro il cancro, una pratica che non ha nessuna base scientifica.

In seguito ad alcune segnalazioni, a inizio anno YouTube aveva promesso di ridurre la segnalazione di contenuti “controversi” che avrebbero potuto causare la diffusione di informazioni scorrette, soprattutto su temi delicati come quelli della salute. Questa soluzione ha riguardato solamente, e parzialmente, i suggerimenti per i video negli Stati Uniti e non è stata estesa a lingue diverse dall’inglese. BBC News ha condotto la propria analisi sulle versioni di YouTube in inglese, portoghese, russo, arabo, persiano, hindi, tedesco, ucraino, francese e italiano.

Una particolare concentrazione di video con consigli fai-da-te sul cancro è stata trovata nella versione in russo. Un video consigliava per esempio di consumare bicarbonato ed era accompagnato da alcuni suggerimenti – derivanti dagli algoritmi di YouTube – che consigliavano video sul consumo di succo di carota o sul seguire a lungo il digiuno per trattare i tumori. In altri casi erano correlati a video seri e con informazioni scientifiche verificate, dando quindi l’impressione di essere altrettanto affidabili.

Le regole di YouTube vietano la pubblicazione di video con contenuti che potrebbero causare danni, compresi quelli sui rimedi non verificati per la salute. I video visionati da BBC News di per sé non promuovono l’uso di sostanze pericolose, ma potrebbero essere comunque dannosi nel caso in cui una persona malata decidesse di trascurare le cure ufficiali, peggiorando la sua situazione.

Le aziende coinvolte nelle pubblicità prima di questi video hanno preso le distanze, ricordando di avere solo parzialmente il controllo sulle modalità con cui sono diffusi i loro annunci pubblicitari. Il tema è piuttosto sentito dalle aziende, che da tempo chiedono alle piattaforme online garanzie sul fatto che i loro marchi non siano affiancati a contenuti scadenti e dannosi, o contenenti notizie false. La cosiddetta “brand safety” (“sicurezza per i marchi”) viene richiamata nelle linee guida di Google/YouTube, ma nei fatti avviene spesso che gli annunci pubblicitari accompagnino contenuti a dir poco discutibili.

BBC News ha chiesto un’intervista con i responsabili di YouTube, che hanno però declinato la richiesta limitandosi a pubblicare un breve comunicato, nel quale sostengono di avere preso diversi provvedimenti per ridurre i casi di disinformazione sul loro sito. Tra le soluzioni citate ci sono: “mostrare contenuti da fonti autorevoli sui temi legati alle malattie, mostrare pannelli informativi per riconoscere le fonti fidate, rimuovere gli annunci pubblicitari dai video che offrono consigli pericolosi per la salute”.

Come altri servizi online, anche YouTube ha il problema di bilanciare la possibilità di ciascuno di esprimersi liberamente con quello di evitare la diffusione di notizie false o di informazioni che possono causare danni, non solo alla salute. Ogni giorno su YouTube vengono caricati milioni di video, la maggior parte dei quali da singoli utenti, sui quali è più difficile esercitare controlli e verifiche per quanto riguarda la qualità dei loro contenuti. Secondo diversi osservatori, oltre a migliorare gli algoritmi per evitare che siano consigliati video sulla salute privi di fondamenti scientifici, YouTube dovrebbe incentivare di più la produzione di video informativi da parte di esperti e istituzioni mediche, con informazioni chiare e scientificamente provate.