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  • Domenica 25 agosto 2019

Forse è stato commesso il primo crimine dallo Spazio

Un'astronauta statunitense è stata accusata di essere entrata senza permesso nel conto corrente della ex moglie, mentre si trovava sulla Stazione Spaziale Internazionale

(NASA via Getty Images)
(NASA via Getty Images)

Il 23 agosto il New York Times ha raccontato la storia di quello che potrebbe essere il primo caso di crimine commesso da qualcuno nello Spazio. La vicenda riguarda infatti un’astronauta accusata – ma non ancora incriminata né tantomeno condannata – di essere entrata senza permesso nel conto corrente della ex moglie, il tutto mentre si trovava nella Stazione Spaziale Internazionale, cioè in orbita intorno alla Terra. Di per sé sarebbe una storia piccola, sugli strascichi di un matrimonio che non ha funzionato. Il fatto che una delle due ex coniugi implicate fosse un’astronauta nello Spazio ha però fatto sì che ne abbiano parlato i giornali di tutto il mondo.

Le due protagoniste della storia sono Summer Worden, un’ex funzionaria dell’intelligence dell’aeronautica militare americana, e l’astronauta Anne McClain, che ha passato più di 200 giorni nello Spazio, dal dicembre 2018 al giugno 2019. Worden e McClain si sposarono nel 2014 e divorziarono nel 2018, prima che McClain partisse verso la Stazione Spaziale Internazionale. Si separarono dopo che McClain aveva accusato Worden di violenza privata e la successiva battaglia legale ha riguardato anche l’affido del figlio di Worden, nato prima dell’inizio della sua relazione con McClain. L’accusa di violenza privata, negata da Worden, è stata archiviata e Worden sostiene che McCain si sia inventata tutto per ottenere l’affido di suo figlio.

Il New York Times scrive che alcuni mesi fa Worden, dopo aver notato che McClain era a conoscenza di alcuni dettagli su alcuni recenti movimenti del suo conto corrente, aveva fatto i necessari accertamenti e scoperto che qualcuno era entrato nel suo conto bancario con un computer registrato presso la NASA, l’agenzia spaziale americana. Si trattava di McClain, che era entrata in quel conto bancario mentre era nello Spazio.

McClain ha ammesso di averlo fatto, ma ha detto, attraverso il suo avvocato, che l’ha fatto usando la password che usava quando ancora era sposata con Worden, con il solo scopo di monitorare le spese dell’ex moglie, per accertarsi che non avesse bisogno di soldi e che gestisse in modo oculato le sue finanze. Worden, che in passato aveva lavorato per l’agenzia di intelligence statunitense (NSA), sostiene invece che McClain non avesse diritto di farlo e ha quindi depositato una denuncia presso la Federal Trade Commission, l’agenzia federale che si occupa di regolamentare le telecomunicazioni negli Stati Uniti. Sembra anche che la famiglia di Worden abbia presentato una simile denuncia presso un ente della NASA. Il crimine in questione, quello che potrebbe essere stato commesso nello Spazio, è furto di identità.

Le vicende relative a Worden e McClain – una contesa legale su un matrimonio finito e l’affido di un bambino – finiscono qui. Ma c’è quel fatto che McClain sia un’astronauta, di cui tra l’altro si parlò quando fu annunciata e poi annullata la prima attività extraveicolare di sole donne, a cui avrebbe dovuto partecipare anche McClain. La NASA spiegò che l’attività extraveicolare di sole astronaute – impropriamente detta “passeggiata spaziale” – fu annullata perché non c’era un numero sufficiente di tute di taglia media a bordo della Stazione Spaziale. Ora qualcuno pensa che fosse per via delle questioni in cui era implicata McClain, anche se la NASA ha smentito.

Per quanto riguarda i crimini commessi nello Spazio, il New York Times spiega che Stati Uniti, Canada, Russia, Europa e Giappone hanno «da tempo stabilito procedure per gestire questioni legali che potrebbero emergere mentre gli astronauti di diversi paesi sono in orbita insieme intorno alla Terra», ma che gli esperti e la NASA concordano nel dire che finora non è mai servito adottare a riguardo provvedimenti di alcun tipo.

Mark Sundahl – direttore del Global Space Law Center, che per la Cleveland State University, si occupa di questioni legali relative allo Spazio – ha detto di non essere a conoscenza di crimini commessi dallo Spazio “verso la Terra” o anche solo nella Stazione Spaziale Internazionale, tra un astronauta e l’altro. Come spiega BBC, comunque, funziona così: «Se un canadese dovesse commettere un crimine nello Spazio sarebbe soggetto alla legge canadese, un russo a quella russa». Ma, aggiunge BBC, ci sono anche accordi per una possibile estradizione da un paese all’altro, una volta che un astronauta dovesse essere tornato sulla Terra. Sono questioni che potrebbero diventare più importanti il futuro, quando è lecito pensare che sempre più persone, di sempre più paesi, andranno nello Spazio.