Nel centro di Roma si voterà di nuovo

Quando Paolo Gentiloni sarà confermato come Commissario europeo – come accadrà, a meno di grosse sorprese – nel collegio centrale di Roma bisognerà eleggere un nuovo deputato

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Se Paolo Gentiloni sarà confermato nel ruolo di Commissario europeo – e salvo sorprese oggi molto improbabili lo sarà – dovrà abbandonare il suo seggio da deputato e questo significa che si dovranno tenere nuove elezioni nel collegio uninominale dove è stato eletto, quello di Roma 1 che comprende gran parte dei quartieri centrali della capitale: Monti, Trevi, Testaccio, Trastevere e Prati.

Le elezioni suppletive dovranno svolgersi entro 90 giorni dal momento in cui la giunta per le elezioni della Camera prenderà atto dell’incompatibilità tra la carica di deputato e quella di Commissario europeo, cosa che probabilmente avverrà dopo l’investitura ufficiale di Gentiloni nel nuovo incarico, che dovrebbe avvenire nella seconda metà di ottobre (probabilmente il 22, nel corso della prima sessione plenaria del Parlamento Europeo). A quel punto le elezioni suppletive per scegliere il suo sostituto saranno probabilmente accorpate con la prima consultazione elettorale utile: la data oggi ritenuta probabile è il 27 ottobre, giorno delle elezioni regionali in Umbria.

È troppo presto per conoscere chi pensano di candidare i vari partiti e quali siano le loro possibilità, ma il collegio di Roma 1 è una zona dove da anni il centrosinistra è molto forte. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 Gentiloni conquistò il 42 per cento dei voti, sbaragliando i suoi avversari di centrodestra e del Movimento 5 Stelle, che raccolsero il 30 e il 16 per cento dei voti.

Le elezioni suppletive sono una novità introdotta in Italia con la Seconda Repubblica e l’arrivo di elezioni con collegi uninominali. In Italia le elezioni suppletive sono state comuni quando era in vigore la legge elettorale nota come Mattarellum, tra 1993 e 2006, e sono tornate nel 2018 con l’introduzione del cosiddetto Rosatellum. In questi due sistemi, infatti, accanto a una quota di parlamentari eletti con metodo proporzionale c’è un’altra quota di eletti in collegi uninominali, dove avviene una sfida diretta tra candidati.

Nella parte proporzionale i partiti presentano una lista di candidati e il numero di eletti è proporzionale al numero di voti raccolti: se uno degli eletti si dimette, è sufficiente fargli subentrare il primo dei non eletti presenti della lista a cui era stato assegnato quel seggio. Questo metodo non si può applicare nei collegi uninominali, dove non ci sono liste per fare “ripescaggi” e dove il voto viene dato non alla lista ma direttamente al candidato. Per questa ragione, la legge prevede che quando si dimette o cessa l’incarico un parlamentare eletto in un collegio uninominale si tengano elezioni suppletive. È quello che avverrà con Gentiloni ed è quello che è già avvenuto lo scorso dicembre con il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Mura, che si dimise dopo essere stato espulso per troppe assenze. Le suppletive in quell’occasione si tennero lo scorso gennaio, e le vinse il candidato del Partito Democratico.